Rifiuti, raccolta differenziata e impianti di termovalorizzazione: confronto Fi-PT-PO con alcune aree europee

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2008 15:28
Rifiuti, raccolta differenziata e impianti di termovalorizzazione: confronto Fi-PT-PO con alcune aree europee

Prato, 20 ottobre ’08- “Le discariche regionali della Toscana saranno al limite entro un paio d'anni e non c'è più un giorno da perdere. Non possiamo permetterci di rimandare ancora scelte già prese, non possiamo permetterci temporeggiamenti irresponsabili. Lo studio presentato oggi La gestione dei rifiuti nelle aree metropolitane ci fornisce un’utile chiave di lettura della situazione toscana alla luce delle esperienze di altri paesi europei: questo confronto deve aiutarci a ripensare alcune politiche di gestione attuate nella nostra regione a volte non sufficientemente rapide, che rischiano di ingolfare il sistema di smaltimento di rifiuti e di paralizzare la piana fiorentina.” con queste parole di Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel Confservizi Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) ha commentato lo studio presentato da Cispel, in collaborazione con Associazione Utilitas e con la compartecipazione della Camera di Commercio di Firenze, stamani a Prato, che ha messo a confronto le città di Vienna (Austria), Lille Metropole (Francia), Bilbao (Spagna), Düsserdolf (Germania) con l’area metropolitana Firenze –Prato - Pistoia.
“Dobbiamo smettere di ritenere contrapposte le strategie di raccolta differenziata dei rifiuti e la termovalorizzazione di quei rifiuti che non possono essere recuperati, questo è quello che emerge dallo studio delle aree metropolitane europee, dove il sistema integrato di gestione dei rifiuti si basa su raccolta differenziata, riciclaggio, termovalorizzazione e discarica.

Coesistono in modo proficuo i vari sistemi di trattamento e smaltimento e anche se l’esistenza degli impianti di termovalorizzazione è centrale nel sistema, non depotenzia le strategie di riciclaggio”.
“Questo studio ci fa capire come negli altri Paesi Europei l’attenzione dei soggetti pubblici e delle aziende è concentrata sul tasso di recupero generale, di materia e di energia, di cui la raccolta differenziata è una parte. Questo ci conferma che l’accanimento tutto italiano di volere per forza e cioè per legge, il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata dei materiali appare un po’ forzato, anche considerando la difficoltà oggettiva e gli alti costi di sistema necessari per raggiungere quell’obiettivo.

Nei paesi analizzati nello studio non esistono infatti obiettivi vincolanti per legge per la raccolta differenziata dei materiali” ha continuato De Girolamo. “Lo studio ci mostra come una famiglia di 3-4 persone che vive in 100 metri quadrati spende in Toscana la metà di quanto non spenda in Germania o in Francia, in ogni paese la tariffa del servizio di igiene urbana copre i costi di gestione dei rifiuti urbani e quindi questo dato ci conforta sul percorso di efficientamento e di industrializzazione dei servizi che è stato attuato dalle aziende toscane di igiene urbana.” - ha affermato De Girolamo.
“Il confronto sembra suggerirci di essere più pragmatici, di realizzare rapidamente gli impianti, di rendere meno complesso il sistema “burocratico” e di parlare più di recupero e riciclaggio e meno di raccolta differenziata, di far perno su una forte iniziativa pubblica nel settore, anche nella fase di gestione e nelle fasi informative e comunicative sui nuovi impianti.

In Europa, infatti, le procedure amministrative relative alla pianificazione, all’affidamento dei servizi, alle autorizzazioni risultano essere più rapide e semplici delle nostre e in nessun Paese esistono tre o quattro livelli di pianificazione, nazionale, regionale e locale e nemmeno le autorità di ambito. In Europa piani di comunicazione forti ed efficaci quando si realizzano nuovi impianti di termovalorizzazione, e questa è una strategia che consente di avere risultati di consenso interessanti tra la popolazione, che partecipa a forum informativi, in cui si mette in evidenza anche il ritorno economico diretto per i cittadini che beneficiano del calore e dell’energia elettrica prodotta dagli impianti”.
“Un ultimo dato interessante che emerge dallo studio è quello che in Europa vi sono varie forme di gestione, sia dei servizi che degli impianti: gestioni in economica, aziende pubbliche partenariati pubblico privati.

In nessun caso – spiega De Girolamo - viene effettuata una gara, anche perché l’attenzione dei soggetti pubblici sembra più concentrata sull’efficacia delle azioni e sul forte controllo pubblico di questo comparto, che non sulle procedure di affidamento, come invece accade da noi.”

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