Crisi: a Firenze colpisce una società su cento

Un Giano bifronte davanti alle società di capitali fiorentine: ristrutturazione orientata alla flessibilità o ripresa sostenibile dello sviluppo?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2009 12:49
Crisi: a Firenze colpisce una società su cento

Camera di Commercio di Firenze e Dipartimento di Scienze Aziendali della Facoltà di Economia dell’Università di Firenze presentano il rapporto che monitora lo “stato di salute” delle società di capitali della provincia di Firenze. L’attenzione si concentra sulle realtà che fatturano oltre 500.000 euro, prendendo in esame cinque anni di bilancio, dal 2003 al 2007. La provincia di Firenze registra nel 2007 una crescita nel numero delle società di capitali iscritte al registro delle imprese: 25.767, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente.

Significativa la crescita nel 2007 dei ricavi (+4,95%) e del valore aggiunto (+5,90%); quest’ultimo con un maggior ritmo d’incremento a indicare una certa capacità da parte delle imprese nel portare avanti il binomio “efficienza-efficacia”. Ma tale dato può anche essere interpretato come una strategia che anticipa il rallentamento dell’economia verificatosi nel primo semestre 2008 e poi divenuto recessione nel secondo semestre: le imprese potrebbero aver cercato di compensare la minor crescita di fatturato con una maggior crescita dei margini che, ovviamente, affinché sia sostenibile nel medio termine, comporta la necessità di spingere su qualità, servizi e specializzazione.

I bilanci non consentono di andare oltre il 2007. Solo l’anno prossimo sarà possibile verificare quanto l’effetto della crisi avrà impattato sulla sostenibilità dei margini correlata a un percorso di miglioramento qualitativo e di specializzazione. Ciò che si evince è che gli investimenti nella struttura operativa (-6,28%) non si sono mossi di conserva con la crescita del volume di attività in quanto prosegue la tendenza, rilevata anche l’anno scorso e in ambito regionale, all’alleggerimento della struttura produttiva verso una maggiore flessibilità.

Tale orientamento, se da un lato riduce i rischi delle oscillazioni di mercato, dall’altro potrebbe “impoverire tecnologicamente” le imprese rendendo più difficoltosa la scelta di strategie basate su qualità e valore aggiunto. Molto buona la redditività operativa che passa dal 7,7% al 7,9% (superiore di mezzo punto al corrispettivo regionale), ed è la sintesi della maggiore redditività delle vendite (dal 5,14% al 5,31%) e della minore quantità di capitali investiti che possono ruotare più velocemente (circa 215 a circa 211giorni), incrementando così i guadagni.

A ciò si correla anche un lieve miglioramento rispetto al 2003 dell’efficienza del lavoro, misurata dal costo del lavoro per unità di prodotto (Clup, che passa da un’incidenza del 63,71% a una del 62,19%). Il buon andamento del 2007 influisce anche sul miglioramento degli utili netti (dal 0,56% al 0,68%). L’effetto congiunto del calo degli investimenti e della crescita dell’utile netto ha come conseguenza il miglioramento del rapporto di indebitamento che, tuttavia, evidenzia ancora una situazione di sottocapitalizzazione delle imprese (con un patrimonio netto pari a una quota del 17%), ancorché a livelli migliori rispetto al dato regionale (patrimonio netto al 16%).

La solvibilità in generale è buona, considerando che nel periodo 2003-2007 i flussi di autofinanziamento hanno assicurato adeguata copertura del servizio del debito, nonostante si sia verificata una lieve riduzione del grado di copertura degli oneri finanziari (da 2,51 a 2,18). Dimensionalmente, tra il 2003 e il 2007, considerando l’andamento del fatturato, le imprese di maggiori dimensioni si sono caratterizzate per un percorso di sviluppo superiore di oltre una volta e mezzo rispetto a quelle più piccole.

Geograficamente, il capoluogo concentra su di sé la maggiore quantità delle società di capitali (oltre il 40%), confermando anche il buon livello di attrattività dei comuni limitrofi: Sesto Fiorentino, Signa, Bagno a Ripoli, Scandicci, Campi Bisenzio e Calenzano insieme contano oltre il 23% delle società. Bene anche il comune di Empoli e il distretto pellettiero di Fucecchio che insieme concentrano l’8% delle imprese. L’apertura dell’analisi per settore di attività mostra un buon andamento degli indicatori di sviluppo dei vari comparti in cui tuttavia spicca la crescita del valore aggiunto del settore industriale aggregato (+7,27%), parallelamente al miglior risultato caratterizzante il terziario sul fronte fatturato (+5,32%).

Il calo degli investimenti strutturali è particolarmente marcato per il comparto dei servizi (-7,53%), ed è un dato anomalo, dal momento che la redditività degli investimenti è tutto sommato lievemente inferiore a quanto rilevato l’anno scorso (da 7,3% a 7,2%). Nell’ambito dell’industria i migliori comparti sono rappresentati dalla meccanica (fatturato +6,2%; Roi 9,5%) e dalle costruzioni (fatturato +8,5%; Roi 9,7%); per i servizi i migliori settori sono rappresentati da informatica e ricerca (fatturato +11,6%; Roi 10,8%) e da poste e telecomunicazioni (fatturato +16,8%; ROI 10,9%).

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza