Il ''Libro della Vita''

Lo spettacolo affronta temi di grande attualità: immigrazione clandestina, il sogno americano, il viaggio in nave, l'approdo alla realtà, il carcere.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2009 14:32
Il ''Libro della Vita''

Il “Libro della Vita” è uno spettacolo biografico che racconta la storia di Mimoun El Barouni, attore della Compagnia della Fortezza che, guidato da Armando Punzo, decide un giorno di scrivere e raccontare la sua vita, fatta di un mondo berbero, di rabbia, di non riconoscenza, di poesia. Una piece dura e avvincente, piena di dolore e di vita. La scommessa è quella di partire da un'apparente non teatralità per aprire nuove finestre di conoscenza sul mondo e sulle possibilità di fare teatro.

Lo spettacolo affronta temi di grande attualità: immigrazione clandestina, il sogno americano, il viaggio in nave, l'approdo alla realtà, il carcere. In scena Jamel Bin Salah Soltani, attore nord africano, anche lui storico componente della Compagnia della Fortezza, che per la sovrapposizione di storie e situazioni narrate nel testo, con quelle della sua vita, lo interpreta con drammatica intensità e struggente coinvolgimento. "Lo sguardo della poesia brucia nell'attualità, o l'attualità si consuma e brucia nella presenza di un corpo di poesia? Questa domanda prende le sembianze di un concreto progetto drammaturgico nel racconto in prima persona di Alì, attore marocchino della Compagnia della Fortezza, racconto intervallato alla scansione di versi e teso alla creazione di una forma della biografia, dove tutto si congiunge: esperienza e sogno dell'esperienza, sua immaginazione.

Il viaggio nell'inferno del nostro tempo sfida non solo la possibilità dell'essere detto, ma anche il dominio della forma, in questo caso della forma di una drammaturgia ridotta veramente all'osso: un tavolino, una sedia, un quaderno davanti e un uomo che parla. Parla di sé, della sua famiglia lasciata, dell'impegno politico e intellettuale, del carcere, e dà vita a questa forma della biografia sulla scena. Il teatro dell'autobiografia prende il monologo e lo sdoppia di personaggi: il padre, la madre, i ragazzi del popolo, che si alternano felicemente nell'unica voce recitante, screziandola di toni, registri, in felice alternanza: secca e densa insieme.

Ombre della propria vita che emergono e prestano le proprie voci a quella, unica e multipla insieme, del protagonista. La riflessione ostinata sul teatro, il suo senso, continua e diventa testimonianza di uno degli attori della compagnia della Fortezza. Non forma "della" vita, ma forma "nella" vita, dentro di essa, immanente ai suoi stridori. Biografia drammaturgica o dramma di un'autobiografia: lo sbocco necessario di un teatro che possa un giorno fare a meno anche del teatro. E' forse un sogno estremo in cui credere con il regista di questo spettacolo Armando Punzo".

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