Apertura dell'edizione 2009 a Camaiore

Il presidente Nencini rivolto ai giovani: “Fatevi conoscere per le idee e le passioni che nutrite”. Il sindaco di Camaiore, Bertola: “Toscana terra d’avanguardia”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 novembre 2009 18:17
Apertura dell'edizione 2009 a Camaiore

Guai al conformismo, guai a rinunciare a crescere, a essere se stessi; guai a non scommettere su merito e impegno “perché è da lì, dalla passione, dalla creatività e dall’ingegno che nascerà la migliore Toscana del futuro”. Il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, inaugura la Festa della Toscana parlando dal palco del Teatro dell’Olivo di Camaiore, rivolgendosi alla platea di autorità, ma anche e soprattutto ai ragazzi delle scuole camaioresi che occupano i palchi del teatro.

Sono loro i giovanissimi studenti, i protagonisti dell’apertura della Festa dedicata ad “Arti, Culture, Futuro”, nella sala del teatro che si trova nel cuore di Camaiore, la città protagonista dell’edizione 2009. Il sindaco, Giampaolo Bertola, saluta “l’occasione importantissima per trovare momenti di collaborazione e amicizia tra istituzioni e persone che tutte insieme possono dare il migliore contributo allo sviluppo del Paese”. Bertola mette insieme “l’orgoglio di Camaiore, le caratteristiche del suo territorio con i meriti di una festa che valorizza la bellezza della Toscana, terra di avanguardia in tutta Italia”.

Terra che nella sua storia annovera primati importanti, come ricorda Nencini. Il presidente “rilegge” la prima edizione della Festa, dieci anni fa, con le parole del livornese Carlo Azeglio Ciampi. Ricorda i primati di libertà che passarono proprio dalla città di Livorno. In quella lezione di cultura e libertà Nencini innerva la Festa di quest’anno, sfatando, come dice rivolto ai ragazzi “alcuni miti”. A cominciare da quello di De Coubertin: “Non ha mai scritto meglio che vincere è partecipare”.

Il significato di ciò che ha detto è che l’impegno non è vincere, ma competere, dare il meglio di sé, per ottenere un risultato apprezzabile innanzitutto per noi stessi”. Tradotto significa andare al di là dei confini tradizionali di conoscenza: “la curiosità porta ciascuno di noi a pretendere di migliorarsi”. E l’ambizione del resto è un dovere. Anche l’identità è “un mito da sfatare”. “La nostra – dice Nencini – è fatta di molti pezzi”, ed è così per l’Italia intera.

Ebbene “creatività e ingegno” sono dati “dalla contaminazione: Se avete paura delle persone diverse da voi, siete destinati a rimanere a rimanere coperti nella folla; rinunciate alala possibilità di crescere”. Al contrario, la partita della storia e del futuro sta “nel confronto con identità diverse”, nel mettersi in posizione “da pari a pari”, se nel giocare una competizione che si fonda sul “merito”. Sempre rivolto agli studenti Nencini cita la Costituzione, il riconoscimento dovuto “ai meritevoli e capaci”.

Anche su questo la lezione della storia è tutta per il presente: c’è l’uguaglianza delle opportunità che è cosa assolutamente diversa dall’egualitarismo”; ma c’è poi il merito, “il modo migliore per scalare posizioni nella società, per confrontarsi con la propria coscienza, per mettersi alla prova”. La conclusione è l’invito ad assumersi “le proprie responsabilità”, con una raccomandazione: “Fatevi conoscere per le idee e le passioni che nutrite, fuori dal conformismo e dalla folla”.

Il tema di quest’anno è la sintesi di dieci anni di lavoro per la Festa della Toscana e giustamente è rivolto ai giovani delle scuole. Questo il concetto sottolineato anche dal presidente del Consiglio comunale di Camaiore, Pierfrancesco Pardini, che ha evidenziato l’opportunità che il Comune ha avuto nell’ospitare sia l’inaugurazione che la parata storica di domenica 29 novembre. Infatti – secondo Pardini - l’immagine positiva di Camaiore girerà in tutta la Toscana. Un concetto rafforzato anche dal presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, che ha ricordato come questo territorio sia la sintesi delle bellezze toscane.

“Ma la cosa più importante è l’impegno civile e culturale che porta con sé la Festa della Toscana. Sembra impossibile – ha detto Baccelli - che dopo secoli dalla decisione del Granduca di abolire la pena di morte e dopo la moratoria approvata dalle Nazioni Unite nel 2007 ci siano ancora molti Stati che applicano la pena capitale”. “Le cose, però, cambiano – ha concluso il presidente della Provincia -, dalla caduta del muro di Berlino all’elezione di Obama, per questo i giovani devono avere fiducia nell’umanità e nelle istituzioni internazionali e lavorare per un futuro migliore”. La consapevolezza che non bisogna mai abbassare la guardia in tema di diritti umani, giustizia e pace nel mondo, è il richiamo che ha fatto a tutti i presenti il vicepresidente della Giunta regionale, Federico Gelli. “La Festa della Toscana è un appuntamento che ci permette un confronto alto delle idee, al di là delle diverse appartenenze politiche.

Allo stesso tempo è il ponte tra il nostro passato ed il nostro futuro. Il Codice Leopoldino del 1786 – ha ricordato Gelli - è il primo documento di un’umanità nuova, che ha fondato un civiltà moderna, rispettosa dei diritti e della vita. E’ quel giorno che deve ispirare il nostro presente e dare un senso ed un obiettivo al nostro futuro”. Il vicepresidente della Regione Toscana, come segno positivo, ha ricordato che nei dieci anni della Festa della Toscana ben 18 Stati hanno abolito la pena di morte ed i loro rappresentanti verranno a Firenze per celebrare assieme questa scelta.

E rivolgendosi ai ragazzi presenti nel Teatro dell’Olivo di Camaiore, il vicepresidente Gelli ha indicato l’importanza del tema scelto quest’anno, che sarà al centro dei circa 700 eventi della Festa della Toscana. Tre le riflessioni principali: “E’ sulla cultura che si costruisce il proprio futuro; è con la conoscenza delle altre culture che si prende consapevolezza di noi stessi; è dall’incertezza del presente che si deve progettare il futuro”. “Bisogna dare spazio al talento – ha detto Gelli - e per questo oggi non hanno senso i tagli economici alla cultura, perché tutti sappiamo che più si arricchisce il capitale umano e meglio si possono cogliere le opportunità di sviluppo.

Inoltre, il tema del pluralismo delle culture oggi è fondamentale per arricchire la società e renderla adeguata alle sfide che verranno. Infine, anche la negatività della crisi economica può diventare un momento di riflessione per valutare le novità da modificare in positivo. Adesso è giunto il momento per avere coraggio, quello che ebbe la Toscana nel 1786 quando per prima abolì la pena di morte”. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Pollina, ha ringraziato il Comune di Camaiore per l’efficienza e l’impegno dimostrato nell’ospitare quest’anno la Festa della Toscana.

“Nel decennale dell’iniziativa – ha detto Pollina - abbiamo portato all’attenzione dei giovani un messaggio che non devono mai dimenticare per il futuro, quello della cultura e delle arti, cioè dei valori che sono stati costruiti nel passato e che loro devono continuare a costruire, a partire dalla lotta contro la pena di morte”. (gdi) (cam)

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