​Acqua: la Toscana pensa ad una grande holding pubblica

Un nuovo assetto pubblico dell'acqua con la realizzazione entro il 2034 di una grande holding pubblica, alla quale parteciperanno le altre società toscane tutte pubbliche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 settembre 2018 15:38
​Acqua: la Toscana pensa ad una grande holding pubblica

 Un'operazione da concertare con i sindaci, che permetterà di avere più risorse da investire e darà la risposta sulla quale i cittadini si sono già espressi nettamente con il referendum.

E' la proposta del presidente Enrico Rossi che stamani in Consiglio regionale ha illustrato la comunicazione della Giunta sul servizio idrico in Toscana. "Il Consiglio regionale – ha sottolineato - ha l'opportunità insieme ai sindaci, che hanno un ruolo fondamentale, di regolare un processo di ripubblicizzazione dell'acqua per il quale i cittadini si erano già espressi in larghissima maggioranza nel 2011".

"Si tratta di gestire il percorso e la Regione Toscana intende sostenerlo, per quanto di sua competenza", ha aggiunto Rossi. "Ripubblicizzare è necessario perché c'è il sentimento diffuso che l'acqua è un bene comune e, se governato dal pubblico, ci possono essere più garanzie di lungimiranza. E poi perché i cittadini sono stufi di sapere che un pezzo delle loro tariffe finiscono a Roma, perché magari Acea partecipa alle società miste, o vanno nelle aziende di Caltagirone. I cittadini chiedono invece che le tariffe siano impiegate per far fronte a quel tema delicatissimo che è la manutenzione. La creazione di una holding permetterebbe un'operazione di equilibrio".

Le sette società hanno fatto molto, si sono strutturate, ha detto Rossi. "Rispetteremo entro il 2022 l'obiettivo della depurazione come ci è stato imposto dall'Unione Europea e questo ha voluto dire concentrare le risorse sui depuratori anziché sulle manutenzioni. Se dunque l'assemblea regionale dei sindaci, seguendo le indicazioni della legislazione vigente (che prevede che la società pubblica che supera il 25% della popolazione in ambito regionale rilevi le altre società), accoglierà ciò che i sindaci dei Comuni serviti da Publiacqua hanno già deciso all'unanimità di passare a una società interamente pubblica, il passo successivo sarà che entro il 2034, anno in cui scade l'ultima concessione per Gaia, Publiacqua avrà assorbito tutti le società e sarà effettivame nte il nuovo gestore unico".

Una volta perseguito dunque l'obiettivo della nuova gestione con una società a completa partecipazione pubblica dei Comuni toscani, si tratterà, ha spiegato Rossi, di individuare un soggetto finanziario, anch'esso di estrazione pubblica (ad esempio collegato a Cassa Depositi e Prestiti o alla Bei), che possa sostenere il notevole sforzo finanziario necessario a liquidare i partner privati attuali e a realizzare i nuovi investimenti programmati dall'Ait, l'Autorità idrica toscana (gli investimenti previsti dal 2018 al termine delle singole concessioni ammontano a circa 2,2 miliardi di euro).

Quindi, sarà necessario riallineare le scadenze delle concessioni esistenti, con l'obiettivo di stabilizzare le tariffe per i cittadini, senza interrompere il processo di realizzazione degli importanti investimenti programmati.

Ribadendo l'importante ruolo di concertazione che la Regione adesso può assumere per favorire il processo, Rossi ha concluso che "la Regione darà tutto il supporto legislativo, tecnico ed operativo a due condizioni: primo, che proseguano da parte delle aziende gli sforzi di efficientamento del sistema, riducendo i costi di gestione e abbattendo in modo consistente le perdite idriche delle nostre reti, in modo da favorire la definitiva stabilizzazione delle tariffe. Secondo, che le risorse derivanti ai Comuni dal servizio idrico integrato, ovvero i canoni di concessione (che complessivamente ammontano a circa 24 milioni annui, al netto del rimborso dei mutui) e gli utili societari (pari anch'essi a circa 24 milioni annui, di cui il 60-65% distribuito ai soci pubblici delle aziende digestione) siano destinate al sostegno finanziario del processo sopra descritto e non siano più distolti dal settore dei servizi idrici"."Il Comune di Roma si incamera con la sindaca Raggi i soldi dei cittadini toscani grazie al fatto che partecipa come socio a tutte le società pubbliche della Toscana.

Perché non chiede alla sindaca di Roma di ritirare Acea da questa partecipazione?". Ha replicato così il presidente Enrico Rossi al consigliere regionale Giacomo Giannarelli (M5S) durante la comunicazione che Rossi ha fatto in consiglio sul servizio idrico regionale.

"Vorrei che il Movimento 5 Stelle, laddove ha funzioni di governo, fosse come lei, così schierato", ha proseguito Rossi. "Volete continuare a vedere Acea che porta a Roma i soldi dei toscani? Anche se fossero solo 100mila euro, ma in realtà si tratta di milioni, i toscani non credo siano d'accordo a rimpinguare le casse del comune di Roma o di quelle di Caltagirone".

Richiamando Giannarelli alla coerenza, Rossi ha aggiunto che "non si può essere sempre e per forza dalla parte del pubblico e poi a Roma, siccome fa comodo, resta tutto inalterato. Io ho una posizione netta e chiara su questo tema. E mando un avviso ai naviganti: questo problema non lo può affrontare solo il Consiglio regionale. Bisogna affrontarlo d'intesa con i sindaci, così come ebbe a fare il presidente Martini a suo tempo, così come, con tante discussioni, ho rifatto io nel 2011 insieme all'assessore Bramerini, che ancora ringrazio per quel capolavoro di legge, quando abbiamo deciso di fare l'Autorità unica regionale".

"Quindi - ha proseguito Rossi - siccome in questa regione il centro-destra governa in alcune città e il Movimento 5 Stelle a Livorno, per favore parlate ai vostri sindaci per sapere cosa pensano a questo riguardo. E avvertiteli di una cosa: che, così come è partita la vicenda, o si interviene per via legislativa oppure le loro aziende vengono fagocitate".

"Questa è la mia previsione" ha detto ancora. "Questo discenderà automaticamente, obbligatoriamente, in conseguenza del fatto che i sindaci del centro della Toscana di Publiacqua, da Prato al Mugello, dal sindaco Nardella (capo anche della Città metropolitana) fino a Pistoia, hanno deciso la ripubblicizzazione dell'acqua in un'assemblea. Questa è la decisione, lo ripeto perché bisognerà tenere conto dei fatti oggettivi e delle leggi. Bisogna sapere che se facciamo così concludiamo la legislatura senza intervenire. E non è che poi alla fine possiate dire: "noi si è discusso e la giunta non ha fatto".

"Dovete dirci cosa dobbiamo fare - ha concluso Rossi - e possiamo farlo solo con i sindaci. C'è solo un passaggio adesso: andare nell'assemblea regionale dell'Autorità Idrica e lì i sindaci diranno che ha fatto bene Publiacqua. Dopodiché, la decisione è effettiva, esecutiva. A quel punto inizia il processo di ripubblicizzazione con Publiacqua e mano a mano che le altre società vanno a scadenza della concessione, automaticamente, vengono assorbite dalla società Publiacqua".Approvata a maggioranza la proposta di risoluzione del Pd in merito alla gestione pubblica del servizio idrico.

Il capogruppo Leonardo Marras, primo firmatario, ha accolto un emendamento all’impegnativa proposto da Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra) e la risoluzione ha incassato anche il voto di Sì Toscana e di Serena Spinelli (Art 1-Mdp). Il capogruppo del Pd ha ribadito all’aula come “la volontà politica della maggioranza sia chiara attraverso la comunicazione del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi”.

L’atto di indirizzo approvato impegna la Giunta ad “attivare un confronto con l’Autorità Idrica Toscana e i Comuni in merito alla gestione pubblica” del servizio idrico. L’esecutivo regionale deve anche proseguire il confronto con il Consiglio attraverso una comunicazione dettagliata sulla situazione attuale del sistema idrico toscano.

La risoluzione indica alcuni obiettivi generali del servizio. Non devono aumentare le tariffe, serve la programmazione degli investimenti necessari e l’ individuazione di un soggetto pubblico che sostenga finanziariamente lo sforzo di liquidazione degli attuali partner privati, che sia anche capace di realizzare gli investimenti indicati, “in modo che non vengano gravati i Comuni dei costi necessari per portare a termine la ripubblicizzazione del servizio”. Si ritiene opportuno attivare un confronto fra Comuni e Regione per valutare assieme, alla luce delle scadenza delle concessioni esistenti, quale sia il percorso migliore per arrivare a un nuovo assetto della gestione dei servizi idrici in Toscana.

L’aula ha poi respinto la proposta di risoluzione collegata alla comunicazione presentata da M5S e illustrata da Giacomo Giannarelli. La risoluzione chiedeva l’impegno per la Giunta a “predisporre entro 60 giorni una esauriente proposta di legge” che recepisse i contenuti della Comunicazione di Rossi o “a sostenere eventuali ulteriori proposte di legge dagli stessi contenuti”. Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra) ha chiesto il ritiro dell’atto, rilevando che “il Consiglio è l’organo legislativo e non si deve depotenziare” e ha richiamato la necessità, semmai, di un approfondimento in Commissione. Considerazioni in parte condivise da Serena Spinelli (Art.1- Mdp). Elisa Montemagni (Lega) ha motivato il voto contrario ribadendo la necessità “di partire dai sindaci e dai territori”.

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