Incidenti stradali: nel 2008 in provincia di Firenze 57 morti

Salvati: "400 morti in meno rispetto allo scorso anno sono un segnale di miglioramento, ma l’Italia occupa le posizioni peggiori nella classifica europea della sicurezza stradale. Si deve fare di più".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2009 20:13
Incidenti stradali: nel 2008 in provincia di Firenze 57 morti

“Il 7,8% di morti in meno sulle strade italiane nel 2008 è un risultato incoraggiante, ma comunque inferiore alle nostre attese. Se manteniamo questo trend è impossibile raggiungere l’obiettivo fissato dalla Ue di ridurre del 50% le vittime della strada entro il 2010”. Esordisce così Sandro Salvati, Presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, commentando la pubblicazione dei nuovi dati Aci-Istat che analizzano lo stato dell’incidentalità stradale in Italia nel corso del 2008.

E aggiunge: “Oggi, possiamo dire che 400 persone in più rispetto allo scorso anno sono tornate dalle loro famiglie, ma questo risultato non deve assolutamente fermare la nostra battaglia. Il nostro pensiero, in questo momento, deve andare a quelle 4.731 persone che non torneranno più a casa, a quelle migliaia di familiari e amici che proprio domenica ricorderanno i loro congiunti, nella giornata mondiale dedicata a coloro che hanno perso la vita sulla strada. Questo pensiero deve motivarci a proseguire con sempre maggiore determinazione la nostra lotta all’incidentalità, affinché ogni anno siano sempre meno le persone da ricordare in questa ricorrenza.” I dati pubblicati in data odierna delineano un quadro non propriamente confortante per il nostro Paese: 400 morti in meno sulle strade italiane nel 2008 rispetto all’anno precedente sono comunque un segnale perché confermano il trend di questi ultimi anni.

Però, va considerato che nel 2007 i morti erano stati 538 in meno e quindi la diminuzione c’è, ma rallenta. Analogo trend per le statistiche Aci-Istat circa gli incidenti e feriti denunciati che diminuiscono rispettivamente del 5,2% e del 4,6%, ma complessivamente il giudizio sullo stato dell’incidentalità stradale in Italia non cambia: siamo ancora in piena emergenza. Infatti, a differenza di Aci-Istat, le Compagnie di Assicurazione registrano il numero totale di incidenti e feriti nell’anno sulle strade italiane che per il 2008 sono 3.700.000 con quasi un milione di feriti (Fonte: ANIA, 2008).

“Si tratta di numeri impressionanti, più simili ad una guerra civile combattuta ogni giorno sulle nostre strade” - spiega Salvati. Analizzando i dati pubblicati, emergono delle zone a maggiore criticità, come evidenzia l’incidentalità stradale registrata nelle aree urbane. Basti pensare che all’interno delle nostre città si registrano il 43,9% delle vittime della strada (2.076 morti). Ciò è dovuto in particolar modo all’inadeguatezza e alla scarsa manutenzione della rete stradale italiana, rispetto alla densità di percorrenza dei veicoli che essa deve accogliere quotidianamente.

Ma anche l’inciviltà dei conducenti è corresponsabile dell’elevata mortalità che si registra sulle strade cittadine. I dati della Toscana Le stesse tendenze rilevate a livello nazionale hanno avuto una ricaduta anche a livello locale. Sono da interpretare come segnali parzialmente positivi i dati che arrivano dalla Regione Toscana, che registra 296 morti (-8,1 %) e 24.902 feriti (-5,9%), così come quelli che arrivano dalla Provincia di Firenze, dove ci sono stati 57 morti (-12,3 %) e 7.873 feriti (-11,2 %) per incidente stradale.

Nel 2008 si è registrata una flessione dell’incidentalità soprattutto nella città di Firenze, con 14 morti (-26,3%) e 4.155 feriti (-16,6%). “I comportamenti scorretti al volante, in primis la guida distratta, sono i maggiori responsabili della strage che ogni giorno si consuma sulle nostre strade - spiega Salvati -. Le utenze deboli sono le principali vittime della mancanza di ‘civicness’ di chi guida in modo incosciente. E’ inaccettabile che 648 persone che passeggiavano tranquillamente sulle nostre strade abbiano perso la vita per il comportamento scriteriato e superficiale di qualcuno: un esempio su tutti, chi si mette al volante telefonando con il cellulare oppure inviando sms.

E’davvero triste constatare che, rispetto ad un decremento complessivo della mortalità sulle strade, si sono registrate addirittura 21 vittime in più tra i pedoni, categoria che rappresenta il 13,3% delle vittime della strada”. Approfondendo ulteriormente l’analisi, si riscontra una flessione del 33% della mortalità stradale rispetto al 2000 - quando si registravano 7.061 vittime di incidenti stradali - ma l’Italia si trova ancora ben lontana dal raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea: dimezzare i morti da incidente stradale entro il 2010.

Va sottolineato che il decremento percentuale delle vittime registrato dal nostro Paese è al di sotto di quello che si è verificato nei più importanti Paesi Europei (Francia: -47,1%, Spagna: -46,3%, Germania: -40,3%). “La sensibilità nei confronti della sicurezza stradale è aumentata - prosegue Salvati - e, soprattutto, sono aumentati i controlli grazie agli sforzi compiuti dalle nostre Forze dell’Ordine. A maggior ragione ritengo che i risultati conseguiti non siano all’altezza dell’impegno profuso.

La cosa preoccupante è che verifichiamo una relativa riduzione del numero di incidenti, ma l’entità dei sinistri resta grave e il tasso di mortalità troppo alto. I numeri non sono tutto, ma dicono molto: per dimezzare le vittime entro il 2010 nel nostro Paese è necessario fare uno sforzo enorme, quasi un miracolo.” “Dobbiamo tutti prendere coscienza che ci troviamo di fronte ad una vera emergenza nazionale - avverte Salvati - e, come tale, questa deve essere affrontata. Senza più effetti annuncio o ritardi negli interventi occorre che vengano varate norme coerenti e le pene vengano applicate senza indulgenza fuori luogo.

I comportamenti scorretti o criminali di chi guida cambieranno solo se Istituzioni pubbliche e private, Forze dell’Ordine, scuola, famiglie, tutti faremo sistema per attuare massicci progetti di educazione e prevenzione alla guida.” “Come Fondazione delle Compagnie di assicurazione stiamo investendo in questo più del sistema pubblico. Chiediamo al Governo di destinare risorse adeguate all’encomiabile lavoro delle forze dell’ordine e alle iniziative tese a creare una reale cultura della civiltà su strada in Italia”.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza