Carta per i trans: l'assessore risponde ai consiglieri di opposizione e invita alla pacatezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2007 18:43
Carta per i trans: l'assessore risponde ai consiglieri di opposizione e invita alla pacatezza

Firenze, 1 giugno– “Ho letto con stupore le critiche all’iniziativa della carta pepagata per avviare al lavoro transessuali e transgender approvata dall giunta regionale. Si parla addirittura di follia e di volontà elettoralistiche. Mi sembra che i toni siano andati molto al di là del prevedibile. Si tratta infatti di un piccolo atto di civiltà finalizzato all’inclusione sociale di soggetti deboli, troppo spesso emarginati dalla vita lavorativa e sociale proprio in virtù della loro identità”.

Così l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro risponde, con una lettera aperta - che vuole sottolineare la necessità, di fronte al dramma umano personale di questi cittadini e cittadine, di smorzare i toni e non alimentare ulteriori polemiche – alle dure parole espresse sul provvedimento da due consiglieri di opposizione. “Anche nella mia esperienza di sindaco – prosegue l’assessore – ho avuto occasione di incontrare cittadini che avevano cambiato sesso e che ponevano con forza il tema del lavoro, sia per evitare di finire sulla strada, sia per garantirsi una dignitosa esistenza.

Si trattava e si tratta di persone che hanno vissuto gravi sofferenze di natura psicologica e fisica, e che solo nel passaggio all’altro sesso sono riuscite, sia pure con fatica, a ritrovare un equilibrio. Si è trattato di scelte spesso tormentate, difficili, sicuramente esposte al rischio costante di emarginazione e a giudizi moralistici negativi da parte della collettività. Ma per queste persone si è trattato di scelte obbligate, necessarie per poter vivere una vita normale. Quello che, in quei casi come in molti altri, emergeva ed emerge con forza, è la difficoltà di farsi accettare nella nuova situazione personale all’interno del mondo del lavoro, lavoro spesso perduto anche a seguito della lunga trafila di cure sanitarie legata alla dolorosa fase di “transito”.

Nei confronti di questi cittadini vi era una oggettiva difficoltà ad intervenire con strumenti tradizionali. Per questo l’idea della carta, che ci dà un’occasione in più di qualificare e offrire a questi cittadini capacità professionali da spendere sul mercato del lavoro”.
Il contributo è piccolo, spiega ancora l’assessore, 150 mila euro nel contesto più generale del Fondo sociale europeo che prevede azioni per complessivi 697 milioni di euro. Non solo. Questa iniziativa si realizza in un momento in cui la Regione sta investendo fortemente nel campo dell’occupazione.

E’ di pochi giorni fa il bando per 1 milione e 700 mila euro a favore di donne disoccupate fra i 35 e i 45 anni e per il consolidamento dei lavoratori precari, ai quali si aggiungono 1 milione di contributi per i lavoratori atipici, più altri interventi concordati con le Province. “Come si vede non solo non si è tolto a nessuno, ma anzi abbiamo aggiunto opportunità a chi non ne aveva, in linea con quanto prescritto dal Fondo sociale europeo che prevede azioni a favore di soggetti svantaggiati.

E’ di questo che stiamo parlando. Per questo mi auguro che davvero si possa tornare ad affrontare queste cose con la necessaria pacatezza, tenendo conto che siamo di fronte a cittadine e cittadini che hanno fatto una scelta esistenziale difficile non certo per divertimento, ma per poter essere se stessi”.

“Dopo i DICO, dopo la sistematica denigrazione della famiglia e il tentativo di disgregarne il valore come elemento fondante della società italiana, adesso la sinistra insiste approvando in Toscana le card transessuali”.

Così l’on. Guglielmo Picchi di Forza Italia commenta l’iniziativa della regione toscana relativa alla carta pepagata per avviare al lavoro transessuali e transgender. “Anche se comprendiamo che spesso i transessuali sono persone che hanno vissuto gravi sofferenze di natura psicologica e fisica, non riteniamo giustificato l’utilizzo di questo strumento sia perché si può prestare ad ultilizzi arbitrari sia perché riteniamo il sostegno alla famiglia prioritario. Questo è l’ennesimo elemento di un piano preordinato dalla sinistra per minare la famiglia, piano ben concordato sia a livello di enti locali che di stato centrale.

Credo che la sinistra debba ritornare sui suoi passi ed approvare misure in favore della famiglia”.

“La disoccupazione in Toscana - dichiara Stefania Fuscagni Consigliere Regionale della Toscana di FI - è un problema che riguarda moltissimi giovani e molte persone che, soprattutto intorno ai quarantacinque-cinquant’anni, hanno perduto il loro primo lavoro e i dati ci dicono che il tasso di disoccupazione nella nostra regione è, da anni, tra i più alti del centro-nord. Il problema quindi è strutturale, e dare avvio ad una card prepagata per i transessuali di appena 2.500 euro da spendere in due anni non è un’azione risolutiva ma certamente può aumentare il fastidio, reale quanto ingiustificato, verso il disagio di queste persone.

E’ proprio per la misura insufficiente - prosegue Fuscagni - che mi pare si dimostri la strumentalità inutile di questa iniziativa. Mi chiedo: ma che bisogno c’era di mettere in essere una iniziativa così eccentrica? Se il problema è la discriminazione, ed è vero che il problema c’è, allora si intervenga sul mondo del lavoro quando discrimina, si intervenga sulla scuola quando non costruisce percorsi di comprensione, si intervenga con le istituzioni e le forze dell’ordine quando si tratta di fermare quei soggetti che fanno della “strada” l’orizzonte di dolore di queste persone.

Così se il problema è la formazione si faccia in modo che ognuno possa costruirsi percorsi di eccellenza e di qualità che sono l’unica vera risposta tanto alla disoccupazione quanto alla discriminazione. Che senso ha dare un “insignificante obolo” contro la discriminazione quando non rimuove nessuna delle cause che la determinano? La politica - conclude Fuscagni - ha il compito di affrontare i problemi senza aumentare i nervosismi e senza dare la priorità ad iniziative utili a tenere vivo il dialogo con le lobby, qualunque esse siano e inutili a risolvere i problemi concreti delle singole persone.

Questa iniziativa la riteniamo al di là, e molto oltre, quello che una Amministrazione deve fare e frutto di una logica delle iniziative “manifesto” puramente dimostrative che, secondo noi, non solo non servono ma sono oggettivamente dannose per la nostra società”.

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