Agnelli uccisi per Pasqua, attivisti infiltrati in un macello

Coldiretti Toscana vince la battaglia contro l'etichetta anonima sulla carne fresca. Dal 1° Aprile cambia il regolamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2015 16:01
Agnelli uccisi per Pasqua, attivisti infiltrati in un macello

Essere Animali è un'associazione antispecista che "Promuove attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento delle persone un cambiamento culturale, sociale e politico volto a superare tutte le forme di sfruttamento nei confronti degli animali. Informazione e attivismo per porre fine alle violenze cui sono condannati miliardi di animali, esseri senzienti come noi che in quanto tali non dovrebbero essere uccisi, sottoposti a sofferenza, privati della libertà e considerati alla stregua di una proprietà".

Gli attivisti dell'associazione si sono infiltrati in uno stabilimento di macellazione per mostrare ciò che avviene in questi luoghi, lontano dagli sguardi delle persone e in cui solo gli addetti ai lavori possono accedere: "Gli agnelli vedono la cruenta uccisione dei loro fratelli, sgozzati dinanzi ai loro occhi. I comportamenti rudi degli operatori, che afferrano gli agnelli per le zampe e li spostano bruscamente, causano ulteriori gravi sofferenze agli animali".

“Assistere alla macellazione di individui di pochi mesi di vita è stata un'esperienza terribile - racconta il testimone oculare che ha ripreso le immagini e filmato gli ambienti - è difficile rimanere indifferenti di fronte ad animali che assistono allo stordimento e all'uccisione dei propri fratelli. Auspichiamo che queste immagini possano contribuire a generare una riflessione sulla possibilità di alimentarsi in modo etico, senza causare sofferenze inutili”, afferma Serena, attivista di Essere Animali.

"Nel 2014 sono stati 400.000 (fonte Istat) gli agnelli uccisi nelle settimane che precedono le festività pasquali, provenienti sia da allevamenti italiani ma anche dalla Spagna e da paesi dell'Est, trasportati vivi per migliaia di chilometri. I consumi sono nettamente in calo rispetto agli anni passati, complice una maggiore sensibilità delle persone verso questi animali" concludono gli attivisti.Intanto non sarà più anonima ed indistinta la provenienza della carne fresca di maiale, di agnello e capretto grazie all’entrata in vigore dal primo aprile anche in Italia del nuovo Regolamento che impone l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza delle carni fresche, refrigerate o congelate di animali della specie suina, ovina, caprina e di volatili. E’ questo il risultato della lunga battaglia di Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) per la trasparenza, con la maggioranza degli operatori che si sta già adeguando per rispettare la scadenza già nel fine settimana.

Per essere certi di portare a casa prodotto al 100% tricolore - spiega la Coldiretti -, occorrerà scegliere la carne con la scritta “origine Italia” poiché sta a significare che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione si sono svolte sulterritorio nazionale. Una storica novità che - sottolinea Coldiretti – giunge dopo gli scandali della carne di maiale tedesca alla diossina venduta in tutta Europa e degli agnelli ungheresi spacciati per italiani.

Si completa un percorso – precisa Coldiretti - iniziato circa 15 anni dall’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta sotto la spinta dell’emergenza “mucca pazza” con il regolamento Ce 1760/2000 che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione. “Questa positiva novità introdotta dall’Europa è una tappa di un lungo percorso per garantire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori; – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – la battaglia però non è finita, continua perché in una situazione di difficoltà economica bisogna portare sul mercato il valore della trasparenza a vantaggio dei consumatori e dei produttori agricoli”.

Dalla nuova norma restano ingiustamente escluse la carne di coniglio, particolarmente diffusa a livello nazionale, e quella di cavallo oggetto del recente scandalo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. “Una carenza particolarmente grave che va colmata al più presto in una situazione in cui in Italia - denuncia Coldiretti - due prosciutti su tre sono fatti da maiali stranieri ma il consumatore non lo può sapere, e la situazione non è certo migliore per salami, soppressate, coppe o pancette. Su questi prodotti come su altri l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà dagli studi di impatto che la Commissione Europea sta realizzando, con un certo ritardo sui tempi previsti dal Regolamento 1169/2011, nonché dalle successive valutazioni politiche degli Stati membri”.

Con l’entrata in vigore del Regolamento Ue 1337/2013 dal primo aprile 2015 sull’etichetta delle carni di suino, ovino, caprino e volatili in vendita, dovrà comunque essere riportata – precisa Coldiretti - una delle due seguenti indicazioni: “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi “Macellato in…” (seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo, oppure si può indicare e “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo.

Il regolamento - precisa Coldiretti - prevede delle specifiche casistiche sui tempi di permanenza in un determinato Paese e di peso raggiunto dall’animale, per poter indicare in etichetta qual è il luogo di allevamento e di macellazione.

L’obbligo per gli operatori di indicare in etichetta il luogo di allevamento e di macellazione delle carni di maiale, capra e pecora rappresenta un nuovo passo avanti del cammino iniziato a livello comunitario dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

Il 1° luglio 2009 è scattato l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. Ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta anonima oltre che per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria; a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

In evidenza