Referendum di Campi Bisenzio: conta di più la contrarietà all'inceneritore, o l'astensione?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2007 15:39
Referendum di Campi Bisenzio: conta di più la contrarietà all'inceneritore, o l'astensione?

Firenze, 3 novembre 2007- Il responso popolare chiede alla Provincia di Firenze e ai Comuni di avviare subito le procedure per un mutamento radicale nella gestione rifiuti, con soluzioni diverse da quelle dell'incenerimento, sonoramente bocciato dai cittadini di Campi Bisenzio. Le amministrazioni -comunale e provinciale- dovrebbero rispettare l'esito della consultazione sull'incenerimento e sull'impianto di Case Passerini, che ha visto i cittadini campigiani esprimersi all'85% per il No. Il risultato del referendum rappresenta la sconfitta del prosindaco di Campi Bisenzio (in una consultazione da lui voluta e organizzata) e del Presidente della Provincia, che aveva rinunciato alla neutralità schierandosi apertamente per il sì.

Renzi ha dichiarato che solo una ridotta percentuale dei cittadini aventi diritto al voto si è espressa contro l'inceneritore e così l'alta percentuale dei NO viene controbilanciata dal numero dei partecipanti al voto.
“I Verdi invitano tutte le forze politiche del centro sinistra a livello della Provincia di Firenze a tenere in grande considerazione il risultato del referendum campigiano, che segna un esito trionfale, aldilà di ogni ottimistica previsione, per il fronte del no”. Lo affermano i Portavoce provinciali dei Verdi fiorentini Carlo Bastiani e Cristina Volpini, il Capogruppo in Provincia Luca Ragazzo, e il Portavoce Regionale Mauro Romanelli.

“E questo no – proseguono i Verdi – è un no all’incenerimento in toto, come dimostra il risultato del primo quesito, non solo all’incenerimento a Case Passerini” “Ora è necessario rivedere il Piano Provinciale dei Rifiuti, considerando anche che la riorganizzazione degli ato a livello regionale impone una rivalutazione complessiva del problema” “Si dovrà tenere conto dei risultati referendari, ovviamente, e riconsiderare le localizzazioni, da quella di Rufina, che va a impattare su un azienda biologica di pregio, e insiste nella cassa di espansione del fiume Sieve, a quella della piana, un’area già a forte criticità ambientale e sanitaria, come tutti gli indicatori ci mostrano inconfutabilmente (aeroporto, autostrada)” “Ma si dovrà anche riconsiderare la quantità di rifiuti da trattare per via impiantistica, quantità che si può ridurre drasticamente, se solo si volesse finalmente investire risorse adeguate su politiche di provata efficacia per la riduzione e la differenziazione, come il sistema del porta a porta” “Infine, si dovranno adottare procedure trasparenti, magari mediante l’istituzione di un forum partecipativo con tecnici di entrambe le parti, al fine di applicare il principio europeo delle migliori tecnologie disponibili per trattare quella parte dei rifiuti non differenziabile: da un procedimento onesto e dalla valutazione dei dati tecnici, i Verdi sono certi che l’opzione dell’incenerimento risulterà evidentemente la più costosa, inquinante e obsoleta” “Rispetto ai commenti e alle prese di posizione circolate nel mondo politico, i Verdi si dichiarano allibiti dall’atteggiamento arrogante e antidemocratico del Presidente Renzi, che si pone fuori da ogni cultura istituzionale e da ogni sensibilità democratica” “Le affermazioni di disprezzo verso i cittadini che hanno votato, il volersi appropriare, in maniera goffa e ridicola, di quelli che non hanno votato, offende gli uni e gli altri, così come è inaccettabile e politicamente disonesto confondere il voto alla sua persona nel 2004, frutto solamente dell’essere stato il candidato della coalizione di centro sinistra, con un voto pro-inceneritore: tra l’altro il suo programma prevedeva investimenti capillari nella raccolta differenziata, promessa di cui è stata poi fatta carta straccia” “Chiediamo ufficialmente e perentoriamente a Renzi di chiedere scusa ai cittadini di Campi che ha offeso – concludono i Verdi -.

In mancanza, che si dimetta da un incarico che ricopre sempre più indegnamente”
“Chi ha vinto? Secondo me la disinformazione e l’astensionismo. Ho il massimo rispetto per tutte le prove di democrazia e di partecipazione. Però, se dopo mesi di polemiche roventi, di allarmismo facile e di riflettori accesi, anche nazionali, sul Referendum consultivo di Campi Bisenzio, non è stato raggiunto il quorum e i votanti sono stati solo il 31,11% degli aventi diritto, e sono rimasti a casa i due terzi di elettori che di solito si recano alle urne in percentuali bulgare, questo deve spingere tutti a diverse riflessioni, a partire da chi il Referendum lo ha promosso”.

Così Erasmo D’Angelis, esponente del Pd e Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale commenta il dopo-Referendum. “Il voto di Campi – spiega D’Angelis - non cambia lo scenario rischioso che abbiamo di fronte in materia di rifiuti urbani. La Toscana ha la necessità di uscire prima possibile da una lunga fase di moratoria dell’impiantistica sicura e necessaria, ma anche dallo stallo delle raccolte differenziate ferme dal 2004 al 33%, dall’assenza del mercato del riuso e di azioni per la riduzione delle oltre 2.5 milioni di tonnellate l’anno (2 kg a giorno a testa).

L’ormai prossima crisi del nostro sistema di smaltimento medioevale che vede il 76% dei rifiuti finire in 21 discariche che inquinano molto di più di un termovalorizzatore, e chiuderanno il ciclo nel 2010 per saturazione o per legge, impone a tutti di evitare di continuare a ripetere solo dei no e ritardare soluzioni credibili – continua D’Angelis - abbiamo davanti tre anni per evitare di finire sul New York Times per la spazzatura in strada o per l’export di ecoballe modello Campania (peraltro già allo studio) in Europa a peso d’oro per i contribuenti.

Se resta la patologica incapacità di decidere, i ritardi si scaricheranno proprio sull’ambiente e la salute dei cittadini. Fa bene il Presidente della Provincia, Matteo Renzi, a ricordare a tutti che questa è l’ora delle responsabilità e del buongoverno dello smaltimento dei rifiuti”. “La soluzione – aggiunge il Presidente della Commissione Territorio e Ambiente - è nell’approccio integrato che responsabilizza i produttori di rifiuti e le famiglie: forte riduzione, forte aumento delle raccolte differenziate con metodologie innovative come il ‘porta a porta’ finalizzate al riuso e riciclo, pochi impianti sicuri per il recupero di energia della quota residuale del 25-30%.

Possiamo anche sperimentare dissociatori molecolari e trattamento a freddo, ma dominando tutti gli altri passaggi. E’ questo ciò che, con la riforma della legge sui rifiuti del 1998 che ha diviso la Toscana in 3 Ato, riducendo il numero complessivo degli impianti, grazie al nuovo assessore Bramerini, abbiamo iniziato a fare”. “Trovo poi veramente assurdo – conclude D’Angelis – aver fatto passare in questi mesi di dibattito confuso le istituzioni come ‘inceneritoriste’ e aver lasciato associare, anche nel quesito referendario, un moderno termovalorizzatore ad un obsoleto inceneritore che ricordava a tutti il vecchio ‘mostro’ di San Donnino che spargeva diossine.

La differenza è abissale tra impianti di vecchia generazione che bruciavano rifiuti senza altra utilità e con grandi rischi, e i moderni impianti presenti senza drammi nei centri storici di grandi capitali europee che devono chiudere il ciclo dello smaltimento rientrando nel piano energetico regionale, con tutte le garanzie in materia di controlli, trasparenza e tutela sanitaria e ambientale”.
«Lo straordinario risultato del referendum di Campi Bisenzio deve rimettere in discussione le politiche inceneritoriste delle amministrazioni toscane e in particolare del Comune di Firenze, che deve ripensare la gestione dei rifiuti potenziandone drasticamente la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio -intervengono Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo, e Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista- Si rinunci a costruire nuovi inceneritori o a potenziare i vecchi e si realizzi quel 55% di raccolta differenziata e 15% di riduzione dei rifiuti a cui l'Amministrazione può destinare risorse adeguate nei prossimi bilanci.

