Agricoltura: boom di richieste per il Pacchetto Giovani

Enrico Rossi: "Investendo, scommettiamo sul futuro della Toscana". Marco Remaschi: "Il loro entusiamo rende orgogliosi, vanno sostenuti". Luca Brunelli (Cia Toscana): «Impulso forte. Ora diamo nuove opportunità alle aziende escluse». Dal web un aiuto per migliorare la produttività dei terreni

Redazione Nove da Firenze
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22 gennaio 2016 21:41
Agricoltura: boom di richieste per il Pacchetto Giovani

FIRENZE– E' un vero e proprio boom di domande di giovani, uomini e donne, che hanno scelto l'agricoltura per il loro futuro. E la giunta regionale ha deciso di premiare l'entusiamo e la voglia di investire dei giovani toscani. In risposta al bando, chiuso il 16 novembre scorso, intitolato "Aiuto all'avviamento di imprese per giovani agricoltori - Pacchetto Giovani – 2015", che fa parte anche del progetto Giovanisì, finalizzato a favorire il ricambio generazionale e destinato a giovani tra i 18 e 40 anni, sono arrivate ben 1761 domande (2014 i giovani complessivamente interessati), a fronte di uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro. Tre anni fa, quando la Regione aveva emanato un altro bando destinato ai giovani agricoltori, le domande arrivate erano state 634, e già quel numero era stato giudicato "straordinario". A fronte del vero e proprio boom di domande di questa edizione la giunta regionale ha deciso pertanto nella sua ultima seduta di alzare quanto più possibile il plafond a disposizione, portandolo a 100 milioni, in modo da accogliere 686 domande, un numero superiore al doppio rispetto a quelle che sarebbe stato possibile finanziare con la dotazione iniziale (40 milioni). Con la stessa delibera con la quale la giunta regionale ha alzato a 100 milioni il plafond per il "pacchetto Giovani" in agricoltura sono stati destinati inoltre 13 milioni di euro, sempre a valere sul Programma di Sviluppo rurale 2014-2020, per la diffusione, l'installazione, il miglioramento e l'espansione di infrastrutture a banda larga nelle zone rurali.

Finanziate 686 domande. Le nuove aziende porteranno in 3 anni oltre 8 mila nuovi occupati

I giovani toscani vogliono prima di tutto investire e ammodernare le aziende, quelle che in passato erano state magari dei genitori o dei nonni. In molti ampliano anche l'azienda di famiglia, prendendo in affitto terreni vicini, che spesso erano stati abbandonati. Secondo l'Irpet le 686 domande che verranno finanziate genereranno investimenti per 136,5 milioni. Il Pil aggiuntivo per la Toscana sarà di circa 75 milioni di euro, le unità di lavoro attivate inizialmente circa 1050 (circa 2500 con l'indotto) e il reddito disponibile distribuito alle famiglie e spendibile in consumi sarà di circa 25 milioni. In un triennio l'impatto positivo sul PIL stimato da Irpet sarà di circa 187 milioni di euro e le unità di lavoro attivate saranno 8253.

Multifunzionalità e fantasia fra le domande. C'è anche chi propone l'adozione a distanza di un oliveto

Quali i settori dove si sceglie di investire? Scorrendo le domande si nota che molte puntano sulla multifunzionalità. Così se sono tanti i giovani che vogliono coltivare l'olivo e puntare sulla produzione di olio extravergine di oliva (molte domande si riferiscono all'IGP Toscano), tanti progetti aggiungono l'agriturismo e anche attività sociali, come l'ospitalità per persone con disabilità. La fantasia si aggiunge alla voglia di lavorare e di investire, e c'è, fra gli altri, chi progetta "l'adozione a distanza di un'oliveta", da offrire ai potenziali clienti, gruppi d'acquisto compresi, ma sopratutto a turisti stranieri, con tanto di APP su smartphone per aggiornare il proprietario virtuale sull'avanzamento della produzione.

