Bambini e cibo: pericolose merendine e bibite gassate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2008 14:16
Bambini e cibo: pericolose merendine e bibite gassate

Firenze- Bambini, e soprattutto genitori, attenti alle merendine industriali, agli snack, alle patatine, agli hamburger, alle bibite gassate, al thè in lattina. Sono come la mela di Biancaneve, bella fuori e dannosa dentro. E' questo il messaggio che istituzioni, nutrizionisti, pediatri ed esperti hanno lanciato questa mattina dal Consiglio regionale, dove si è tenuto un convegno dal titolo spiritoso, "Panciosità", che però ha affrontato un problema tremendamente serio: l'obesità infantile. L'obesità infantile infatti, anche in Toscana, sta diventando una piaga sociale: secondo i dati forniti dall'Agenzia regionale di sanità il 26% dei ragazzi è in sovrappeso, l'8% è obeso.

L'età più critica per l'insorgenza della "pancia", che poi spesso il bambino si porta dolorosamente dietro per il resto della sua vita, è fra i 6 e i 13 anni. I più colpiti sono i maschi. Per combattere il fenomeno, e per far riflettere minori e adulti sull'importanza di uno stile alimentare sano e del movimento fisico, è nata l'idea di organizzare una giornata in cui i protagonisti fossero loro, i ragazzi. Così nell'auditorium del Consiglio regionale oggi numerose classi elementari e medie provenienti da tutta la Toscana si sono confrontate con gli esperti.

Ma il pubblico coinvolto è stato ben più vasto: grazie ai collegamenti in diretta web, ai messaggi sms e utilizzando il portale delle regione "intoscana.it" hanno potuto ascoltare e interagire circa cinquecento ragazzi. Medici, pediatri e nutrizionisti come Antonio Panti, presidente dell'Ordine dei medici della Toscana, Fabio Franchini, Marco Maria Mariani e Gabriele Buracchi hanno spiegato ai presenti l'importanza di evitare cibi troppo saturi di zucchero, che provocano dipendenza, ricchi di grassi idrogenati e di conservanti, e di preferire invece alimenti "antichi", fatti in casa, più salutari.

Ha spiegato l'ideatore dell'iniziativa, il presidente della commissione regionale Sanità Fabio Roggiolani: "E' una sfida quella che lanciamo oggi, quella di far capire ai ragazzi una cosa assolutamente fondamentale per la loro salute. Come si insegna loro a guardare a destra e a sinistra prima di attraversare la strada, dobbiamo far capire l'importanza di un'alimentazione corretta". Il problema è "l'assedio" quotidiano a cui tutte le famiglie anche in Toscana sono sottoposte: distributori di snack e merendine in ogni scuola, palestra, stazione, fast-food ad ogni angolo di strada, pubblicità, il tempo per cucinare che è sempre meno per cui si fa massiccio ricorso ai cibi pronti.

E ovviamente, il problema più che dai ragazzi è rappresentato dai genitori: non a caso, sempre secondo i dati illustrati dal presidente dell'Ars Giovanni Barbagli, c'è un rapporto proporzionale fra il titolo di studio della madre e la tendenza all'obesità dei figli: maggiore è la consapevolezza di quello che si mette in tavola, minori sono i problemi di peso. Ai ragazzi presenti all'incontro, promosso oltre che dal Consiglio regionale dalla Giunta, dall'Ars e dall'Ufficio scolastico regionale per la Toscana, è stato illustrato il contenuto di un libretto, dal titolo "panciosità" e di un cd realizzato dal nutrizionista Gabriele Buracchi con l'aiuto di una cooperativa di ragazzi diversamente abili: con un linguaggio semplice e in maniera divertente è possibile calcolare quante "pance" si possono perdere o acquistare a seconda di quello che si mangia e di quello che si fa.

Oltre al cibo, hanno ribadito gli esperti, importantissimo è il movimento. Filippo Fossati, segretario della commissione Sanità e presidente nazionale Uisp, ha fatto un piccolo decalogo di quello che si dovrebbe far fare ai ragazzi: andare e tornare da scuola a piedi e praticare di più l'educazione fisica, spesso sottovalutata, nella scuole. E ancora, far provare e praticare ai propri figli il numero maggiore possibile di sport. Prima dei 14 anni dedicarsi a uno sport unico, magari avendo alle spalle dei genitori che sperano in un piccolo campione, diventa fonte di stress.

(cem)

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