Amianto: una campagna per sostituire 225 Km di tubi

Intanto da Publiacqua l'adeguamento delle tariffe relativamente alla quota di depurazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2014 21:34
Amianto: una campagna per sostituire 225 Km di tubi

E' partita la Campagna "No Amianto Publiacqua", dopo la denuncia pubblicata da La Città Invisibile lo scorso ottobre, che raccontava dei 225 chilometri di tubi in amianto all'interno della rete idrica di Publiacqua. 19 organizzazioni, movimenti, comitati delle province di Firenze, Prato, Pistoia (e del Medio Valdarno) hanno scritto insieme una petizione on line: "Chiediamo alle istituzioni locali - Autority idrica, presidente della Regione e sindaci dell'Aato3 su tutti, ma anche i soci pubblici e privati di Publiacqua - di rispettare la nostra salute e quindi di eliminare quindi tutti i 225 pericolosi chilometri di tubi in amianto.

L’acqua contaminata, infatti, utilizzata a scopi igienici (igiene della casa, personale, degli indumenti) quando evapora rilascia nell’ambiente fibre di amianto che possono essere inalate e causare gravi danni all’apparato respiratorio con effetti devastanti". Apponendo la loro firma i cittadini e le cittadine chiedono pertanto l'immediata eliminazione dei 225 chilometri di tubi in amianto che dovrà avvenire in piena sicurezza per i lavoratori, senza caricare ulteriormente la tariffa (la più cara d'Italia) e senza ricorrere all'intervento della fiscalità generale.

Publiacqua infatti dispone già oggi delle risorse necessarie per "raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa" come previsto dalla legge. Ricordiamo infatti che ad oggi Publiacqua deve ancora effettuare investimenti per 69 milioni di euro previsti nel Piano di ambito e nel Piano tariffario e mai realizzati. Intanto nel 2013 l'azienda ha ottenuto 47 milioni di utili.

Utenti di Pubbliacqua in questi giorni stanno ricevendo una lettera da parte di Publiacqua con cui viene annunciato un imminente adeguamento della tariffa del S.I.I. finora applicata alle stesse utenze a seguito di una serie di verifiche effettuate sul territorio volte ad accertarne la corretta attribuzione, in particolare per quanto riguarda la quota depurazione. La lettera suscita disappunto soprattutto in chi recentemente, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n.

335 del 15/10/2008 aveva richiesto il rimborso delle quote depurazione pagate tra il 2003 e il 2008, non dovute anche sulla base dei dati forniti da Publiacqua. Anche nelle ultime fatture ricevute dagli stessi utenti viene ben segnalata la comunicazione “UTENZA NON SERVITA DA IMPIANTO DI DEPURAZIONE. NON E’ IN CORSO NESSUNA ATTIVITA’ DI PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE, COMPLETAMENTO O ATTIVAZIONE COME DA PROGRAMMA DI CUI ALL’ART.3 DEL D.M.

30 SETTEMBRE 2009”. Nonostante tutto si dice nella lettera che in virtù di un’indagine svolta “risulta che la tariffa applicata non è coerente con i servizi effettivamente erogati …. in quanto è emerso che nelle bollette precedenti non è stato addebitato il servizio di depurazione”. Per cui si informa che non solo si provvederà al “necessario adeguamento tariffario”, ma, a scanso di equivoci, “la presente comunicazione viene inviata ad ogni effetto di legge…..per l’interruzione della prescrizione quinquennale…”.Adiconsum, Adoc e Federconsumatori Toscana hanno chiesto all’Autorità Idrica Toscana di farsi garante di una reale efficacia e totale trasparenza, nell’attività in corso da parte di Pubbliacqua, conseguentemente fondata su un corretto e positivo rapporto con i cittadini/utenti e le associazioni di tutela, poiché da notizie non ufficiali risulterebbe che anche altri gestori si stiano muovendo in tal senso.

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