Smog a Firenze: Domenici e Martini a processo per il Pm10

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2008 19:50
Smog a Firenze: Domenici e Martini a processo per il Pm10

Firenze, 06 Maggio 2008- L'inchiesta della Procura di Firenze sullo smog ha portato al rinvio a giudizio di 14 amministratori. Nonostante i ripetuti allarmi smog, non avrebbero preso i provvedimenti necessari per tutelare la salute dei cittadini. Lo ha deciso questo pomeriggio il gup fiorentino, Gaetano Magnelli, in merito all'inchiesta sull'inquinamento atmosferico da Pm10 e biossido di azoto. Per PM10 si intende l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide aventi diametro aerodinamico inferiore o uguale a 10 μm.


"Ritengo l'accusa mossa a me e agli altri amministratori ridicola e infondata. Noi siamo convinti della bontà, della validità e della efficacia delle politiche contro l'inquinamento che portiamo avanti e che hanno portato a dei risultati. Continueremo su questa strada. Se ci fosse stata una nostra totale inerzia, avremmo compreso l'iniziativa della magistratura. Ma qui si dà volutamente un giudizio di merito sulle nostre politiche, ritenute inefficaci e sbagliate: è una indebita interferenza sull'azione delle pubbliche amministrazioni".

Sono le parole del sindaco Leonardo Domenici, rinviato a giudizio nell'inchiesta sull'inquinamento atmosferico da Pm10 insieme al presidente della Regione Claudio Martini, all'assessore comunale all'ambiente Claudio del Lungo e ai sindaci di Sesto Fiorentino, Scandicci, Signa, Calenzano e Campi Bisenzio. "Mi aspettavo questo rinvio al giudizio, lo davo quasi per scontato; per questo non ho partecipato alle udienze preliminari - ha detto il sindaco in una conferenza stampa indetta con il sindaco di Scandicci Simone Gheri, con l'assessore Del Lungo e con gli altri amministratori dei Comuni interessati - Sotto un certo aspetto sono contento di questa decisione della magistratura: perché mi auguro che il processo fissato ad ottobre diventi un grande fatto nazionale, in una sede dove porremo rispondere e contrattaccare.

Lo dico anche come presidente dell'Anci, anche interpretando le preoccupazioni di molti colleghi che si trovano in condizioni molto peggiori delle mie, visto che la situazione di Firenze è migliore rispetto alle altre città italiane". E qui Domenici ha citato una recente classifica pubblicata dal settimanale l'Espresso, che vede il capoluogo toscano in testa per quanto riguarda l'impegno e i risultati contro l'inquinamento. "Se mi chiedete se le nostre azioni contro l'inquinamento siano sufficienti o meno, sono il primo a dire che si può e si deve fare di più: ma questo significa chiamare alla corresponsabilità altri livelli istituzionali, prima di tutto quello nazionale.

Si potrebbe fare di più, soprattutto se i comuni avessero più risorse e se i governi che si sono succeduti in questi anni non avessero tagliato i fondi. Questo aspetto va sottolineato. Siamo dalla parte della tutela della salute dei cittadini, ma la tutela dei cittadini la possiamo perseguire se ci sono risorse adeguate. Ma un conto è dire si può e deve fare di più un conto è dire che ciò che facciamo e inefficace e sbagliato, come fa la procura di Firenze. Perché in questo caso si delinea una interferenza indebita del potere giudiziario nella discrezionalità decisionale della pubblica amministrazione.

Qui si entra nel merito si dà una valutazione, si esprime un punto di vista (non so nemmeno con quanta fondatezza tecnico-scientifica) sulla validità delle politiche che portiamo avanti". A questo proposito, il sindaco ha citato un decreto del tribunale di Milano del luglio 2005, sull'archiviazione di una analoga inchiesta portata avanti in quella città. Queste le parole del tribunale: "In tale contesto non si vede come possano essere ipotizzate fattispecie di reato e come sia correttamente praticabile una interferenza dell'Autorità giudiziaria che vada e sindacare le scelte della pubblica amministrazione competente".

"Voglio dire molto chiaranente una cosa, rispetto ai rapporti con la procura di Firenze - ha detto ancora Domenici - Se c'è o ci fosse in qualche modo in qualche misura un possibile, eventuale (a mio parere improbabile) pregiudizio della procura di Firenze nei confnti delle amministrazioni locali, e in particolare quella del Comune di Firenze, a me non interessa. Questa è una questione che vedranno gli avvocati nelle sedi proprie", durante il processo. "Noi continueremo sulla nostra linea - ha concluso il sindaco - cercheremo di renderla ancora più stringente a tutela della salute dei cittadini.

E utilizzeremo anche questa vicenda per premere sul governo nazionale, al fine di avere risposte più significative e risorse maggiori per poter rendere più forti le nostre iniziative".
“Siamo sconcertati e sorpresi perché a nostro avviso non sussistevano le condizioni per essere rinviati a giudizio. A Milano e in altre città italiane analoghe richieste della magistratura erano state archiviate”. È quanto hanno affermato il sindaco Gianni Gianassi e l’assessore all’ambiente Marta Billo dopo aver appreso la decisione del gup Gaetano Magnelli nell’inchiesta sull’inquinamento atmosferico da Pm10 e biossido di azoto nel territorio del capoluogo toscano.

“In questi mesi – ha aggiunto Gianassi - abbiamo fornito al magistrato ampia documentazione sulle iniziative intraprese nell’intera area omogenea fiorentina per mitigare la presenza di Pm10 e risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico. Attendiamo con serenità il giudizio del tribunale ribadendo la nostra piena fiducia nei confronti del lavoro della magistratura”. Insieme a Gianassi e Billo sono stati rinviati a giudizio anche il presidente della Regione Toscana nonché i sindaci e gli assessori all’ambiente di Firenze, Scandicci, Campi Bisenzio, Signa e Calenzano, e l’ex assessore regionale all’ambiente Marino Artusa.

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