Ossezia: è guerra sulle rotte caucasiche del petrolio europeo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 agosto 2008 11:27
Ossezia: è guerra sulle rotte caucasiche del petrolio europeo

Le vittime civili potrebbero essere centinaia o più. Città bombardate dai georgiani, i russi attaccano le basi aeree di Tbilisi. La Marina militare russa ha inviato le proprie navi da guerra nel Mar Nero. Ieri il primo ministro russo Vladimir Putin ha difeso l'intervento militare in Ossezia del Sud e la presenza russa in tutta la regione del Caucaso. Secondo il primo ministro ed ex presidente russo Vladimir Putin, l'intervento militare di Mosca in Georgia e' "fondato, legittimo e persino necessario".

Il Presidente russo, Dmitry Medvedev, ha discusso della crisi in Georgia con il Presidente americano, George W. Bush, che seguita a lanciare appelli per frenare l'escalation di violenza in Ossetia del sud. Il Papa segue ''con grande preoccupazione" le drammatiche notizie sulla crisi tra Russia e Georgia. In partenza per la Georgia una delegazione congiunta di Unione Europea, Stati Uniti e Nato. Si tenterà la mediazione nel conflitto. Il rappresentante della Ue che si recherà in Georgia è l'esperto per il Caucaso del sud, lo svedese Peter Semneby.

Nessun italiano risulta essere in Ossezia del Sud mentre i 200 connazionali che si trovano in Georgia stanno tutti bene. Lo riferisce la Farnesina, che sconsiglia i viaggi a qualsiasi titolo in Georgia, nelle regioni separatiste dell'Ossetia del Sud e dell'Abkhazia e nelle zone limitrofe''.
Purtroppo il Caucaso e' una di quelle regioni del mondo in cui ci sono tante tensioni che, magari rivengono alla luce dopo un certo numero di anni. Il conflitto russo-georgiano rischia di far ripartire la corsa dei prezzi petroliferi.

A est della Georgia, infatti, sulle rive del mar Caspio, il Caucaso meridionale conta enormi riserve di petrolio e di gas naturale. Dopo la dissoluzione dell'URSS nel 1991, la regione del Caucaso è tornato un complicato reticolo di popoli con proprie lingue, usi, costumi e religioni. Oro nero e oro grigio sono al centro del “Grande gioco” che da anni ha il suo epicentro nel Caucaso del Sud. Nella regione del Caucaso sono molti i cosiddetti 'conflitti congelati', che minacciano di prendere nuovamente fuoco sulla scia del conflitto in Georgia.

Il Dagestan e l'Inguscezia, per anni retrovia del conflitto in Cecenia, sono diventati i nuovi epicentri della tensione.
Ore di angoscia allo Studentato Internazionale di Rondine Cittadella della Pace (in provincia di Arezzo) per la drammatica situazione esplosa in Caucaso. L’antica amicizia che esiste tra Rondine e i popoli del Caucaso, frutto di un’intensa collaborazione a vari livelli, rende questo nuovo conflitto particolarmente doloroso. I giovani presenti alla Cittadella e quelli che già sono tornati nei propri paesi hanno costituito in queste ore una sorta di piccola unità di crisi per seguire gli sviluppi della situazione con informazioni dirette provenienti dalle varie parti.

I giovani che sono già tornati - le rondini d’oro, come vengono chiamati coloro che hanno compiuto il percorso formativo presso la Cittadella e sono rientrati in patria - vivono ore di gravissimo pericolo insieme alle loro famiglie e a tutte le popolazioni. La situazione infatti si presenta particolarmente drammatica e lascia presagire un non facile sviluppo. L’Associazione Rondine ha già stabilito contatti con tutti gli amici e partner caucasici, specialmente in Georgia, Abkasia, Ossetia, Inguscetia e in altre regioni del sud della Federazione Russa.

Nel contempo ha fatto giungere alle autorità competenti dei diversi popoli coinvolti nel conflitto e al Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, la propria disponibilità a qualsiasi azione che possa contribuire al pronto ristabilimento della pace o ad alleviare la sofferenza delle popolazioni civili colpite.
L’Associazione Rondine Cittadella della Pace è impegnata dal 1997 nella promozione del dialogo e della pace principalmente attraverso l’esperienza dello Studentato Internazionale, che in un borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo ospita giovani provenienti da paesi in conflitto o in difficoltà dei Balcani, dell’ex Urss, del Caucaso, del Medio Oriente e dell’Africa.

Gli studenti sperimentano una vita di convivenza e formazione e, una volta completato il ciclo di studi (corso di laurea o master), rientrano nei paesi di origine per testimoniare, nei luoghi del proprio impegno professionale e civile, la concreta possibilità della comunicazione tra realtà differenti. Rondine è aperta a fedeli di qualsiasi religione o credo in uno spirito di confronto libero da pregiudizi ed è attiva in campo culturale attraverso l’organizzazione di incontri, dibattiti ed eventi di particolare interesse per il territorio ma anche a livello nazionale.

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