Arte: alla Galleria Continua di San Gimignano tra totem e sensualità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2008 23:35
Arte: alla Galleria Continua di San Gimignano tra totem e sensualità

di Giada Primavera Inaugura oggi, dalle 18 alle 24, la Galleria Continua di San Gimignano con tre artisti.

Pascale Marthine Tayou, in Jungle Fever. Per cominciare, tre sculture Le cercle de la guerre’, ‘Le cercle de la paix’, Le cercle de la vie’ per tre spazi che delimitano un percorso di filosofia artistica : riproporre le tematiche dell’identità individuale, della globalizzazione, del postcolonialismo attraverso composizioni di foulard bianchi, neri e rossi a rappresentare rispettivamente la pace, la guerra, la vita.

Le sculture divengono totem dalla sacralità ironica, ispirati all’Africa: i totem, in cristallo, abbandonano la purezza mitologica, ornati come sono di monili, semi, piume, textures….Di seguito, l’opera imponente intitolata Human Being: un villaggio, una moltitudine di capanne di dimensioni ridotte. Ovvero una riflessione sul concetto dell’abitare: complici gli schermi video sulle pareti, che si aprono ad imitare porte e finestre dalle quali affacciarsi per immergersi, tra immagini e sonorità, nelle magie di Taiwan, Giappone, Italia, Camerun…Disegni su carta carbone in box di alluminio retroilluminati e combinazioni di gessetti bianchi e colorati completano la panoramica di creatività sull’artista.

Pascale Marthine Tayou (al secolo Jean Apollinaire Tayou) nasce a Yaoundé, in Camerun, nel 1967. Il suo percorso artistico prende il via negli anni ’90 quando, interrotti gli studi di Legge, cambia nome prendendone uno doppio e declinandolo al femminile: Pascal(e) Marthin(e), appunto. Alle prime esposizioni in Camerun, fanno ben presto seguito esperienze in Germania, Francia, Belgio, paese dove attualmente vive. Tayou ha preso parte a importanti esposizioni e rassegne internazionali come Documenta II (2002) e le Biennali di Istanbul (2003), Lione (2005), Venezia (2005), L’Avana (2006).

Numerose le mostre realizzate in importanti musei di tutto il mondo, tra le più recenti personali ricordiamo: MACRO (Roma, 2004), S.M.A.K. (Gent, Belgio, 2004), MART (Herford, Germania, 2005), Milton Keynes Gallery (Milton Keynes, UK, 2007).

Kan Xuan, con Kanxuan! Ai! La video maker cinese che inaugura con Continua la sua prima personale in Italia, realizza video-contrasti: tra una Cina rampante e competitiva ed una più lenta e consuetudinaria. Una sorta di rassegna: immagini su monitor e proiezioni su pareti realizzate da Kan Xuan dal 1999 ad oggi.

A dare il titolo alla sua performance espositiva, Kanxuan! Ai! , un video in cui una giovane donna insegue se stessa nei corridoi infiniti di una metropolitana. Spiritualità, sensi, realtà e sogno sospesi ed ironicamente – anche qui - cristallizzati.

Kan Xuan nasce a Xuan Cheng, nella provincia di Anhi, nel 1972. Attualmente vive fra Amsterdam e Pechino.Mostre selezionate: 2007: 10° Biennale di Istanbul, Turchia; 52° Biennale di Venezia, Italia; 2006: China Power Station: Part I, Serpentine Gallery, Londra, GB; 2005: 2° Triennale di Guangzhou, Cina; De Prix de Rome 2005, De Apple Amsterdam, Olanda; 2003: Alors, la Chine?, Centro Pompidou, Parigi, Francia; Panorama Da Art Brasileira 2003, Museo di Arte Moderna di San Paolo, Brasile; Under Construction, Tokyo Opera City Art Gallery, Tokyo, Giappone.

Residenze: 2007-2008 Yorkshire ArtSpace Society, Sheffield, GB; 2002-2003 Rijksakademie van Beeldende Kunsten (Accademia delle Arti Figurative), Amsterdam, Olanda.

The Singers’ Room è il titolo dell’opera dell’artista argentino Jorge Macchi e del compositore Edgardo Rudnitzky. Macchi, conosciuto anche in Italia alla Biennale di Venezia del 2005 con la performance L’ascensione, presenta oggi una installazione di 4 grandi pannelli di vetro, appesi uno di seguito all’altro e trasformati, grazie al dispositivo “whispering windows”, in una vera e propria cassa acustica.

Su questi “fogli fonetici” viene scritto Goodbye, un breve componimento della poetessa uruguaiana Idea Vilarino. Macchi e Rudnitzky giocano con la poesia, privandola di struttura ed enfatizzandone musicalmente solo alcuni “snodi sentimentali”.

Jorge Macchi nasce a Buenos Aires nel 1963, città dove tutt’oggi vive e lavora. Numerose mostre personali e collettive realizzate in tutto il mondo, tra queste: Brave new world, a cura di Y.Raymond, Walker Art Center, Minneapolis, USA, (2007); Light music, in collaborazione con Edgardo Rudnitzky University gallery, University of Essex and Firstsite Gallery, Colchester, UK (2006); 51’ Biennale di Venezia, Padiglione Argentino e ‘L’esperienza dell’arte’ a cura di Maria de Corral (2005); ‘Farsites’ all’interno di ‘Inside’, Tijuana-San Diego (2005); Biennale di San Paolo (2004-2006); ‘Le 10Neuf, Centre Regional d’Art Contemporaine Montbeliard, Francia (2004); ‘Biennale di Istanbul 8’ (2003); MUHKA’, Museum of Contemporary Art Antwerp (1998.

Nel 2001 ha vinto con il progetto ‘Buenos Aires Tour’ il Guggenheim Foundation Fellowship. Tra le mostre in programma ricordiamo: “Agite antes de usar”, mostra itinerante Yokohama Triennale, Giappone (settembre 2008); Bienal New Orleans (novembre 2008). Le opere di Jorge Macchi fanno parte di importanti collezioni permanenti: Museum of Modern Art Buenos Aires, The University of Essex e Tate Modern in Inghilterra, al MUSAC in Spagna.

Edgardo Rudnitzky nasce a Buenos Aires nel 1956.

Vive e lavora a Berlino. Compositore e musicista di livello internazionale Rudnitzky ha studiato composizione, analisi musicale e morfologia con Carmelo Saitta, Gerardo Gandini e Enrique Belloq. Le sue composizioni hanno accompagnato importanti opere teatrali, balletti, film. Numerose le sue collaborazioni con Macchi a partire dal 1998.

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