Un progetto dove fantasia e tecnologia si sposano per garantire al futuro consumatore trasparenza e certezza sull'olio che acquista. Nelle zone montane e marginali sono in tanti anche a scegliere l'allevamento, sopratutto di capre, e progettano di mettere in piedi laboratori per fare il formaggio e strutture di filiera corta. Ma non manca chi si vuole dedicare ai bovini, garantendo anche qui genuinità e filiera corta con la produzione in azienda dei foraggi. Multifunzionalità in molti casi significa anche allevamento di api, con relativa produzione di miele, e perchè no, erbe officinali, per sfruttarne le capacità salutistiche e nutraceutiche.

Sostenibilità è la parola d'ordine trasversale e si progettano sistemi a basso impatto anche per l'approvigionamento di energia e di acqua da destinare all'attività.

Le domande provincia per provincia: in testa Grosseto, Siena e Arezzo. La montagna protagonista

La maggior parte delle domande proviene dalle province di Grosseto (325 domande) e Siena (298 domande), seguite da Arezzo (220 domande) e Firenze (205). A ruota c'è Lucca (168 domande), Pisa ( 160) e Pistoia (159), infine Massa e Carrara (93) e Prato (27). Rilevante la mole di domande proveniente dalle zone montane dove la prosecuzione dell'attività agricola riveste notevole importanza anche dal punto di vista della salvaguardia del territorio. Ben 497 sono infatti i giovani che beneficiano di un premio di 50.000 euro previsto nel caso di insediamento in aziende ricadenti completamente in aree montane.

Molte (365 ) ricadono in zone con vincolo paesaggistico. Tanti i giovani che intendono mettere su da soli l'attività. A presentare domanda sono state infatti 1307 aziende individuali (74%) e 454 società. La gran parte delle domande si riferisce agli uomini, con 2014 richiedenti, le donne sono 340 e di queste di cui 253 sono ditte individuali e 87 insediate in società. Il "Pacchetto Giovani " consente al giovane che vuol fare l'agricoltore, oltre ad ottenere un premio di primo insediamento pari a 40.000 euro (50.000 in zone montane), di accedere a più misure del PSR ottenendo contributi pari al 50% (60% in zone montane) sugli investimenti effettuati per un ammontare minimo di 50.000 euro finalizzati all'ammodernamento delle strutture, delle dotazioni aziendali e alla diversificazione delle attività agricole (es.

agriturismo). I giovani devono impegnarsi a realizzare un piano aziendale di sviluppo della durata massima di 36 mesi e continuare l'attività agricola per almeno 5 anni dal momento in cui ricevono l'ultimo pagamento.

La ripartizione delle domande e delle risorse richieste provincia per provincia

 "Agli agricoltori che usufruiscono dei fondi europei chiederemo che contribuiscano mettendo a disposizione un giorno di lavoro gratuito all'anno per la pulizia dei corsi d'acqua e dei canali pubblici." Lo ha detto oggi il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, alla presentazione dei risultati del bando sul "Pacchetto Giovani" in agricoltura, inserito nel progetto Giovanisì, che ha riscosso una partecipazione straordinaria con 1761 domande e oltre 2000 giovani interessati. Rossi ha specificato che la richiesta verrà rivolta ai giovani che vedranno accolta la loro domande per questo bando (686 domande che verranno finanziate con 100 milioni di euro) ma anche a tutti gli altri agricoltori che usufruiscono in Toscana dei fondi comunitari (il Programma di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020 ha una dotazione di 961 milioni di euro).

"Il calendario - ha precisato il presidente - verrà stilato in accordo con i soggetti interessati, la Regione e i Consorzi di bonifica. Sarà un contributo per rendere la campagna ordinata e contribuire al mantenimento idrogeologico e alla prevenzione." In relazione all'entusiastica risposta dei giovani toscani per il bando del "pacchetto Giovani" in agricoltura, Rossi ha detto che la giunta regionale "è stata positivamente sorpresa" aggiungendo però che "si tratta anche di un fenomeno italiano".

