Abbattimenti in Viale dei Colli: rispettato il codice dei beni culturali e del paesaggio?

Xekalos e Torselli (FdI – FiM): "Ancora una volta con questi lavori viene cambiato l’aspetto di un Viale storico". Il gruppo Firenze Riparte a Sinistra Grassi, Verdi e Alberici: "Paghiamo adesso anni di abbandono e di carenza di risorse. Troppe le responsabilità su chi, per pochi euro, fa le valutazioni. Peggio ancora le condizioni delle piante sostituite"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2019 23:50
Abbattimenti in Viale dei Colli: rispettato il codice dei beni culturali e del paesaggio?

L’Assessore all’ambiente, rispondendo a una interrogazione, ha detto che le sostituzioni dei pini nel viale dei Colli sono avvenute sulla base del progetto di riqualificazione del patrimonio arboreo del Quartiere 3 e Quartiere 1 approvato nel 2017.

“Peccato però che Viale dei Colli sia stato decritto dalla Soprintendenza come bene culturale oggetto di tutela, art. 12 dal D.lgs. 42/2004. Questo significa che invece di realizzare un progetto di riqualificazione, che dev’essere eseguito dinanzi a un bene degradato, per questo viale doveva essere eseguito un progetto di conservazione – affermano Arianna Xekalos e Francesco Torselli, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia - Firenze in Movimento–.Per la Soprintendenza infatti rientrano tra i beni culturali oggetto di tutela: l’area Centro Storico Unesco, piazze ed ambedue i lati della cerchia dei Viali, i Lungarni e gli argini dal ponte alle Grazie al ponte S.

Niccolò ed i siti dichiarati di interesse culturale, quali ad esempio il Piazzale Michelangelo, la passeggiata del Viale dei Colli e il Parco delle Cascine. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio per questi beni prevede uno specifico e apposito progetto autorizzato dal Soprintendente che il Comune non ha, visto che rispondendo alla nostra interrogazione è stato citato solo il regolamento comunale – concludono Xekalos e Torselli –. Ancora una volta l’Amministrazione Nardella sembra eseguire i lavori, realizzare i progetti, dimenticandosi completamente delle normative del codice dei beni culturali e del paesaggio e cambiando l'aspetto dei luoghi in cui i lavori ‘di riqualificazione’ vengono eseguiti.

E intanto la città si svuota del suo verde, l’inquinamento e le temperature atmosferiche aumentano. È questo che vogliamo lasciare alle generazioni future? Anche per questi abbattimenti stiamo valutando se presentare un nuovo esposto”.

"Torniamo a ribadire la nostra posizione in merito alla situazione degli abbattimenti delle alberature in Città -dichiarano i consiglieri del gruppo Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi, Donella Verdi e Adriana Alberici- stiamo pagando adesso anni di abbandono e di carenza di risorse per la manutenzione del verde in Città. Scelta della politica e non certo dei tecnici. E troppe sono le responsabilità su chi, per pochi euro, fa le valutazioni VTA per decidere quale sia l'intervento più adatto per la salvaguardia del bene verde, della sua funzione vegetale ma anche della sicurezza e incolumità della cittadinanza.

Due grossi dati di fatto che certo, influenzano le azioni dell'amministrazione ma non possono essere motivazioni valide per acconsentire a tagli indiscriminati, anche di piante sane, o di operazioni che sfregiano l'aspetto paesaggistico e ambientale della Città. Carenza assai grave, oltre agli abbattimenti, sono l'incapacità di questi anni di garantire nuove piante che non morissero più e più volte prima di attecchire e di poter iniziare a crescere. Il nostro pensiero va alle nuove alberature piantumate sui viali, in zona piazzale Michelangelo negli ultimi 3 anni, o a quelli di viale Redi, solo per citare i casi più eclatanti e nei quali siamo ormai al terzo o quarto reimpianto.

E poco importa se è la ditta a dover pagare la sostituzione perché a perderci è la capacità vegetale della Città e lo stato di salute della cittadinanza. Certo per l'amministrazione dimostrare che fa qualcosa in più del passato sulle alberature procedendo con abbattimenti e ripiantumazioni è più semplice, comodo e veloce. Più semplice anche reperire fondi perché se potare e fare manutenzione ordinaria è spesa corrente che si finanza dalle tasse pagate dalla cittadinanza oggi, la manutenzione straordinaria e gli abbattimenti si finanziano con mutui che sarà, qualcun altro in futuro a pagare.

Comodo e veloce perché rispetto alle azioni di alleggerimento e potatura selettiva, senza effettuare capitozzature, basta una sega e un cestello per tagliare i rami più grossi in quota, e poi tagliare il tronco principale, con tempi certi e poca competenza di chi interviene come operai. Rispetto alla richiesta di trasparenza e coinvolgimento che viene dalle associazioni come Italia Nostra ci chiediamo perché l'assessora Bettini e l'amministrazione abbiano più volte rifiutato il confronto, e anche quando questo in maniera embrionale c'è stato, non ha portato a nessun accoglimento delle proposte della cittadinanza.

Se dal Comune non hanno nulla da nascondere, ritengono che sia tutto fatto a modo, perché trincerarsi dietro al ruolo dell'amministrazione decisionista? Chiederemo che il Consiglio, prima della fine del mandato, sia chiamato a fare un bilancio di questa gestione che non troviamo adeguata a rispondere ai principi della cittadinanza attiva, ma anche alla emergenza climatica che certo abbatte improvvisamente le alberature sul nostro territorio ma che ha bisogno proprio della manutenzione e cura delle stesse piante per poter rallentare il peggioramento della salute del mondo, a partire dai contesti urbani". 

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