Urbanistica a Firenze tra inchiesta della magistratura e politica sana in Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
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04 luglio 2008 12:51
Urbanistica a Firenze tra inchiesta della magistratura e politica sana in Consiglio comunale

Grande bagarre in questi giorni in consiglio comunale dopo l’interrogazione del consigliere comunale Donzelli (AN) e le risposte di Biagi circa gli incarichi dati dal Comune a Riccardo Bartoloni e Alberto Formigli, indagati nell’inchiesta sul complesso residenziale Dalmazia. L’assessore ha spiegato che la consulenza di Bartoloni per il piano era a titolo gratuito. Ma comunque la si pensi sembrano andare in crisi le stesse basi del “sistema” attuale dell'urbanistica a Firenze.
Tutto ha avuto inizio nel 1995 quando la Giunta Primicerio, appena insediata, manifesta la volontà di modificare sia l’impianto normativo che le previsioni cartografiche del Piano Vittorini adottato nel 1993 dalla Giunta Morales, pubblicato e “osservato” da cittadini, associazioni, Ordini professionali ecc.

e controdedotto dagli Uffici. La Giunta decide così di non utilizzare quanto già predisposto, ma di procedere a nuove controdeduzioni. Con l’Ordinanza 08433/95 viene costituito un gruppo di lavoro per la revisione delle norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore Generale, il cui risultato verrà utilizzato per le nuove controdeduzioni alla normativa. Al posto dei principali referenti del gruppo di lavoro sulla normativa istituito dall’amministrazione precedente (tutti dipendenti del Comune), compaiono qui per la prima volta anche esponenti degli Ordini professionali: l’arch.

Bartoloni e l’arch. Iodice per l’Ordine degli Architetti e l’ing. Caliterna per l’Ordine degli Ingegneri. E' la fine del primato del controllo pubblico attuato dagli uffici comunali.
"Il fatto è drammaticamente grave non solo perché rende esplicito l’abbandono della politica di riqualificazione degli uffici comunali -si legge in un documento dei Comitati dei Cittadini di Firenze- portata avanti fino ad allora come condizione preliminare del primato del controllo pubblico rispetto alle pressioni private, ma soprattutto perché il Comune chiama a modificare le norme proprio quei professionisti che avrebbero dovuto sottostarci.

E’ così che le norme (che da allora consentono la realizzazione degli interventi edilizi che tutti possono giudicare) sono state rese più malleabili, e le maglie degli interventi ammissibili sono state allargate! Si tratta, insomma, del primo passo verso la progressiva abdicazione delle prerogative dell’ente pubblico in favore degli interessi privati. Non solo i cittadini, ma le ragioni stesse della democrazia e del rispetto delle regole richiedono che il Consiglio comunale istituisca al più presto una commissione consiliare di inchiesta che faccia piena chiarezza su tutta la vicenda".

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