Rossi ha poi sottolineato: "Investiamo 100 milioni, è una scommessa importante per il futuro dei giovani e per il futuro della Toscana. Questi fondi produrranno risultati importanti, con oltre 8 mila nuovi occupati in tre anni, ma daranno un contributo anche al mantenimento del paesaggio e alla regimazione delle acque, e all'identità della Toscana, che si rafforza sui mercati internazionali grazie ai prodotti agroalimentari di qualità della nostra agricoltura."

"L'entusiamo e la voglia di fare dei giovani toscani che hanno fatto domanda per investire in agricoltura ci inorgoglisce, ci ha fatto riflettere e abbiamo deciso di assecondarli. Questa spinta che viene dai giovani è importante e fa ben sperare per l'agricoltura e l'agroalimentare della Toscana." Così l'assessore all'agricoltura della Regione, Marco Remaschi, durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati del bando sul "pacchetto Giovani in agricoltura" che fa parte del progetto Giovanisì. Remaschi ha sottolineato come in tre anni si sia passati da 634 domande giunte in risposta all'ultimo bando della passata programmazione del PRS (programma di sviluppo rurale) alle 1761 domande di oggi. "I giovani hanno saputo dimostrare - ha aggiunto Remaschi - di sapere e volere lavorare in rete, di mettere insieme chi produce con chi commercializza e chi fa promozione, ma anche di saper progettare in termini di innovazione e di multidisciplinarietà, come di essere sensibili alle problematiche sociali, con progetti rivolti alle persone disabili.

Tutto questo è molto positivo e rientra in pieno nel lavoro e nella ricerca che la Regione ha portato avanti in questi anni." Remaschi ha ribadito il valore dell'agricoltura anche sul versante dell'attrattività turistica. "Riscoprire l'agricoltura, anche come stile di vita, contribuisce a far emergere i valori sui quali è fondata la nostra regione e che la rendono così apprezzata in Italia e all'estero." Infine l'assessore ha sottolineato la volontà della Regione: "dobbiamo stare vicino ai giovani e supportarli" e con l'innalzamento del budget a disposizione, portato da 40 a 100 milioni "diamo una risposta importante alle attese dei giovani e valorizziamo i territori."

“Le risorse del pacchetto giovani daranno una spinta importante all’occupazione giovanile. Nelle nostre campagne nasceranno fino a 3mila nuovi posti di lavoro diretti (escluso indotto e filiera), oltre 8mila nel triennio, grazie al premio di primo insediamento e ai contributi messi in campo dalla Regione Toscana attraverso il Piano di Sviluppo Rurale”: è l’analisi di Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana in seguito alla presentazione della graduatoria del Pacchetto Giovani.

La crisi economica, le difficoltà di trovare un impiego e di disegnare un futuro stabile hanno portato molti giovani a cercare opportunità in campagna stimolati anche dalle risorse finanziare del pacchetto giovani. In Toscana, secondo l’Istat, un giovane su quattro tra i 15 ed i 29 anni, è disoccupato (25,5%). La soglia aumenta vertiginosamente nella fascia 20-24 dove la percentuale raggiunge il 32,4%. “L’agricoltura è oggi una grande opportunità e si è liberata dell’immagine in bianco e nero: è un settore dove creatività, lavoro, innovazione ed i colori della natura convivono in armonia.

C’è il futuro nella nostra campagna ed i nostri giovani finalmente lo hanno capito”. Coldiretti, che ringrazia la Regione Toscana per aver portato il fondo delle risorse finanziare da 40 a 100 milioni riuscendo a soddisfare così molte più domande, auspica la riapertura di un nuovo bando in tempi brevi per consentire, alle imprese escluse, spostando il limite di insediamento da 6 a 12 mesi, di poter dare gambe ai loro progetti. “Con altri 15-20milioni di euro – spiega Marcelli – riusciremo a mettere in moto altre 150-200 aziende.

Sarebbe un risultato ancora più incredibile di quello che stiamo commentando oggi. Nelle nostre campagne sta sbocciando una nuova generazione di imprenditori agricoli moderni e connessi con il mondo. Sta nascendo una nuova cultura d’impresa dove i saperi e la conoscenza delle generazioni si proietta nel futuro”.

