Stagione da dimenticare per la cerealicoltura toscana e per quella fiorentina in particolare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 agosto 2008 16:11
Stagione da dimenticare per la cerealicoltura toscana e per quella fiorentina in particolare

Ad aggravare il momento difficile di queste colture, diffuse nell’area fiorentina soprattutto nella piana fra il capoluogo e Prato e in Mugello è il netto calo dei prezzi all’ingrosso, che si va a sommare alle problematiche legate alla siccità e ai forti rincari dei fertilizzanti.
“I cerealicoltori sono in grossa difficoltà – spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area Tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia -, soprattutto adesso che alle difficoltà climatiche si è sommata anche una forte contrazione del prezzo del grano.

Rispetto al 2007, infatti, siamo passati dai 35 ai 30 euro al quintale per il grano duro, con cui si produce soprattutto pasta, e dai 24/25 ai 18/20 euro per il grano tenero per pane, dolci e farine. Un colpo pesante per queste colture diffuse soprattutto nell’area fra Firenze e Prato e nel Mugello e tra l’altro questa riduzione molto difficilmente avrà effetti per i consumatori con i prezzi finali dei prodotti lavorati che rimarranno stabili, se non saranno addirittura in aumento. Tutto questo finirà soltanto per mettere in forte difficoltà gli agricoltori, i cui ricavi sono già ridotti all’osso già alle prese con gli aumenti esponenziali dei costi dei fertilizzanti: il fosfato biammonico è arrivato oltre i 900 euro la tonnellata, rispetto ai 460 dello scorso anno, mentre l’Urea è passata da 370 a 700 euro la tonnellata”.

Un settore che rischia il tracollo alle prese com’è con un annata climaticamente da dimenticare.
“La scarsità di piogge rischia di compromettere le coltivazioni ‘asciutte’ – ammette Tofani -, cioè quelle senza irrigazione artificiale. Questo vale per il frumento, ma anche per il mais. Inoltre la primavera piovosa ha favorito gli attacchi fungini, abbassando la qualità del prodotto dove non si sono effettuati i trattamenti adeguati. Un dato che si lega anche al forte rincaro dei prodotti per combattere i vettori fitopatogeni”.

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