Ferrovie: che fine ha fatto la stazione di Porta a Prato?
Prosegue la campagna per i treni veloci ai pendolari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2008 19:14
Ferrovie: che fine ha fatto la stazione di Porta a Prato?<BR>Prosegue la campagna per i treni veloci ai pendolari

Da mesi le notizie ufficiali stavano parlando dell'apertura della rinnovata stazione di Firenze Porta al Prato e del nuovo servizio Firenze-Empoli. Allo scopo è stata rifatta la ferrovia tra Firenze Cascine e Porta a Prato, a doppio binario elettrificato, ristrutturata la stazione di Firenze Cascine, costruito un binario apposito ad Empoli per il ricevimento di questi treni e doveva essere riaperta pure la fermata di San Donnino. Tutto questo doveva avvenire al cambio d'orario, contestualmente alla inaugurazione della Milano–Bologna e del treno Frecciarossa.

E invece niente. La rinnovata stazione di Porta al Prato è lì, con la pensilina, le obliteratrici, persino i servizi igienici a cui si accede solo inserendo il biglietto ferroviario nell'apposita fessura. Sono anche pronti i tabelloni per inserire gli orari. Fra parentesi, sembra che manchino degli utili ritrovati moderni come un paio di panchine (ma c'è la pensilina... chiedere per referenza a chi a Santa Maria Novella deve aspettare sotto la pioggia ai binari 17 e 18....). Il tutto è ancora recintato da una rete provvisoria e nel quasi totale silenzio dei media (impegnati a segnalare le arrabbiature dei pendolari in tutta Italia per le perle del nuovo orario) nessuno sa ancora niente.

Voci raccolte nell'ambiente Trenitalia parlano di inaugurazione del servizio verso la metà di gennaio e sarebbero stati anche già sistemati i nuovi turni dei materiali. Ma ancora nulla di ufficiale. Neanche un comunicato sul rinvio. Aspettiamo con (scarsa) fiducia le novità.
Un' alleanza per avere in tutti i territori i vantaggi dell'alta velocità e scongiurare la marginalizzazione di molte città italiane dal trasporto ferroviario è possibile. Se in passato i centri di Chiusi, Arezzo e Orvieto si sono persino divisi a fronte di esigenze diverse, oggi fanno fronte comune per chiedere un'altra politica dei trasporti che non sia solo alta velocità".

E' questa la conclusione dell'incontro che si è svolto ieri, lunedì 15 dicembre al Teatro Mascagni a Chiusi e che è stato promosso dal coordinamento territoriale del Partito democratico e dall'Unione comunale di Chiusi. All'iniziativa hanno partecipato, fra gli altri, Roberto Bianchetti, assessore alla Viabilità del Comune di Arezzo e i deputati del Pd, Franco Ceccuzzi e Carlo Emanuele Trappolino, di Orvieto. L'iniziativa è stata introdotta dall'assessore regionale alle infrastrutture, Riccardo Conti e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Luca Ceccobao, sindaco di Chiusi.

"Questa iniziativa – ha affermato Franco Ceccuzzi, deputato del Pd – si svolge il primo giorno dopo l'entrata in vigore del nuovo orario per il 2009. Non siamo qui per gioire dei risultati ottenuti, dal momento che siamo riusciti a mantenere la parte essenziale dell'offerta intercity su Chiusi, quanto per proseguire nel lavoro che abbiamo intrapreso e che oggi vede interessate tutte le Regioni italiane che hanno toccato con mano il lato negativo dell'alta velocità. Le idee che sono emerse nel corso del confronto – ha aggiunto Ceccuzzi – rappresentano una piattaforma unitaria.

Il primo obiettivo è mantenere un corridoio per i pendolari, che si muovono principalmente su tratte percorse da Intercity e che Trenitalia vuole spostare sulle linee ferroviarie più lente. Il secondo è la realizzazione di uno studio di fattibilità per le pensiline, le cosiddette 'stazioni in linea'. Il terzo è favorire accordi tra le regioni per una migliore programmazione degli Intercity che, allo stato attuale, è determinata soltanto da Trenitalia. Infine, ma non ultimo, è il rinnovamento del materiale rotabile rappresentato dall'acquisto di carrozze nuove per gli intercity".

"È fondamentale – ha affermato Luca Ceccobao, sindaco di Chiusi – un patto tra le istituzioni per chiedere al governo ed a Trenitalia fasce orarie protette riservate ai pendolari, con una richiesta a tutela dei territori ed a garanzia che il cambio di sistema ferroviario non si concentri sull'alta velocità. Grazie al lavoro di tutti è stato possibile scongiurare il pericolo di tagli ai treni e di allungamento dei tempi di percorrenza. Adesso occorre affermare un principio di salvaguardia per gli studenti e i lavoratori.

Per questo, sono necessarie fasce garantite, come abbiamo richiesto a suo tempo insieme ai sindaci di Arezzo e di Orvieto e come è stato sostenuto da più parti". Il sindaco di Chiusi ha ringraziato anche l'emittente televisiva Teleidea ed il quotidiano Il Corriere di Siena per la mobilitazione messa in atto in difesa dei pendolari. "E' l'ora – ha affermato Riccardo Conti, assessore regionale ai trasporti - che qualcuno si occupi dei servizi Intercity che al momento sono abbandonati da tutti: da Trenitalia che non li considera abbastanza proficui dal punto di vista economico, e dallo Stato che non gli dà sussidi.

L'unica soluzione per mantenerli allora è programmarli bene. Prima stabiliamo quante risorse vogliamo dedicargli. Poi si riporta al Governo e alle Regioni la decisione di come intervenire per integrare i servizi regionali con i servizi di collegamento con le città. Dobbiamo assumere un ruolo di cerniera tra servizi e territorio perché quella rete di trasporti che ha il compito di dialogare con le aree e con i cittadini non può essere semplicemente abbandonata dove non conviene. Da parte nostra manifestiamo la piena disponibilità a svolgere un ruolo di coordinamento e programmazione.

Va da sé che sulle tratte come la Firenze-Roma, dove non ci sono i tempi di percorrenza vicini tra direttissima e linea lenta, dobbiamo garantire uno spazio riservato solo a quei servizi non di mercato, che sia frutto della programmazione congiunta di Stato e Regione".
Se il problema è la lentezza dei treni -Nove da Firenze lo aveva già ipotizzato un ano fa- la soluzione ci sarebbe. Per il materiale di trazione basterebbe dotare le DTR interessate di alcune locomotive E444 (le gloriose “tartarughe”) di cui la divisione passeggeri avrà presumibilmente una certa eccedenza causa introduzione di locomotive più nuove.

Per il materiale rimorchiato si tratta soltanto di fare piccole modifiche ai carrelli di una serie di carrozze già esistenti nel parco carrozze della DTR Toscana per renderle atte ai 200 km/h. Questa modifica era già stata fatta anni fa quando erano in composizione ai treni più veloci (trainati all'epoca appunto dalle Tartarughe) ma in seguito, persi questi servizi, sono state riportate allo stato di origine, che consente una velocità di “soli” 160 km/h.
di Aldo Piombino

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