I media multiculturali negli Stati Uniti al tempo di Obama

Convegno ogni a Firenze sul fenomeno New America Media in comparazione con il nostro paese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2009 22:55
I media multiculturali negli Stati Uniti al tempo di Obama

“E’ in atto una crisi di identità del giornalismo, una destrutturazione del mondo dell’informazione […]. C’è necessità di maggiore pluralismo e soprattutto bisogna guardare ai più deboli”. Sono parole del Presidente dell’Assostampa (Associazione Stampa Toscana) Stefano Sieni, che ha presentato oggi un incontro alla sede di via de’Medici, organizzato insieme al Cospe (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), sul tema dei media multiculturali. L’occasione per questo evento è venuta dalla presenza a Firenze di Sandip Roy, l’editor di New America Media, il grande consorzio di media multiculturali (‘ethnic media’) statunitensi che raccoglie, traduce e pubblicizza le notizie delle circa 3000 testate ad esso affiliate. Nato nel 1996, New America Media ha cercato di andare incontro alle esigenze dei quasi 60 milioni di lettori di testate e media etnici che vivono negli Stati Uniti, offrendo un servizio unico di informazione alternativa ai canali principali.

L’obiettivo è quello di aiutare l’integrazione e di promuovere la diversità culturale, perché – sostiene Roy – “non ha senso parlare di democrazia inclusiva, se milioni di persone sono escluse dall’informazione televisiva. E’ necessario poter raggiungere tutti i cittadini”. “A volte nella gente c’è la percezione che i media multiculturali siano come un ghetto, ma in realtà svolgono la funzione di ponte tra i ‘mainstream media’ e le realtà delle persone più emarginate”.

In Italia, come afferma Anna Meli del Cospe, progetti di questo tipo sono già nati, abbiamo l’esempio della Piattaforma italiana dei media multiculturali, ma rispetto all’esperienza statunitense sono ancora in una fase embrionale: è per questo che l’associazione no profit fiorentina ha avviato da circa due anni un’intensa collaborazione con il New America Media. Il legame tra linguaggio giornalistico e razzismo è un altro dei temi affrontati durante l’incontro, ed in particolare è stato Lorenzo Guadagnucci di Giornalisti contro il razzismo ad affrontarlo in maniera più decisa, poiché, come ha spiegato, da un anno la sua associazione si batte per il rispetto della Carta di Roma, il protocollo deontologico contro la xenofobia nei media creato dall’Ordine dei Giornalisti.

L’auspicio di Guadagnucci è che questo codice di disciplina sia esteso ai giornalisti di tutto il mondo, affinché l’informazione non contribuisca ad alimentare il crescente clima di odio nei confronti dell’immigrato o, come viene definito in USA, dell’illegale. Una tendenza al cambiamento, comunque, si è intravista con l’elezione di Obama alla Casa Bianca, perchè, come afferma Sandip Roy, è riuscita a donare fiducia alle comunità etniche, che adesso attraverso le proprie testate richiedono maggiori garanzie per i più deboli e spingono per riforme significative. di Alessandro Xenos

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