Agricoltura fiorentina sempre più biologica: aumentato del 30 per cento l'uso di insetti utili

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 aprile 2008 14:06
Agricoltura fiorentina sempre più biologica: aumentato del 30 per cento l'uso di insetti utili

Firenze, 8 aprile 2008- Puntare sulla natura per combattere i parassiti e per garantire l’impollinazione delle piante. L’agricoltura fiorentina si scopre sempre più biologica, con un aumento dell’impiego di insetti utili che supera il 30 per cento, rispetto al 2007. Un incremento a ampio raggio, che ha riguardato le arnie dei bombi, insetti utilizzati per l’impollinazione in serra, ma anche le larve di coccinella (Adalia Bipunctuta) o di crisoperla (Crisoperla Cornea) per debellare la piaga degli afidi e gli esempi non si fermano qui.
“Sono oltre una trentina – Spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia – le aziende della provincia fiorentina che si sono rivolte a noi per avere insetti utili e molte richieste sono arrivate anche da altre realtà della regione.

Come Cooperativa Agricola di Legnaia siamo concessionari in esclusiva per la Bioplanet, azienda di Cesena che produce insetti utili e abbiamo il polso del mercato, sia in abito locale che regionale. Rispetto allo scorso anno c’è stato un aumento di 7-8 unità, che dimostra come sia sempre maggiore l’attenzione per la salvaguardia dell’ambiente e la riduzione dell’uso di antiparassitari. Per quanto riguarda i quantitativi, direi che siamo intorno a un 30 % in più rispetto a quelli del 2007, anno in cui si era già registrato un discreto incremento.

Tutto questo rappresenta un valore aggiunto per la qualità delle coltivazioni locali, in un momento in cui i clienti, disorientati da scandali e situazioni poco chiare, chiedono sempre più garanzie”.
Nei primi mesi di quest’anno sono lievitate a circa 2 mila unità le richieste di larve di coccinella e a circa 16 mila quelle di crisoperla per combattere gli afidi che infestano le colture, come i pidocchi che lo scorso anno avevano creato diversi problemi ai peschi nella zona di Scandicci.

“Il ricorso agli insetti utili – ricorda Tofani - avviene soprattutto in serra e abbiamo registrato una crescita impressionante nelle richieste di miridi per combattere la ‘mosca bianca’, circa 4 mila unità, di fitoseidi che combattono i ragnetti rossi, afidi che infestano pomodori, peperoni, cetrioli e altre coltivazioni orticole, arrivati a 18 mila unità, e dell’ ‘Orius levigatus’ per controllare i tripidi, insetti che colpiscono zucchine, cetrioli, pomodori e peperoni, per cui sono arrivate più di 2 mila richieste.

Buona anche la quantità richiesta delle arnie di bombi, usati per l’impollinazione, arrivate a superare quota 35. E’ chiaro che l’utilizzo degli insetti utili in aree protette come le serre, implica che l’agricoltore utilizzi metodi di difesa rispettosi dell’ambiente, per non danneggiarli”.
Non mancano, però, anche esperienze in campo aperto. “In questi anni – ammette Tofani –, soprattutto sulle colline di Scandicci e in particolare nell’area di Giogoli, abbiamo combattuto con successo la battaglia contro la metcalfa, una sorta di farfallina che ricopre di melata le piante, dai rovi alle viti, favorendo lo sviluppo di funghi.

L’insetto arrivato dagli Stati Uniti è stato combattuto con il suo antagonista naturale, il Neodrynus Typholocibae, un parassitoide che attacca le forme giovanili della metcalfa. In questo caso si interveniva all’aperto e non in serra e il clima caldo ha favorito il crearsi di un equilibrio biologico”.

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