Ambientalisti lanciano un allarme contro i tagli di alberi e vegetazione sui fiumi della Toscana

"Sono avvenuti anche nelle scorse settimane, nel pieno della stagione riproduttiva degli animali"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2018 15:38
Ambientalisti lanciano un allarme contro i tagli di alberi e vegetazione sui fiumi della Toscana

Le Associazioni ambientaliste della Toscana, Lipu insieme a Fai, Italia Nostra Toscana, Legambiente, Wwf e Altura, lanciano l’allarme contro i tagli di alberi e vegetazione arbustiva e erbacea negli ambienti fluviali e nelle zone umide in diverse zone della regione, che sono avvenuti anche nelle scorse settimane, nel pieno della stagione riproduttiva degli animali.

La manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua viene svolta dai Consorzi di bonifica e attuata con “azioni programmate di sfalcio della vegetazione e rimozione di ogni possibile ostacolo al corretto deflusso delle acque”. Al contrario, la vegetazione riparia non può essere considerata un ostacolo, in quanto svolge numerose funzioni per il mantenimento dell’integrità dell’ecosistema fluviale, ivi compreso il rallentamento dei deflussi importante per la riduzione della pericolosità idraulica, come si evince dalla letteratura tecnico-scientifica. Anche il Piano di Bacino, in relazione alla riduzione del rischio idraulico, prescrive che il controllo della vegetazione dovrebbe essere effettuato dietro dimostrata necessità, con tagli selettivi e rispettosi dell’ambiente e limitatamente a quella vegetazione che risulti a rischio eradicazione durante le piene.

I lavori eseguiti negli ultimi anni, con conseguente distruzione della vegetazione ripariale, hanno portato come risultato alla trasformazione dell’Arno e dei corsi d’acqua minori in canali totalmente privi di alberi, arbusti, canneti.

Si tratta di una distruzione dell’habitat, e quindi di un danno al paesaggio ed alla biodiversità, che durerà nel tempo. A questo si aggiunge il disturbo alla fauna, e quando gli sfalci sono effettuati nei mesi primaverili, vengono sacrificate intere generazioni di uccelli, e non solo (farfalle ed altri insetti, piccoli mammiferi, rettili). A rischio sono i nidi con uova e nidiacei di specie quali Germano reale, Tuffetto, Gallinella d’acqua, Usignolo di fiume, Cannaiola, Cannareccione, e in alcuni luoghi è stato compromesso anche l’habitat per l’Airone rosso, il Falco di palude, la Ghiandaia marina ed altre specie protette.

Ricordiamo che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata dalla legge 157/92. Anche la legge regionale Toscana 30/2015, all’articolo 79, fa divieto di deteriorare e distruggere i siti di riproduzione o di riposo degli uccelli.

Nel passato, la delibera di Consiglio Regionale n. 155/1997, art. 4.1 sulla manutenzione della vegetazione, prescriveva che “i tagli di vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardoautunnale e invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all’avifauna nidificante”. A partire dal 2016, invece, la Giunta Regionale ha approvato ogni anno con delibera specifica le modalità operative dei Consorzi, rinnegando la precedente delibera di Consiglio e dando via libera ai lavori anche nel periodo antecedente al 30 giugno (ad esclusione dei tratti ricadenti all’interno dei siti Natura 2000 e Aree protette) limitandosi a prescrivere che “devono essere adottati accorgimenti utili per prevenire danni all’ambiente e in particolare alla fauna nidificante”.

Tale precisazione non può però trovare un riscontro concreto, in quanto le specie che vivono lungo le rive dei fiumi costruiscono nidi molto piccoli e difficili da individuare. L’unico accorgimento realmente efficace sarebbe la presenza di ornitologo durante i lavori, da eseguire comunque con tagli selettivi e non con macchinari pesanti tonnellate e muniti di barre falcianti che sminuzzano tutto quanto incontrano. In ogni caso, questo genere di interventi in periodo primaverile, per il loro altissimo impatto, andrebbe limitato alle sole situazioni di somma urgenza.

Se appare comprensibile la messa in sicurezza idraulica e la fruibilità delle sponde nei tratti cittadini, le Associazioni ambientaliste non condividono l’avere posto in disparte la tutela dei corsi d’acqua in oltre l’80% del territorio regionale (quello esterno ad aree protette e siti Natura 2000), nonostante questi rappresentino corridoi ecologici, ricchi di biodiversità. Si sollecitano pertanto gli enti preposti (Regione, Genio Civile, Consorzi) a perseguire l’obiettivo primario di conciliare sicurezza e gestione dei corsi d’acqua e delle zone umide, in ottemperanza alle Direttive europee Alluvioni, Acque, Uccelli, Habitat, per il rispetto del patrimonio naturale.

L'etica e il rispetto della vita e della natura nella sua interezza, nonché della sensibilità di gran parte dei cittadini, richiedono l'attenzione di chi opera in questo campo, tanto più che ciò avviene con i soldi pubblici.

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