Tramvia: è polemica tra il sindaco Domenici e il ministro per i Beni culturali Bondi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2008 16:46
Tramvia: è polemica tra il sindaco Domenici e il ministro per i Beni culturali Bondi

"Quelle del ministro Bondi sono dichiarazioni molto gravi, infondate e sbagliate sotto il profilo della correttezza dei rapporti istituzionali. Annunciando di 'far saltare' il tavolo di lavoro congiunto su Firenze, il ministro si assume una responsabilità pesante nei confronti della città, poiché quello della tramvia non era certo l'unico argomento del tavolo. Rispondo al ministro, cercando molto faticosamente di essere costruttivo: convochiamo lo stesso il tavolo, mettendo da parte i punti di disaccordo e discutendo degli altri temi: Maggio Musicale, nuovo teatro, sistema museale, Uffizi, beni culturali dello stato, legge speciale...

Gli scriverò. Ma credo che il ministro sia in cerca di pretesti per scappare". E' la replica del sindaco Leonardo Domenici al ministro della Cultura Sandro Bondi, che ieri aveva dichiarato di "non vedere il senso della convocazione del tavolo" dopo quanto ribadito dallo stesso sindaco sul passaggio del tram nel centro storico. Il paradosso di questa situazione, è che si sta discutendo di una cosa già decisa - afferma Domenici - Si vuole cambiare una decisione presa con l'avallo tecnico, politico e istituzionale del ministero che Bondi presiede.

C'è il tentativo da parte di Bondi e del governo, con il contributo del sottosegretario Bonaiuti, di sovvertire decisioni prese da anni in modo del tutto legittimo, legale e sostenibile. Il ministro si dice sorpreso da quanto ho detto: ma possibile che abbia scoperto solo ora che la tramvia non passa dal centro?" - si chiede Domenici. E ancora: "Il ministro afferma che io non intendo cercare una mediazione. Ma lui sa bene della mia disponibilità a discutere sulle caratteristiche della tramvia e delle varie ipotesi di cui si è parlato: un percorso senza fili più lungo, il binario unico, i convogli più corti...

Ipotesi che comporterebbero problemi sia economici che di sistema, ma di cui si può parlare. Ma evidentemente, per lui mediazione significa solo che la tramvia non deve più passare dal centro. Ma questo non può essere imposto dal governo, che approva il federalismo fiscale e subito dopo vuole decidere a Roma in modo autoritario che cosa deve fare un Comune. Quando la stessa Costituzione, all'articolo 114 del Titolo V, sostiene che i nel nostro paese i livelli istituzionali hanno funzioni diverse, ma hanno tutti la stessa pari dignità".

"Non esiste che un ministro arrivi e ci dica cosa dobbiamo fare - ribadisce il sindaco - Non esiste soprattutto perché, vorrei ricordare al ministro Bondi, dal 26 luglio del 2000 fino al 12 febbraio 2007, sia le soprintendenze che il Comitato tecnico-scientifico del Ministero esprimono parere favorevole al passaggio della tramvia dal Duomo. Dunque il Ministro sta sconfessando il lavoro del suo ministero e delle soprintendenze". Secondo il sindaco "in realtà il ministro sta scappando, è in cerca di pretesti.

Ma non perché è tormentato da noi: sulla tramvia è terrorizzato dal sottosegretario Bonaiuti, e non è libero. Ma così facendo, Bondi apre nella maniera peggiore la campagna elettorale a Firenze. Qui la destra non ha argomenti e non è all'altezza di governare: l'unica cosa che riesce a fare è dire di no, cavalcare ogni forma di protesta ed essere contro la città. E c'è da riflettere, quando in un paese si fanno operazioni come quella per il Comune di Catania, a cui sono stati elargiti 140 milioni, e intanto si assume un comportamento come questo per Firenze.

Evidentemente, per avere soldi da questo governo bisogna amministrare male". Domenici continua ricordando il voto referendario del febbraio scorso. "Secondo il ministro Bondi, a Firenze c'è stato un referendum che è stato vinto da coloro che sono contro la tramvia. Io non vorrei più discutere di questa questione. Vorrei solo fare l'esempio del referendum che si è tenuto domenica scorsa in Sardegna, sulla tutela del patrimonio paesaggistico. Non è stato raggiunto il quorum. E nessuno sta discutendo, poiché il referendum l'hanno perso quelli che l'hanno promosso.

Così come è accaduto a Firenze. Se voglio raggiungere un obiettivo e non ho la forza per raggiungerlo, ho perso. Stiamo parlando di minoranze, attive e che fanno molta confusione: ma hanno perso, inesorabilmente, irrevocabilmente e irreversibilmente. Il fatto che un ministro utilizzi argomenti privi di consistenza dal punto di vista istituzionale è un fatto di notevole gravità". (mr)

Notizie correlate
In evidenza