«Dal PSR della Toscana viene un forte impulso ai giovani in agricoltura. Grazie all’impegno della Regione Toscana, che ha aumentato le risorse del bando da 40 a 100 milioni di Euro, saranno 686 le nuove aziende insediate condotte da giovani che potranno usufruire del sostegno finanziario del PSR, sotto forma sia di premio di primo insediamento che di contributo agli investimenti. Adesso bisogna, tutti, aiutare queste aziende a trasformare il loro progetto in realtà. Noi come Cia Toscana ci impegniamo a stare al loro fianco supportandole sotto il profilo tecnico e gestionale.

Alla soddisfazione per queste 686 nuove aziende giovani, si aggiunge tuttavia la preoccupazione per le oltre 1.000 aziende che il bando non è riuscito a finanziare, in quanto sarebbero state necessarie risorse per ulteriori 160 Milioni di Euro. In molti casi si tratta di aziende insediate nelle aree agricole più produttive e competitive della Toscana, rimaste fuori dalla graduatoria perché non prioritarie. Alla Regione Toscana chiediamo di dare un segnale forte che incoraggi queste nuove imprese giovani ad andare avanti, offrendo loro nuove opportunità: in particolare creando da subito le condizioni affinché esse possano partecipare ad un secondo bando sul pacchetto giovani.

In secondo luogo destinando risorse adeguate alle altre misure a sostegno degli investimenti». Questo il commento del presidente Cia Toscana Luca Brunelli, sulla presentazione di oggi di Rossi e Remaschi sui numeri e ricadute del Pacchetto Giovani.

Che aiuto possono dare la ricerca e la tecnologia per sfamare la popolazione mondiale in espansione? Come può l’agricoltura accrescere la produttività in un modo sostenibile per l’ambiente ed economicamente conveniente? Nel quadro di questi interrogativi – rilanciati anche di recente dall’Expo di Milano e dalla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP21) – si è mosso il progetto di ricerca europeo “SmartSOIL” cui ha partecipato, per l’Italia, l’Università di Firenze con i ricercatori del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DiSPAA). Il risultato della ricerca - sviluppata dal 2011 al 2015 da dodici atenei e istituti di ricerca europei - è uno strumento informatico, un vero e proprio toolbox http://smartsoil.eu, rivolto ad agricoltori, consulenti agrari e politici, che consente di scegliere, su basi scientifiche e secondo le caratteristiche dei terreni, le tecniche colturali più utili per incrementare la produttività, migliorando nello stesso tempo le condizioni del suolo e le sue capacità di sequestrare gas serra. “Ogni agricoltore sa – spiega Marco Bindi, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Ateneo fiorentino e responsabile scientifico italiano del progetto – che il segreto della produttività sta nell’incremento o almeno nel mantenimento della sostanza organica nel suolo, che aumenta la lavorabilità della terra, il contenuto di nutrienti dei terreni e la loro capacità di trattenere l’acqua.

L’aspetto invece meno noto è che il carbonio nel suolo, componente chiave della sostanza organica – continua Bindi – migliora le proprietà fisiche e biologiche dei terreni e allo stesso tempo permette di sequestrare nel terreno gas serra (es. CO2), con effetti positivi sui cambiamenti climatici”. Il toolbox SmartSOIL permette la gestione equilibrata del carbonio organico, consentendo di sperimentare online diverse combinazioni di pratiche colturali e di valutare, così, in anticipo i loro effetti sulle rese delle colture e sul contenuto di carbonio nei terreni.

L’uso guidato delle colture di copertura o della gestione dei residui, della concimazione, delle rotazioni colturali o dell’agricoltura conservativa permette anche risparmi produttivi, ad es. nell’irrigazione e nella fertilizzazione. Lo strumento, testato anche in casi reali in sei paesi europei (Danimarca, Scozia, Spagna, Polonia, Italia e Ungheria), si pone come uno strumento di supporto decisionale prezioso sia sul piano operativo che per la programmazione politica.

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