Al Cinema Vacci Tu - Un giorno perfetto (?) per Ozpetek

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2008 23:37
Al Cinema Vacci Tu - Un giorno perfetto (?) per Ozpetek

Un giorno perfetto - di Ferzan Ozpetek. Con Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro, Federico Costantini, Nicole Murgia, Gabriele Paolino. Genere Drammatico, colore 95 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution
Ferzan Ozpetek è da un bel po’ di tempo che non la conta più giusta. Eppure gli ingredienti per un bel film c’erano tutti : tanto per cominciare, un plenilunio di volti e interpreti giusti.

Mastandrea fa un personaggio normalmente mostruoso, ed è un bene, che stava già ricominciando ad accettare i ruoli “alla Mastandrea”. Qua conferma che è un attore vero e disposto ad “insudiciarsi” con parti da “cattivo” che , per altro, lo vedono sempre al meglio. L’umanità e la fragilità miste all’orrore e alla violenza del suo personaggio, Antonio Buonocore, scorta del deputato Fioravanti, sono un buon veicolo per quelle doti “oscure” che il nostro cinema non sempre sembra disposto ad affidargli.

E’ giusta, e aveva ragione ad autocandidarsi per il ruolo, la Ferrari, volgare e indifesa donna di mezza età alle prese con qualche chilo di troppo e una vita da ricostruire, lavorativa ma soprattutto sentimentale, ancora presa dal vortice della storia con l’ormai ex marito violento, da cui non riesce suo malgrado a liberarsi.
C’è Nicole Grimaudo, coi capelli lisci e al ruolo della possibile consacrazione : la ragazzina è sparita, ora resta la donna, peraltro, molto bella e affascinante (fermi tutti…è un’operazione remake….non aveva fatto lo stesso con la Angiolini ?) .

C’è l’attore teatrale Valerio Binasco, ma il suo personaggio resta forse nelle pagine del libro della Mazzucco da cui è tratta la storia , e su schermo, si perde qualcosa. C’è un nutrito stuolo di giovani e giovanissimi : Nicole Murgia, Gabriele Paolino ( il figlio Kevin, simpatico quattrocchi alle prese con l’ambliopia ) e Giulia Salerno, la figlia di Micaela Ramazzotti in “Tutta la vita davanti” , che sono forse la sorpresa più gradita del film. C’è la sempiterna Sandrelli, e la Guerritore in un ruolo che potrebbe valerle qualche premio come non protagonista ; e il regista turco si concede pure il lusso di arruolare una caratterista di lusso come la Finocchiaro per tre scene tre , la Sierra Yilmaz sua fedelissima per fare solo un gelato alla Ferrari verso il finale del film , e la Vukotic in un cameo come professoressa di Giurisprudenza.


In più c’era il romanzo, appunto, di Melania G. Mazzucco, un feroce spaccato di vita familiare contemporanea, molto, molto più violento della sua trasposizione filmica, come non si fa problemi ad ammettere lo stesso Ozpetek. Eppure il film mi lascia perplesso. Non mi emoziona, non mi coinvolge . Ozpetek mi dà l’impressione di essersi perso. Critica e racconta una classe borghese , ma mai senza ferire veramente ; come se sotto sotto volesse farne parte, volesse esserne tranquillizzato – e di un film che sembra uno stralcio di cronaca nera, è tutto dire ! –
Certo, c’è la solita “atmosfera” da film del regista turco : ottima fotografia, appunto ottima direzione degli attori, movimenti di macchina ed estetica filmica perfetta.

Ma il resto, a dispetto dell’efferato materiale a disposizione, è patinato. Ed è un vizio che dalla “Finestra di Fronte” in poi non lo ha più abbandonato . “Cuore Sacro” era noiosissimo, pedante, presuntuoso ; “Saturno contro”, quasi diabetico ; e qui, nonostante alcuni barlumi momentanei, Ozpetek non riesce ad abbandonarsi alla crudeltà del suo racconto. Sappiamo che avverrà una tragedia, ma in una qualche maniera, nonostante la simpatia del povero Kevin, il dolore di Mastandrea e della Ferrari, non ci importa nulla , lo abbiamo già visto (Potete pure darmi del mostro, se volete.

Ma i climax di Ozpetek son sempre indolori, via ) . Si incrociano male, poi, le vicende degli altri protagonisti , a cui il nucleo centrale toglie spazio narrativo : ma la storia fra la Grimaudo e il giovane Costantini viene schiacciata e nullificata ; delle vicende personali di Binasco deputato capiamo troppo poco e quando apprendiamo la verità, ci appare scontata ; e dell’unico personaggio di cui vorremmo sapere di più, quello della Guerritore, non ci viene detto niente oltre a quello che già sappiamo . Peccato.
Un ultima personale nota : la musica di Andrea Guerra - figlio di Tonino - ridondante, fuoriluogo, premeditata, ricalca veramente molto quelle di Cuore Sacro e della Finestra di Fronte .

Ma è troppa, e di troppo.
Marco Cei

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