Bilancio Regionale 2009: per ogni toscano una spesa di 2.646 euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2008 15:33
Bilancio Regionale 2009: per ogni toscano una spesa di 2.646 euro

Firenze, 22 Dicembre 2008– Integrazione delle politiche sociali, rilancio dell’economia e delle infrastrutture. E’ lungo queste linee che si muove il bilancio di previsione 2009 della Regione Toscana all’esame del Consiglio regionale, insieme a legge finanziaria 2009, bilancio pluriennale 2009-11 e terza variazione al bilancio 2008. Tre sono le priorità indicate nel bilancio 2009: gli interventi per la non autosufficienza con 188 milioni di euro in tre anni; la riduzione di tasse automobilistiche ed Irap; l’avvio operativo dei programmi europei ed il rilancio degli investimenti.

Nel 2009 ci saranno risorse per lo sviluppo per oltre un miliardo di euro: 360 mln da fondi europei, 156 mln di fondi nazionali Fas (il Fondo per le aree sottoutilizzate) e 490 mln di investimenti regionali. Per ogni toscano nel 2009 si spenderanno 2.646 euro, rispetto ai 2.461 del 2008 ed ai 2.245 del 2007. La spesa sanitaria pro capite è di 1.722 euro. Le entrate saranno di 9.729 milioni di euro (+7,5% rispetto al 2008). Ecco i principali gettiti tributari: compartecipazione Iva 3.775,15 mln, Irap 2.336,10 mln, addizionale Irpef 394,86 mln.

Sul fronte delle uscite, alla sanità ed al sociale sono destinati 6.634 mln, al territorio 1.195 mln, all’economia 373 mln, alla cultura e formazione 320 mln, all’ambiente 248 mln, al sistema istituzionale 207 mln, all’amministrazione 752 mln.
Le novità fiscali riguardano tasse automobilistiche e Irap
Per i veicoli poco inquinanti (euro 4 e 5, gpl e metano già immatricolati) c’è la riduzione del 10%. I veicoli immatricolati dal 1 gennaio 2009 a benzina/metano, benzina/gpl, benzina/idrogeno, benzina/elettricità godranno dell’esenzione.

L’Irap sarà ridotta dell’1% per tutte le aziende pubbliche, senza fini di lucro, che erogano servizi assistenziali alla persona. Sono confermate alcune agevolazioni sul fronte Irap: l’aliquota è annullata per gli ‘spacci’ di montagna; è ridotta al 3,25% per onlus e nuove imprese giovanili; è ridotta al 3,75% per le imprese montane, le aziende ‘etiche’ certificate SA 8000, e, dal 2009, anche per le aziende di servizi alla persona (ex Ipab); al 3,5% per le imprese certificate EMAS; al 3,85% (fino a 20 mln di euro di base imponibile) per le imprese ISO 14001.

Le associazioni di volontariato e le Onlus non pagheranno il bollo auto sui mezzi utilizzati a fini sociali. Il programma straordinario degli investimenti prevede complessivamente 254,96 milioni di euro nel 2009. Ecco le voci principali: viabilità di interesse regionale 159,85 mln; 35,54 mln per il rilancio dei poli espositivi; 14,40 mln per le carenze idriche ed il disinquinamento delle acque; 11,29 mln per l’erosione della costa; 11,50 mln per la mobilità urbana, ferroviaria ed i porti regionali; 6,50 mln per il nuovo patto per lo sviluppo e l’occupazione; 4 mln per la riconversione delle strutture agroindustriali.

Per assicurare sostegno allo sviluppo economico, 373 mln saranno investiti direttamente per dare più forza alle politiche intersettoriali e creare sinergie tra i diversi comparti. Sul fronte sanitario sono stati stanziati 6.331 mln, pari al 65% del bilancio regionale. Alle strutture sono destinati 330 mln, di cui 132 per investimenti; al mantenimento dei livelli di assistenza, 5.636 mln; ai programmi di sviluppo dei servizi 365 mln. Nel 2009 sulla viabilità sono stanziati 300 mln di euro (nel 2008 erano 226).

Dal 2002 Regione e Province hanno la gestione diretta di oltre 2.600 km di strade ex statali. Sul fronte dei trasporti pubblici gli stanziamenti in bilancio sono pari a 497 mln, di cui 22 per modernizzare le infrastrutture. In particolare, 272 mln per il trasporto su strada, 220 mln per il trasporto su ferrovia, 5 mln per altre tipologie. Sul fronte delle politiche sociali nel 2009 sono previsti 303 mln di euro, il 6,5% in più rispetto al 2008, nonostante la riduzione del Fondo sociale nazionale.

Le risorse sulla politica per la non autosufficienza sono state incrementate di circa 30 mln a completo carico del bilancio regionale, grazie al recupero dell’evasione fiscale a base regionale. Sul fronte della cultura, formazione e tempo libero le risorse disponibili sono 320 mln (nel 2008 erano 169 mln). In particolare: 10,5 mln alle politiche per il lavoro; 130,4 mln all’istruzione ed al diritto allo studio; 104,8 mln all’orientamento ed alla formazione professionale; 68,5 mln all’organizzazione della cultura e dei beni culturali; 5,9 mln alla qualità dei servizi e del tempo libero.

Ancora più in dettaglio dei 130 mln per l’istruzione ed il diritto allo studio, 59 sono per investimenti; 87 mln per interventi educativi per l’infanzia e l’adolescenza; 31 mln per l’azienda regionale per il diritto allo studio. Le risorse disponibili per l’amministrazione generale (752 mln complessivi) sono così destinate: 29 mln alla gestione patrimoniale; 208 mln al funzionamento della struttura regionale (194 mln le spese correnti); 24 mln ad aziende ed enti regionali; 134 mln alla gestione finanziaria.

In questo quadro è prevista l’estinzione anticipata del debito pari a 100 mln. La terza variazione al bilancio di previsione 2008 registra maggiori risorse, in entrata ed in uscita, di circa 26 milioni di euro. Di questi, 10 milioni, ricavati dal recupero dell’evasione fiscale sull’Irap, sono destinati al fondo per la non autosufficienza. Altri 11,8 milioni, ottenuti dal ricorso all’indebitamento, serviranno per alcune infrastrutture nel settore sanitario (6 milioni), per altre nel settore del commercio e turismo (5 milioni), per cofinanziare l’acquisto di materiale rotabile di Trenitalia.
«Il bilancio traduce di fatto in numeri le indicazioni del Dpef su cui già avevamo espresso parere negativo.

Questo parere negativo lo ribadiamo oggi con un’aggravante, perché questo bilancio ha un grave difetto di orientamento rispetto all’andamento reale dell’economia così come raccontato dall’ultimo rapporto Irpet». «Noi siamo dinanzi a una proposta che pare staccata dalla realtà. Purtroppo, registriamo con grande contrarietà il fatto che siamo davanti alla solita rituale manovra identica a sempre, che non interviene nella crisi e nelle emergenze attraversate dalla nostra regione». «Anche i pochi aspetti positivi presenti in questo documento, ovvero il mancato aumento della pressione fiscale e la diminuzione della spesa corrente, si devono solo agli obblighi creati dalla manovra presentata in luglio dal governo nazionale e tanto osteggiata dalla giunta regionale».

«Un altro punto: in materia di sostegno concreto alle famiglie, i provvedimenti emanati dal governo come la social card sono stati bocciati dalla giunta toscana come ‘poca cosa’. Noi invece crediamo che, specialmente sul blocco delle tariffe di pertinenza regionale come ad esempio quella dei rifiuti, la Regione potrebbe metterci del suo e ciò sarebbe gradito da parte nostra oltre che di sollievo per i cittadini».
“Sotto l’albero di Natale i toscani potrebbero trovare un regalo in più: la riduzione delle tariffe di acqua e rifiuti dal prossimo gennaio.” È quanto annuncia il Vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Pollina, consigliere regionale di Forza Italia – PdL, durante la conferenza stampa di fine anno dei gruppi di F.I.-PdL ed A.N.-PdL.

“Accanto alle misure anticrisi che toccheranno tutti gli italiani, la Regione Toscana deve fare la sua parte ed intervenire nei settori di sua competenza per proteggere e sostenere famiglie ed imprese in questa difficile congiuntura economica. Le risorse a disposizione della Giunta regionale di centrosinistra non mancano e sono sufficienti per coprire una sensibile riduzione delle bollette di acqua e rifiuti a partire da gennaio 2009. Dopo quanto successo a Firenze, dopo gli scandali venuti alla luce nelle fila del PD, - conclude Angelo Pollina - dare una mano a far quadrare meglio i bilanci delle famiglie toscane è doveroso e necessario per riallacciare un rapporto ormai logoro con i cittadini, un tentativo concreto per colmare quell’abisso che si è creato tra la realtà percepita dai vertici delle Istituzioni locali e la realtà che ogni giorno pone ostacoli e difficoltà alle famiglie, alle imprese e alle fasce più deboli della nostra società”.
«La proposta di legge del bilancio regionale per il 2009 e per il triennio 2009-2011 avrebbe potuto presentare qualche spunto di cambiamento più concreto, anziché una sbiadita fotocopia di quelli precedenti.

Chi legge questo bilancio si trova davanti un documento che è copia del precedente. Mancano scelte coraggiose volte soprattutto ad occuparsi di tutti i cittadini, in particolar modo delle fasce più deboli come precari, pensionati, lavoratori a rischio licenziamento e via dicendo». «In un periodo di stagnazione economica come quello che stiamo vivendo, è necessario puntare all’economia reale basata sull’impresa e sul lavoro. Mancano investimenti destinati all’infanzia, manca un impegno per il diritto alla casa come poteva essere la costituzione di un fondo di garanzia a favore dei giovani per aiutarli concretamente nell’acquisto della prima casa».

«Si pensa di ridurre la pressione fiscale escludendo dal pagamento della tassa automobilistica i veicoli immatricolati dal 1 gennaio 2009, e qui ancora una volta l’aiuto si rivolge a chi ha una posizione economica adeguata dimenticando chi non ha la possibilità di cambiare l’auto non perché insensibile alle questioni ambientali, ma perché costretto da condizioni economiche precarie che non permettono l’indebitamento. In questo caso le istituzioni penalizzano il cittadino, anziché sostenerlo».

«In un momento di grande difficoltà come quello attuale, bisogna sostenere la domanda interna e aiutare le fasce più deboli, mettere a punto misure forti atte a contenere la recessione e a scongiurare gli inevitabili costi sociali. Tali misure non possono essere che di duplice natura: da un lato, sostenere la domanda aggregata; dall’altro, di attenuare i costi per fasce di cittadini più esposti, in una parola per più deboli, e per quanti si troveranno in difficoltà nel mercato del lavoro, per le famiglie e i singoli che vedranno drasticamente decurtato il loro potere d’acquisto».

«L’articolo 4 della proposta di legge finanziaria rimodula e rifinanzia 15 piani e programmi adottati nel corso della legislatura, prevalentemente nel 2007. In un momento di stagnazione dell’economia a livello sia nazionale che internazionale, disporre la rimodulazione dei suddetti programmi senza far cenno a una valutazione delle realizzazioni a oggi conseguite, disperde in modo disorganico la già contenuta disponibilità finanziaria. Peraltro, alcuni dei piani e programmi non rientrano nelle competenze della Regione e consistono esclusivamente in attività di promozione propagandistica (come gli interventi per la formazione di una cultura di Pace).

Rimodulare tali iniziative fino al 2011 appare dunque largamente inopportuno». «Dinanzi al programmato blocco delle tariffe deciso a livello nazionale, cosa fa la Regione? Perché non si è pensato a interventi sul sistema tariffario dell’acqua e dei rifiuti? Perché non si è esplorata la strada della rimodulazione dei fondi strutturali europei? Perché la Regione latita nella capacità di fare sintesi tra pubblico e privato anche nella partecipazione ai bandi per fondi europei extra quelli routinari?» «Ecco dunque un bilancio avvilente, deludente, mortificante per la Toscana, caratterizzato dall’incapacità di spendere e di investire, ma anche di percepire i campanelli d’allarme emersi nel rapporto Irpet di venerdì scorso.

Un deludente bilancio fotocopia, partorito da una giunta regionale che fa la Bella Addormentata nel bosco, ancorato a Prs di tre anni fa. Anni luce. Neanche nell’Urss, in caso di grave crisi economica, rimanevano immutati i piani quinquennali: in Toscana, invece, tutto in linea con quanto era previsto quando il Pil e l’occupazione crescevano».
“Nonostante i limiti dovuti alla stretta finanziaria, il bilancio 2009 ed il bilancio pluriennale 2009-2011 ci consentono di sviluppare azioni significative di sostegno alle politiche pubbliche ed all’economia del nostro territorio, anche se i vincoli imposti dal patto di stabilità limitano enormemente l’impiego delle risorse disponibili”.

Il presidente della commissione Affari istituzionali, Ilio Pasqui (Pd), ha sintetizzato così i contenuti della manovra finanziaria 2009, sottolineando le difficoltà incontrate per garantire l’equilibrio di bilancio, da un lato, e la necessità di fronteggiare le emergenze economiche e sociali, dall’altro. “Se registriamo un incremento di risorse rispetto allo scorso anno – ha rilevato – lo dobbiamo al fatto che sono state concretamente definite le risorse comunitarie (Fesr e Feasr) e quelle nazionali (Fas), che coprono le previsioni dei Progetti integrati regionali contenute nel Piano regionale di sviluppo”.

“La struttura interna del bilancio è stata significativamente rivista – ha aggiunto – per garantire con risorse proprie regionali quelle venute meno per i tagli operati dalla Finanziaria nazionale sul fondo sociale, sul piano casa, sulla manutenzione delle strade”. Il presidente della commissione ha quindi concluso il suo intervento con un richiamo alla situazione più generale del paese. “Oltre all’impiego di risorse finanziarie straordinarie, credo che la politica debba parlare anche al cuore ed alla mente delle persone – ha affermato Pasqui – Gli sforzi contenuti in questo bilancio, dal sostegno alle politiche economiche al consolidamento del nostro servizio sanitario, dalle politiche sociali a quelle formative e scolastiche, possono rappresentare concrete risposte anche in termini di “valori” alla nostra società, che è obbiettivamente preoccupata”.
La crisi non è solo economica e finanziaria, “ma anche sociale e politica; non è congiunturale ma strutturale”: tocca tutti gli aspetti della società e perciò diventa fondamentale capire “come si affronta”.

Per Marco Montemagni, capogruppo del Gruppo Misto, la scelta giusta non è nel “tentativo di rottura di forza del sistema sociale” portata avanti dal governo nazionale, ma occorre fare un “salto di qualità della filosofia e delle pratiche concertative, come si sta facendo in Toscana”. Il bilancio in discussione “è per lo sviluppo e l’innovazione; punta sulla sostenibilità e al rafforzamento del welfare proprio in un momento in cui le famiglie potranno subire contraccolpi duri sul reddito e sul lavoro”.

Rafforza le politiche per la ricerca, per l’infrastrutturazione sostenibile – di particolare importanza sono gli interventi su porti (Livorno), interporti e ferrovie (la linea Pistoia-Lucca-Viareggio) –, grazie ad una “oculata integrazione del Fondi nazionali ed europei”. Importanti, sul fronte della sostenibilità, sia il tema dei rifiuti, “con forti investimenti per rafforzare la raccolta differenziata”, che quello dell’acqua e dell’assetto idrogeologico: “Chiediamo per l’Arno – ha detto Montemagni – che, oltre alle risorse messe a disposizione della Regione, il governo faccia la sua parte nel rispetto dell’accordo Matteoli-Martini firmato diversi anni fa…”.

Il consigliere ha sottolineato il “grande rilievo” degli ulteriori “impegni sociali, con particolare riferimento agli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e per le famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo per la casa: la Giunta si è impegnata a varare la prima variazione di bilancio a gennaio, su questo c’è una forte attesa sociale”. Anche la coalizione di centrosinistra è chiamata a “un di più, ad uno sforzo eccezionale che deve vederci tutti maggiormanete impegnati e propositivi”.

Il capogruppo di Fi-Pdl, Alberto Magnolfi, legge la manovra di Bilancio in dicussione sotto la lente della crisi mondiale e delle “preoccupazioni fondate” per il futuro che a questa sono connesse: “La Toscana ha un punto di criticità in più rispetto alle altre regioni di testa: soffre più di altre, perché meno di altre riesce ad adattarsi a mutamenti epocali”. Sconta difficoltà “nella selezione degli interventi e nella stessa capacità di spesa: 900 milioni di avanzo di amministrazione nel bilancio 2008 – ha detto Magnolfi – significa che non c’è capacità di spendere bene o di spendere in generale”.

Magnolfi ha parlato di un “eccesso di pagnisteo” a fronte di “un punto di debolezza strutturale profondo che “si pone al centro del modello economico toscano: l’incapacità di esportare, cioè di competere sul mercato globale”. Da qui bisogna muovere, per reagire avviando un cambio di rotta: ma ciò richiede “una modifica profonda nell’individuare le priorità, e non dei semplici aggiustamenti come invece fa questa proposta di bilancio”. E’ sbagliato, secondo Magnolfi, avallare “pedissequamente” scelte già fatte con i Pir (in una situazione economico-finanziaria toscana e internazionale totalmente mutata), mentre occorre “rispensare a una diversa destinazione, almeno parziale, dei fondi europei”, per investirli in operazioni di carattere sociale, o di carattere anticiclico (accompagnamento dei processi aziendali di roconversione, deindustrializzazione, diversificazione produttiva).

Temi che il capogruppo ha legato anche alla necessità di “mutamenti di carattere culturale” da parte delle forze di governo, rimettendo al centro dell’attenzione l’agricoltura e “rimuovendo gli ostacoli che impediscono di partire alle grandi opere”. Serve un cambiamento profondo “da parte di questa giunta e della maggioranza delle forze che la sostengono”, “prigionieri di un sistema di alleanze, potere e burocrazia politica da loro stessi creati”.
Per Marco Cellai (An-Pdl), siamo di fronte a "un bilancio avvilente, deludente, mortificante per la Toscana, caratterizzato dall’incapacità di spendere e di investire, ma anche di percepire i campanelli d’allarme emersi nel rapporto Irpet di venerdì scorso”.

“Una sbiadita fotocopia dei bilanci precedenti”. Secondo il consigliere “Mancano scelte coraggiose volte soprattutto ad occuparsi di tutti i cittadini, in particolar modo delle fasce più deboli come precari, pensionati, lavoratori a rischio licenziamento e via dicendo». Nel periodo di stagnazione che stiamo attraversando, ha sottolineato Cellai, "è necessario puntare all’economia reale basata sull’impresa e sul lavoro. Mancano investimenti destinati all’infanzia, manca un impegno per il diritto alla casa come poteva essere la costituzione di un fondo di garanzia a favore dei giovani per aiutarli concretamente nell’acquisto della prima casa".

Le misure che debbono essere adottate, debbono “da un lato, sostenere la domanda aggregata; dall’altro, di attenuare i costi per fasce di cittadini più deboli”. "L’articolo 4 della proposta di legge finanziaria rimodula e rifinanzia 15 piani e programmi adottati nel corso della legislatura, prevalentemente nel 2007. In un momento di stagnazione dell’economia a livello sia nazionale che internazionale, disporre la rimodulazione dei suddetti programmi senza far cenno a una valutazione delle realizzazioni a oggi conseguite, disperde in modo disorganico la già contenuta disponibilità finanziaria”.

Mentre alcuni dei piani e programmi “ consistono esclusivamente in attività di promozione propagandistica (come gli interventi per la formazione di una cultura di Pace)”. “Una rappresentazione del Bilancio e della Legge finanziaria non chiara anche con il raffronto al Dpef 2009”. Lo ha affermato il consigliere dell’Udc Giuseppe Del Carlo, sottolineando che, “giunti all’ultimo anno, era necessario che la Giunta si presentasse con un quadro più chiaro anche rispetto al programma di governo del 2005”.

Le mutate condizioni economiche vedono la Toscana in una situazione “sensibilmente peggiore di quella nazionale: i dati Irpet registrano nel 1° trimestre 2008 un calo del 3% dell’export, mentre a livello nazionale si parla di + 5%”. “Il dato della Toscana è il peggiore dopo quello delle Marche a livello nazionale”. Per Del Carlo “sarebbe gravissimo pensare che la crisi dipende solo dalla situazione nazionale o mondiale: il problema è la competitività a livello nazionale, e in Toscana lo è ancora di più”.

Il consigliere ha sottolineato il fenomeno della deindustrializzazione, della scarsa propensione agli investimenti e al rischio d’impresa. Quanto alle misure anticrisi, quelle del governo “sono un contributo ma modesto e non risolutivo” (Ici, social card, bonus straordinario alle famiglie, detassazione degli straordinari). Nel caso della Toscana il punto è che “i soldi ci sono, dalla Ue, ma l’azione della Regione e delle Istituzioni è inadeguata: i tempi di decisione e realizzazione per ammodernare il sistema non sono compatibili con le esigenze delle imprese”.

Del Carlo ha citato il Prs, parlando di “ritardi ed esempi clamorosi: ferrovie, viabilità, smaltimento dei rifiuti, innovazione e ricerca”. Serve invece una “velocizzazione della spesa e un ammodernamento della macchina regionale”. Sulle politiche di sviluppo, Del Carlo ha parlato di promozione, turismo, grandi opere e servizi pubblici locali”. In particolare, ha sottolineato l’obiettivo di “una legge seria che renda servizi più efficienti per le famiglie e per le imprese”, come settori dove investire “fondi europei in progetti seri”.


Per Alessia Petraglia, capogruppo di Sd, in sintesi “se l’economia è globale, potremmo dire che anche i poveri sono globali”. La consigliera ha citato i dati Caritas sulla povertà – il 13% della popolazione, circa 7,5 milioni di persone -, l’andamento dei prezzi e dei salari per arrivare al punto: “La manovra finanziaria del governo Berlusconi ha le caratteristiche di una manovra depressiva sull’economia e sulla società, ponendo in grave difficoltà gli enti locali e i cittadini”.

La domanda è su “quali misure mettere in campo e come rafforzare il nostro modello sociale”. Per Petraglia bisogna lavorare “su una nuova politica economica rivolta a promuovere lo sviluppo sostenibile: nuove politiche industriali, investimenti nel campo del risanamento delle grandi aree urbane e del territorio”. La questione “lavoro” è centrale, sulla scorta dei dati diffusi da Irpet e di situazioni come quella di Piombino, dove 1.600 persone rischiano di perdere il posto di lavoro: “La manovra della Regione per più di 5 milioni rivolta direttamente ai lavoratori è un passo sostenuto da tutto il centrosinistra: integrazione del reddito, sostegno dei mutui alla prima casa, estensione del fondo di garanzia cassa integrazione, agevolazioni sui ticket sanitari”.

Misure particolari che si aggiungono alla scelte fatte in sede di Dpef (fondo non autosufficienza, riduzione Irap, il lavoro contro l’evasione fiscale”). In questo quadro le donne “sono colpite in maniera più acuta” e la Regione deve comunque “rafforzare il campo della tutela dei diritti: approvando, per esempio, una legge regionale contro le dimissioni in bianco”. Il 2009 sarà l’anno della verifica e razionalizzazione rigorosa delle risorse, ma dovrà essere l’anno “in cui si pongono le fondamenta dell’intervento pubblico per gli anni futuri all’insegna di un nuovo modello di sviluppo più equo e più giusto”.

E “la Regione dovrà essere in grado di affiancare i Comuni che si troveranno in prima linea nell’affrontare gli effetti sociali della crisi”. Paolo Marini (Pdci) ha sottolineato le ragioni della crisi finanziaria che sta investendo il mondo: “Vale a dire il fallimento del capitale finanziario”. La crisi, prima che finanziaria “è sociale”. La risposta, secondo Marini, “non è nella social card del governo”, e la Toscana prova a dire la sua, “intervenendo sulle mancanze del governo a favore dei lavoratori precari che sono lasciati soli e senza risposta: il governo non sta dicendo niente a quei milioni di lavoratori che resteranno, nei prossimi mesi, senza reddito e senza lavoro”.

La Regione Toscana interviene direttamente, con una prima variazione di bilancio per il 2009, di 5 milioni: “Un segnale importante, tangibile; un indirizzo politico preciso, molto avanzato, su come uscire dalla crisi senza farla pagare ai più deboli).
“La gravità della crisi economica è sotto gli occhi di tutti, ma gli effetti devastanti devono ancora farsi sentire”. Così ha esordito Luca Ciabatti (Prc) secondo il quale la difficile congiuntura è di tipo “strutturale” ed investirà tutto il 2009, “fino al 2010 ed oltre”.

“Giungiamo all’esplosione di questa crisi – ha continuato – dopo anni di stagnazione e di riduzione della produzione delle merci, l’allargamento drammatico della forbice tra salari e profitti, il netto peggioramento della condizione sociale di vita di lavoratori e pensionati”. La “fase eccezionale che si sta verificando, impone un bilancio eccezionale in cui non ci siano solo equilibrio, correttezza, buona amministrazione”. Per Ciabatti sono infatti due i temi sui quali puntare e sui quali la Regione “può tentare di dare risposte”.

Il primo, guardando al presente, si traduce con un “impegno straordinario verso gli ammortizzatori sociali a tutti i suoi settori produttivi e a livello locale”. Il secondo, guardando al futuro, declinato su una “discontinuità dell’intervento pubblico in economia”. Esiste un “caso Toscana all’interno della congiuntura economica nazionale”. Così si è espresso il consigliere azzurro Alessandro Antichi ribadendo che “la prova più eclatante dell’incapacità di rinnovamento di questa maggioranza, si ritrova nel bilancio di previsione 2009”.

Un “documento fotocopia” prova della “più squallida conservazione”. “Un bilancio che si dice in linea con tutti gli atti di programmazione, come se la fase attuale non fosse eccezionale”. Secondo Antichi al “centro della crisi del modello economico toscano si pone il crollo della capacità di esportare, di competere sul mercato globale”. Un crollo che riguarda “più o meno tutti i settori, dal tessile al cuoio, pelle e calzature, dalla carta alla meccanica, all`ottica, ai mezzi di trasporto”.

Eppure, di fronte a questa situazione “fortemente preoccupante, nessuna nuova politica è stata varata per guidare, sollecitare ed accompagnare il profondo cambiamento, l`innovazione, il cambio di marcia di cui la Toscana ha bisogno se vuole rimanere nel novero delle regioni trainanti in Italia e in Europa”.
È un “documento basato su una Toscana che non c’è” il bilancio 2009 presentato dalla Regione secondo la consigliera Giuliana Baudone (An-Pdl). “La realtà che oggi viviamo – ha continuato - al di là dei proclami di chi governa la Toscana, rappresenta una visione drammatica, di una società che non è riuscita né a rinnovarsi, né a svilupparsi né a crescere culturalmente”.

La Toscana descritta dalla Giunta “non rispecchia quella analizzata in modo oggettivo dall’Irpet”. Secondo la consigliera, alcune delle voci contemplate nel documento appaiono un “controsenso”. Tra queste, quella di “stanziare milioni per il diritto allo studio senza occuparsi dei bilanci degli atenei”, ma anche il “comparto cultura in tutte le sue forme” che “non può definirsi al passo dei tempi” od inserito in un contesto tale da permettere “l’interazione con altri settori di sviluppo come il turismo”.

“Il momento è di particolare gravità e non lo si può citare facendoci sopra polemica politica”. Così il consigliere del Pd Vittorio Bugli. “La nostra manovra – ha detto – al di là degli slogan, mette al centro la necessità di innovazione e lavora su due distinte direttrici: combattere la crisi strutturale presente anche nella nostra regione, creare boccate d’aria importanti per superare la crisi”. Secondo Bugli, il bilancio “non deve essere letto come uno strumento di ragioneria.

Non perdiamo tempo in facili divulgazioni. Piuttosto concentriamoci sulle scelte chiare e sulle cose necessarie che questo bilancio prevede e vuole fare”. “La Regione Toscana – ha concluso – può fare la sua parte velocizzando gli investimenti sull’economia reale e sviluppando la competitività”.
“Eliminare gli sprechi nella formazione professionale” è la parola d’ordine del capogruppo Ps Pieraldo Ciucchi. “Occorre investire su aziende innovative con prospettive di mercato e abbattere i costi delle tariffe”.

“Serve - ha continuato - una svolta nei bilanci regionali. Serve avviare, “nella voce formazione professionale che assorbe notevoli risorse, sia proprie che derivanti da finanziamenti europei, un’operazione di trasparenza e verifica sulle ingenti risorse destinate in tutti questi anni”. In definitiva, secondo Ciucchi serve un “riordino complessivo, finalizzato ad eliminare gli sprechi e a ridisegnare la formazione a servizio di quelle aziende che hanno una reale prospettiva di mercato”.

“La crisi è mondiale e la Toscana non può certo dare soluzioni con un colpo di genio”, ha detto Mario Lupi (Verdi) aggiungendo che però il Consiglio e la Giunta regionali “dovranno porre grande attenzione alle questioni delle azioni per le infrastrutture, ai Fondi europei, all’ampliarsi del numero di persone con basso reddito; e su questi punti la Regione dovrà dare risposte”. Lupi, che ha sollecitato la Giunta ad approfondire i motivi della crisi produttiva, ha chiesto che con l’aiuto delle Università e degli istituti di ricerca si possano individuare i settori industriali sui quali investire per garantire lo sviluppo futuro della regione.

“Anche perché – ha affermato – gli armortizzatori sociali non possono essere la sola risposta alla crisi”.
Per Andrea Agresti (An-Pdl), nel bilancio 2009 “c’è un aspetto paradossale” rispetto alla crisi e rispetto ai fenomeni atmosferici delle ultime settimane: le risorse per fronteggiare il rischio idraulico sono insufficienti e “sono state drasticamente tagliate” quelle per la difesa del suolo. Per questo ha lanciato un appello, affinché “la Giunta predisponga un piano straordinario degli investimenti per fronteggiare il rischio idraulico”.
Secondo l’assessore al Bilancio, Giuseppe Bertolucci, quella dell’Aula “è stata una discussione intensa e centrata su un tema, cioè quello che il bilancio della Regione risponde alle esigenze della Toscana di oggi, investita, come il resto d’Italia e del mondo, dalla crisi delle attività produttive e dalla difficoltà dei lavoratori e delle famiglie”.

Bertolucci ha affermato che il bilancio 2009 è la messa in pratica degli obiettivi già individuati nel Dpef, nelle cui linee di indirizzo tracciate ad inizio anno “erano già ben presenti le prospettive di crisi economica” poi esplose con drammaticità in questi mesi. L’assessore ha detto che la Toscana non si è sottratta al compito di dare risposte in positivo, anche “intervenendo per far fronte ad emergenze per le queli dovrebbe essere lo Stato a dare risposte”. Bertolucci ha infine sottolineato gli interventi per il sostegno ai lavoratori senza alcuna protezione sociale e per i fondi di garanzia per le Piccole e medie imprese.
Il presidente della Giunta, Claudio Martini, ha detto che “il dibattito ha testimoniato una preoccupazione diffusa per lo scenario di crisi internazionale e, di conseguenza, per quello toscano”.

Il presidente ha parlato di una discussione con “molti spunti interessanti”, tanto da doversi lamentare che “il Consiglio straordinario sull’economia si sia fatto con la sola voce della maggioranza”. “Merita – ha aggiunto – riaprire quella riflessione, in modo da evitare slogan o affermazioni pregiudiziali”. Per questo, ha spiegato, “giudico importanti, sebbene inserite in un contesto di affermazioni politiche pregiudiziali, certi suggerimenti contenuti nelle mozioni e nei documenti del centrodestra e penso che su questo dovremmo confrontarci apertamente”.

Martini ha poi aggiunto, respingendo alcune critiche dell’opposizione, che “la Giunta da tempo non rappresenta una visione idilliaca della nostra realtà regionale” e che essa ha agito con celerità “con le misure per le garanzie alle Piccole e medie imprese e con le proposte della maggioranza a tutela dei lavoratori e delle famiglie”.
Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2009 e pluriennale 2009-11 è stato approvato a maggioranza dal Consiglio regionale con 38 voti a favore su 52 votanti.

Contro si sono espressi 14 consiglieri, nessuno si è astenuto. Il bilancio 2009 è passato con i voti del Centrosinistra e del Prc, contrari il Centrodestra e l’Udc. Contestualmente è stata approvata la legge Finanziaria 2009 con 35 voti a favore e 17 contrari. Il bilancio di previsione del Consiglio regionale è stato invece approvato all’unanimità. La terza variazione del bilancio 2008 e pluriennale 2008-10 ha avuto il via libera con 36 voti favorevoli e 14 contrari. In sede di dichiarazione di voto, i gruppi politici hanno precisato le posizioni già espresse durante il dibattito in Aula.

Roberto Giuseppe Benedetti, capogruppo di An-Pdl, ha affermato che “Martini ha riconosciuto che lo scenario è cambiato, ma non ha cambiato le proposte conseguenti”. Secondo Benedetti, dalla manovra, che “non valorizza l’agricoltura e il turismo”, traspare “l’inadeguatezza delle proposte e degli intendimenti della Giunta regionale toscana”. Per Alberto Monaci, presidente del gruppo Pd, invece “questa manovra è importate e fonda un sistema espansivo”. Monaci ha evidenziato che “è previsto un incremento di risorse” e ha aggiunto che “è inutile invocare funzioni e ruoli che le Regioni non hanno” criticando anche la proposta presidenzialista del premier Silvio Berlusconi.
Monica Sgherri, capogruppo del Prc, ha parlato di “manovra che tiene conto di una situazione difficile e della crisi congiunturale”, precisando che “in essa vi è anche un’assunzione di responsabilità”.

Per la Sgherri “è positivo l’impegno sull’attivazione di un fondo a sostegno dei licenziati senza ammortizzatori sociali”. Fabio Roggiolani, presidente del gruppo consiliare dei Verdi, nel dirsi d’accordo con la Sgherri, ha evidenziato l’attenzione che il bilancio di previsione “pone al precariato” e al fatto che questa attenzione si integra con le altre scelte”, comprese sullo sviluppo sostenibile. Giuseppe Del Carlo, per conto dell’Udc, ha invece affermato che “la manovra contiene contraddizioni”.

Del Carlo ha precisato che “il problema è cercare di capire come mettere in atto certi provvedimenti proposti dalla Giunta regionale” e “per questo non condividiamo la manovra”. Alberto Magnolfi, capogruppo di Fi-Pdl, ha definito “non condivisibile” l’impianto del bilancio di previsione e ha affermato che “ormai esiste un caso Toscana che non si può più negare e che interessa il tessuto sociale e produttivo”. Magnolfi ha definito la propria posizione “polemica ma seria e costruttiva”.

Ha concluso il capogruppo del Pdci, Eduardo Bruno, che ha affermato che “la crisi economica in atto evidenzia il fallimento del sistema capitalistico e del liberismo” mentre a livello nazionale “si vede quanto sia ingannevole e fallimentare la politica di Berlusconi”. In questo contesto, secondo Bruno, è elogiabile la scelta della Toscana di intervenire su questioni come “il sostegno ai precari e il contrasto alla disoccupazione”. Da segnalare che, assieme al bilancio, sono stati votati quattro ordini del giorno.

Tre sono stati approvati, uno è stato invece respinto.
All’unanimità ha avuto il via libera quello, firmato da tutti i gruppi, che invita la Giunta regionale a prevedere, nell’ambito delle variazioni al bilancio regionale 2009, l’accantonamento di risorse aggiuntive in favore della realizzazione di un fondo speciale destinato al finanziamento delle opere urgenti di pronto intervento in favore delle strutture pubbliche danneggiate.
Un altro ordine del giorno, approvato con la sola astensione di Luca Ciabatti del Prc, impegna la Giunta toscana a proporre all’Unione Europea una rimodulazione dei fondi strutturali concessi alla Toscana nell’ambito della programmazione 2007-13.

Un terzo ordine del giorno, che ha avuto il disco verde dall’Aula sempre con l’astensione di Ciabatti, impegna la Giunta ad attivare il programma Jeremie per il sostegno alle piccole e medie imprese. Entrambi sono stati presentati dal Centrodestra.
L’ordine del giorno respinto, anch’esso presentato dal Centrodestra, chiedeva infine una revisione delle politiche regionali nei confronti dei programmi europei e una serie di misure per la razionalizzazione della spesa e di sostegno alle imprese.

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