Fiorentinità: un appello al resto del pianeta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2007 12:49
Fiorentinità: <I>un appello al resto del pianeta</I>

Firenze è una città morta che si nutre dei suoi cadaveri. Le carcasse di una civiltà da lei stessa dimenticata sono ciò che le resta. Perduti gli edifici storici e i beni museali, non troverebbe motivo d'esistere. Questo suo sopravvivere in un passato costantemente eroso dal presente, alieno alla sensibilità dei suoi abitanti, l'ha resa una città falsa, fredda e inumana; una vuota scenografia allestita senz'arte per l'occhio bovino dei turisti, che intasano le vie come mucche sul nastro del macello.
I fiorentini, infrequentabili, dei loro avi conservano solo l'orgoglio, non più la causa; sono stupidamente presuntuosi, distaccati dalla realtà e patologicamente chiusi, inibiti nel loro essere umani.

Senza più una panchina da sedere, una piazza da abitare, un bar dove entrare per essere accolti anziché frettolosamente rapinati, sono ormai disavvezzi al consorzio umano; e come chi si senta in obbligo di sostenere un ruolo superiore alle proprie capacità, frustrati dalla loro inettitudine, non cercano che l'oblio, in ogni relazione vedono minacciata l'immagine che vorrebbero avere di sé. Continuamente annoiati da un presente che non c'è, covano un'irritazione endemica, si fanno scostanti, non violenti solo per ignavia e mollezza.

E' tanto il tempo trascorso da che potemmo vantare onorevoli natali, che goffamente idolatriamo l'aridità; e per fingere che la nostra morte abbia qualcosa a che vedere col Rinascimento, si minacciano sepolture in Santa Croce.
Questo è un appello al resto del pianeta: per il bene comune, dimenticateci, staccateci la flebo e costringeteci a ESSERE!


Lucio Lepri

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