Accoglienza, il modello toscano piace ai parlamentari tedeschi

Accolti più di dodicimila richiedenti asilo, alloggiati in quasi ottocento strutture diffuse su tutto il territorio, quindici ospiti in media per ciascuna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2017 15:09
Accoglienza, il modello toscano piace ai parlamentari tedeschi

La Toscana si è poi inventata modi diversi per coinvolgerli nella vita dei paesi dove vivono, le istituzioni assieme alle associazioni di volontariato e le fondazioni, le scuole e le università, le parrocchie e i consorzi di bonifica. "E' la Toscana che ha il suo taglio peculiare nel tendere a rigenerarsi con la partecipazione e l'intervento di tutti" riassume l'assessore all'immigrazione della Toscana, Vittorio Bugli. Davanti a lui cinque parlamentari del Bundestag tedesco a prendere nota, di partiti diversi, incuriositi e venuti ieri a Firenze proprio per studiare da vicino questo modello: anzi, interessati a proseguire lo scambio di esperienze. "Perché noi – ha spiegato il capo delegazione Gero Storjohann (Cdu-Csu) - abbiamo situazioni in fondo simili: con centri di accoglienza dai numeri voluminosi e la necessità, dopo quattro o cinque mesi, di distribuire i richiedenti asilo sul territorio. Una sfida non semplice". 

L'incontro si è svolto a villa Camerata a Firenze, ostello della gioventù dove da un anno e mezzo, assieme a studenti e giovani turisti, sono ospiti novantasei rifugiati: viaggiatori gli uni e gli altri, quelli che arrivano dal mondo fortunato e quelli invece che scappano per salvare la vita o provare ad inseguirne una migliore. Diversi ma simili. "Con una scintilla d'intesa – raccontano gli operatori - che scatta ogni volta che si incontrano nelle stanze del grande ostello fiorentino".

Giardini e anziani da accudire, argini da pulire e una corsa da vincereAll'ostello ieri sono stati presentati alcuni dei progetti che vedono protagonisti Aics, Associazione italiana cultura sport, e Aig, Associazione italiana alberghi della gioventù. Sono loro che hanno organizzato l'iniziativa ed accolto la delegazione tedesca. Ma in tutta la Toscana gli esempi potrebbero essere davvero tanti. Si è parlato dell'impegno dei giovani migranti con la fondazione "Angeli del bello", che si prende cura di alcuni giardini a Firenze e li tiene in ordine."Sono felice di poter dare una mano nello scartare e ridipingere i giochi per bambini e le panchine per gli anziani" racconta Abdul Kabir.

Si è parlato dello sport come strumento di coesione sociale e in particolare della squadra di migranti organizzata dalla campionessa di marcia Milena Megli. "Quando partecipiamo ad una gara possiamo conoscere tante persone. E quando vinco sono felice" confessa un ragazzo del Niger. C'è stato spazio anche per raccontare di chi presta attività di volontariato con la parrocchia di Coverciano a servizio di anziani in vacanza a Santa Maria a Macerata a San Casciano in Val di Pesa, di chi pulisce da carte e rifiuti abbandonati gli argini dell'Arno ed altri fiumi dell'area metropolitana, di chi fa teatro e di due università americane a Firenze, la Gonzaga e la Syracuse, che organizzano attività che vedono fianco a fianco studenti e rifugiati.

Bastano poche parole di un ragazzo africano costretto a fuggire dal proprio paese per capire molto: "A scuola studiamo l'italiano, ma voglio poterlo parlare con altri: fuori". Accoglienza e integrazione, appunto: i due fuochi del modello.

Quando le 'differenze' si perdono. Bugli: "Una nemesi della migrazione""E' stato davvero un bel pomeriggio e una bella lezione" commenta l'assessore all'immigrazione della Toscana, Vittorio Bugli. In cattedra per due ore, assieme agli operatori, sono saliti infatti proprio alcuni dei ragazzi, con le loro storie di dolore e speranza, fuggiti dal Malì e dal Niger, dal Ghana o il Senegal. "E nel sentire i loro interventi subito si sono perse le differenze" dice. Quelle 'differenze' su cui si sedimentano pregiudizi e diffidenze. Se l'immigrazione viene affrontata solo come un'emergenza prevale nella percezione comune l'assistenzialismo, è stato anche sottolineato; diversamente, in un percorso mirato a costruire una cittadinanza attiva e una reciproca conoscenza, i rifugiati considerano se stessi una risorsa e la comunità non li percepisce più come un costo.

"Siamo di fronte a un progetto di accoglienza unico nella nostra regione – continua l'assessore – che 'trasforma' i richiedenti asilo in "persone che aiutano altre persone. Una nemesi della migrazione". "Non che siano tutte rose e fiori – dice Bugli – Non possiamo far finta che accogliere dodicimila richiedenti asilo sia stata una passeggiata, ma certamente con questo tipo di esperienze diventa più facile pensare a un'integrazione basata sull'autonomia progressiva delle persone coinvolgendoli nella gestione e nelle attività volontarie che prestano: la prosecuzione ideale di quel modello di accoglienza diffusa che abbiamo portato avanti fin dall'inizio e ci è sembrato la migliore risposta.

Una strada su cui vogliamo andare avanti". Con un punto fermo, che l'assessore non è mancato di sottolineare: "L'Europa – sottolinea – si deve rendere conto che non si può esimere dal fare di più e occuparsi in tutti i paesi e appieno del tema dell'accoglienza".

L'accoglienza in ostello: modello da esportareA Villa Camerata, oltre alla dirigente della Prefettura Alessandra Terrosi, all'assessore all'accoglienza di Firenze Sara Funaro e alla coordinatrice di Aics Accoglienza solidale Valeria Gherardini, è intervenuto anche il presidente nazionale Aics, il parlamentare Bruno Molea: «Accogliere i migranti in una struttura come un ostello della gioventù, luogo di incontro tra culture per antonomasia, ha creato l'alchimia perfetta a costruire l'accoglienza come la sognavamo" ha commentato -.

Con il volontariato sociale, l'assistenza agli anziani, la partecipazione agli eventi sportivi, facciamo in modo che i giovani migranti imparino a far parte di questa comunità, e che i cittadini imparino a riconoscerli come parte della propria comunità. Attualmente Aics Accoglienza solidale ospite giovani richiedenti asilo a Firenze e a Napoli, ma puntiamo ad allargare il progetto ad altre città d'Italia e ad esportarlo all'estero". Magari proprio in Germania.

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