Marmi e graniti: in calo l'Export nel periodo gennaio-agosto 2008

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2008 14:15
Marmi e graniti: in calo l'Export nel periodo gennaio-agosto 2008

Carrara, 15 dicembre 2008- Nei primi otto mesi del 2008 l’export italiano di marmi, graniti e altre pietre, sia grezze sia lavorate, è stato pari a 2 milioni 922 mila e 400 tonnellate circa, per un valore complessivo di 1 miliardo e 200 milioni di euro, con un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del -5,7% in volume e del -6,1% in valore. Vedi tavole allegate).
Nel totale sono incluse tutte le tipologie di materiali, lavorati e grezzi, ma restringendo la lettura statistica alle voci di maggior importanza e pregio (escludendo cioè i granulati, polveri, pomici e ardesie), il confronto con lo stesso periodo del 2008 è meno pesante perché il calo si attesta a -3,6% per le quantità con -5,7% per i valori.
Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara, che ha realizzato l’elaborazione statistica su dati Istat, sottolineando che, nella lettura, occorre tenere conto di alcuni elementi molto importanti.
Il primo riguarda il mese di agosto che, singolarmente, risente del fermo estivo per cui è necessario considerare volumi e valori dell’export in relazione all’intero periodo dell’anno: in questa ottica non si rilevano scostamenti dal trend rilevato nei mesi e negli anni precedenti.
Le statistiche mostrano, infatti, un leggero peggioramento rispetto ai dati di giugno, ma se si estende il confronto al 2006, sempre per il periodo da gennaio ad agosto incluso e per le voci maggiori, il raffronto si fa più leggero e si scende a un -2,3% per i valori, che diventa di segno positivo nel caso dei volumi.
Scendono comunque i valori medi con un calo del -3,6% rispetto al 2006, e del -3,1% sul 2007 e non si interrompe perciò la tendenza al ribasso nei primi mesi del 2008 che, tuttavia, resta nell’ambito di un andamento già ben definito.

Se però la lettura viene inserita nel contesto di una crisi internazionale che ha cominciato a manifestarsi apertamente dopo il mese di agosto, le statistiche devono essere lette con ancor maggiore cautela.
È bene ricordare che alcuni Paesi importanti, come gli Stati Uniti e la Germania, avevano cominciato da tempo a segnare “in rosso” il loro saldo lapideo con l’Italia mentre saranno molto più importanti e probabilmente ancora negativi, i dati relativi al mese di settembre e all’intera chiusura d’anno che risentirà certamente del periodo più difficile vissuto recentemente dalle economie di mercato.

Se si considera che i settori che coinvolgono più direttamente il lapideo come l’immobiliare sono entrati da tempo in un serio ciclo negativo (in particolare il real estate, e non solo quello nordamericano), devono ancora manifestarsi compiutamente le conseguenze dell’impatto sugli altri settori dell’economia, e quindi sulla capacità e sulla propensione alla spesa dei consumatori sia privati che istituzionali. “Il settore lapideo, per sua caratteristica, interviene con forniture nella fase di finitura e si rivolge spesso a fasce sociali che risentono meno delle negatività congiunturali, rispetto ad altri materiali e componenti più basilari nei consumi e dunque risente più tardi delle difficoltà rispetto al comparto più generale delle costruzioni.

Comunque non può certo considerarsi a margine della crisi – commenta Giorgio Bianchini, presidente dell’Internazionale Marmi e Macchine – perché il marmo, soprattutto lavorato, è impiegato anche nel settore del recupero, miglioramento e manutenzione delle abitazioni civili e delle strutture, segmento che risente della minor propensione alla spesa dei soggetti interessati ma anche degli effetti che lo stock di invenduto avrà sul settore immobiliare nei mercati più importanti. In un panorama apparentemente grigio emergono situazioni positive sia nel contingente che in prospettiva anche se non è possibile definire la capacità di tenuta delle aziende, dei materiali e dei prodotti italiani sul mercato dei consumi di pregio che, nei momenti di crisi, “cede” meno di altri ai prodotti concorrenti.” L’area che mostra maggiore sofferenza, già nel mese di agosto, è il Nord America, con il suo calo su base annua (per le voci maggiori) del -19% in valore e del -23% in quantità anche se si determina un aumento del valore medio unitario del +6,5% che conferma lo spostamento verso la fascia alta del prodotto.

Il dato vale sostanzialmente anche per l’Unione Europea con “numeri” diversi e, in molti casi, migliori.
Per quest’area abbiamo un calo del -7,3% sui valori a fronte di un aumento del +7,7% in valore per tonnellata di export. E’ soprattutto la Germania a fare l’andatura del gruppo: negativa con un -15,2% sui valori assoluti, ma positiva del +5% sui valori medi, mentre l’area che non fa parte dell’Unione Europea si mantiene ancora positiva, con un +7,4% sui valori assoluti. La Russia, nella fattispecie, è il Paese che conta di più, assieme alla Svizzera, ma la Russia, fino a tutto il mese di agosto, ha visto crescere l’import per le voci più importanti di un +19% sui valori delle voci maggiori, anche se frenato da un -1,4% dei volumi, dovuto tutto ai lavorati di granito.

Sostanzialmente stabili, con connotazioni ancora positive di lenta crescita, sia il Medio sia l’Estremo Oriente, e anche l’Oceania, pur nella modestia delle sue cifre.
Leggendo le dinamiche dei comportamenti per singoli prodotti si riscontra un andamento decisamente migliore per marmi e travertini rispetto ai graniti, con i marmi lavorati che hanno avuto performances decisamente migliori dei graniti lavorati, in un panorama che vede il core business dell’Italia concentrarsi sempre di più sui materiali nazionali.
Una nota a parte meritano le importazioni, dove il granito conta molto più del marmo, e che sono complessivamente in negativo con 1 milione e 632mila tonnellate importate per un valore di 351 milioni di Euro (-12,36% in quantità e -9,94% in valore rispetto al 2007) .

Il dato è da ascrivere interamente all’import di blocchi di granito che diminuisce del -24,4% in valore e del -22,9% in volume, determinando il risultato generale delle importazioni che calano praticamente da tutte le grandi aree di approvvigionamento, con particolare effetto da Spagna, Sud Africa, e Cina, assai meno da India e Brasile. I marmi, invece, pur contando di meno, si mantengono ancora in ascesa, particolarmente dalla Turchia e dal Nord Africa. Crescono anche, con numeri modesti, le importazioni di materiali lavorati, particolarmente di granito, dalla Cina, caratterizzati però da un livello medio assai contenuto con cifre molto limitate.

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