E' importante valutare insieme i due dati che escono dalle urne. I campigiani hanno infatti difeso i loro corpi, la loro salute, anche in nome e per conto di altre popolazioni, non è un caso che al no all'inceneritore di Case Passerini (88,87%) si affianchi un no altrettanto netto al rifiuto delle politiche inceneritoriste per la gestione dei rifiuti (84,36%). La sindrome Nimby a quanto pare è frutto solo della demagogia di qualche politico distante dal sentire comune degli abitanti che amministra.

Hanno perso gli interessi economici che stanno dietro agli obsoleti termovalorizzatori e ha vinto la salute delle persone, la cultura figlia di una modernità che rispetta la natura e definisce un modello di sviluppo basato sulla riduzione, il riciclo e il recupero dei rifiuti. Un plauso grande va alle tante persone, uomini e donne, che organizzati in comitati e movimenti dal basso hanno saputo riaprire sul territorio un dibattito culturalmente alto e ricco di ragioni. Hanno saputo ricostruire una politica moderna, fondata su informazioni corrette e non su falsità e strumentalizzazioni di sorta».


“L’amministrazione provinciale non può più fare il gioco dello struzzo e far finta di non sentire i No all’inceneritore che arrivano dagli abitanti di Campi”. È quanto dichiarano i Consiglieri Provinciali di An Guido Sensi e Nicola Nascosti a commento del risultato referendario. “Si è cercato in questi mesi di delegittimare l’appuntamento referendario, tacciandolo come momento inutile e non incisivo – proseguono Sensi e Nascosti – e nonostante l’amministrazione provinciale abbia tentato in tutti i modi di scoraggiare i cittadini che si erano costituiti in un comitato e dall’altro fronte abbia strategicamente dato l’avvio alla campagna sui rifiuti proprio a ridosso del referendum, il risultato ha dimostrato che la chiamata popolare non è stata certamente inascoltata.

I quasi 10.000 voti che hanno espresso il proprio No all’inceneritore sono da inserirsi all’interno del contesto campigiano che vede un quorum elettorale medio che si aggira sui 25.000 votanti, i quali alle scorse amministrative hanno eletto il Sindaco Alunni, espressione della maggioranza che sostiene il termovalorizzatore, con circa 15.000 voti. I numeri quindi parlano chiaro: il referendum di domenica non può essere considerato una consultazione inutile. Certo è che tale referendum è soltanto consultivo e quindi da un punto di vista meramente decisionale non ha efficacia.

I cittadini di Campi, partano allora da questo risultato per arrivare alle amministrative del 2008 con la consapevolezza – concludono gli esponenti di An – che il loro voto di primavera sarà lo spartiacque tra chi vuole l’inceneritore e chi invece governerà la città contro la costruzione dell’impianto”.
"Ribadiamo con forza che la Piana fiorentina è ambientalmente malata afferma un documento del Gruppo PRC in Provincia di Firenze- che le indagini della magistratura hanno fatto emergere l’insufficienza dei provvedimenti presi per rispettare i limiti previsti dalla legge per l’inquinamento atmosferico:per questo è insostenibile e inaccettabile aggiungere un’altra fonte inquinante che aggrava l’attuale situazione.

Si può evitare l’emergenza, strumentalmente sbandierata, con un forte impegno per la riduzione, la differenziazione spinta dei rifiuti con i sistemi porta a porta, il recupero dei materiali, impegno fino ad oggi poco perseguito; per la parte residua vi sono soluzioni, già praticate in altri paesi, come gli impianti di trattamento a freddo, meno inquinanti e costosi degli inceneritori, che massimizzano il recupero e non producono ceneri e scorie “avvelenate” come gli inceneritori. Adesso è tempo di decidere e di cambiare".

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