Abusivismo e Degrado parole chiave costanti: la variabile è il Rispetto

E se fosse solo una città come tante, abitata da cialtroni?

Antonio
Antonio Lenoci
09 ottobre 2018 12:45
Abusivismo e Degrado parole chiave costanti: la variabile è il Rispetto

Firenze "non è una città come le altre" questo ci scrivete accompagnando le immagini che inviate a nove@nove.firenze.it per segnalare situazioni di "abusivismo" e di "degrado" che fotografate in città.  Il rigetto dell'immagine della propria città è uno dei sintomi del malessere moderno che segue l'odio per il sistema, la rabbia per la mancanza del posto fisso e le frustrazioni della vita privata. Tutte assieme portano alla fuga dalla propria città, e spesso dall'Italia.

Raccogliamo con attenzione tutte le segnalazioni ed appena possibile ci rechiamo sul posto per verificare lo stato dei fatti, ma chi meglio dei frequentatori abituali conosce strade e piazze di una città?  Nelle ultime settimane stiamo registrando una particolare evidenza per il termine "rispetto". Rispetto verso gli altri, verso il bene pubblico ed infine verso se stessi, nel caso di chi si spinge fino a mettere a rischio la propria vita, ad esempio con gesti estremi dettati da usi e mode del momento.

Sembra essersi fatta strada la via della mancanza di educazione civica non solo per quel che riguarda le nuove generazioni ed in questo caso senza alcuna distinzione. La preoccupazione maggiore resta la vivibilità degli spazi, è il caso recente dell'attenzione rivolta ai Giardini della Fortezza da Basso dove le immagini da noi pubblicate delle zone in ombra coperte di rifiuti ed escrementi sono passate in secondo piano rispetto alla presenza di "spacciatori" e soggetti ritenuti "poco raccomandabili" che creano uno stato di agitazione in chi attraversa o vorrebbe attraversare l'area verde sul viale Strozzi.

In questo caso il termine più gettonato è "sicurezza". Per risolvere il problema la richiesta è la sorveglianza "Ma non un controllo e via..." come detto al megafono dagli organizzatori del sit-in della settimana scorsa ai bastioni del Forte di San Giovanni. La situazione ottimale sarebbe "il presidio fisso" che rispecchierebbe il format adottato in molte ville comunali d'Italia da Milano a Lecce dove un vigile urbano è sempre presente all'interno del perimetro destinato a verde pubblico.

Sul tema si gioca la partita politica del contingente a disposizione delle amministrazioni: servono più uomini, per garantire più controllo. Una equazione logica che però contraddice il trend della video sorveglianza sviluppato negli ultimi anni per controllare il territorio da remoto attraverso sale regia. Non solo sicurezza. Di inciviltà sono anche pieni i commenti su Facebook e le segnalazioni che si occupano di attraversamenti pedonali, parcheggi selvaggi, abbandono dei rifiuti.

Ne sono esempio le strisce pedonali senza presenza di un semaforo che mettono in difficoltà molti anziani, le autovetture posteggiate sui marciapiedi o in luoghi che bloccano il flusso del traffico ed i rifiuti gettati a lato dei cassonetti per la raccolta differenziata. Scegliere una immagine simbolo non è facile, perché tutto si presterebbe ad interpretazioni fuorvianti e ad un facile scarica barile.   Abbiamo però scelto una moderna Mobike di ultima generazione, con il cambio a tre marce, abbandonata nella centralissima via Nazionale a pochi passi dalla ristrutturata Fontana delle Boccacce, tra San Lorenzo e Santa Maria Novella, circondata dal passaggio di residenti, turisti, operai, autisti, ristoratori, imprenditori, famiglie con bambini...

eppure priva di sellino ed usata come cestino dei rifiuti.Chi si occupa dell'educazione civica? Proprio il Comune di Firenze ha lanciato la proposta di riproporre la materia tra gli obblighi scolastici, con votazione finale. Basterà? Nel frattempo, e per tutti coloro che l'hanno scampata, cosa occorre fare per garantire il bene comune? Se è vero che Firenze "non è una città come le altre" potrebbe trovare una soluzione a questa deriva sociale che rischia di rovinare l'immagine, il brand, l'appeal di una città d'arte e di cultura, lasciandola invece scivolare nel luogo comune di città abitata da cialtroni.

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