Sesso e denaro a Firenze: intervista ad Adelina, testimonial della campagna di comunicazione contro lo sfruttamento della prostituzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2007 23:09
Sesso e denaro a Firenze: intervista ad Adelina, testimonial della campagna di comunicazione contro lo sfruttamento della prostituzione

Secondo i dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni circa 1.000.000 di esseri umani sono trafficati ogni anno nel mondo e 500.00 in Europa. Combattere lo sfuttamento della prostituzione e più in generale la mercificazione del corpo è questione culturale, piuttosto che di ordine pubblico. "Libera la vita" è il titolo di un programma per la sensibilizzazione radiofonica rivolto alle prostitute, ma anche ai "clienti". Adelina, una giovane albanese, è la testimonial di questa campagna informativa per convincere le ragazze a uscire dal giro e soprattutto per far capire ai maschi italiani quanta violenza sta dietro a quegli splendidi sorrisi.

Nella foto Adelina appoggiata ad un'auto dei "suoi angeli

Quanta ipocrisia nel modo che sino ad oggi è stato usato per parlare di questa tragedia.

Tu come la vedi, Adelina?
Il pubblico italiano è informato poco, o informato male. I giornali dovrebbero fare capire che le ragazze che battono i marciapiedi lo fanno perché costrette da organizzazioni criminali internazionali. Per far comprendere la verità l'informazione può fare moltissimo, ma quei titoli che vedo sempre mi fanno solo arrabbiare.

La tua storia personale è emblematica e, grazie al tuo coraggio e alla tua sincerità, ha fatto il giro dei giornali e delle televisioni nazionali.

E' possibile risorgere anche da un dramma come il tuo?
Sono stata rapita in Albania, convinta sotto minaccia dei miei cari. Mi hanno sbarcato in Puglia dal motoscafo, dove ad aspettarmi c'erano italiani, forse della mafia locale, che collaboravano e proteggevano l'organizzazione albanese. Trasportata via in automobile sono stata poi venduta ad altri criminali che mi hanno costretta con la violenza al marciapiede in varie città per quasi tre anni. Sono stata anche in Toscana. Infine ho travato la forza di reagire, e con l'aiuto dei Carabinieri di Tricarico, che io chiamo angeli per il bene che mi hanno fatto, ho deciso di collaborare ad un'inchiesta giudiziaria che ha fatto 40 arresti e 80 denunce per organizzazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione.

Adesso vivo solo per il mio progetto. Il prossimo 8 marzo spero di riuscire a inaugurare una casa di accoglienza a Metaponto (in provincia di Matera). Si chiamerà Tricarico, in onore dei miei "angeli".

Perché è così difficile convincere le ragazze a collaborare con la Giustizia?
Dopo mesi e mesi in strada si fa fatica a fidarsi. Tieni conto che in Albania ero stata violentata dai criminali, tra cui un poliziotto! In Italia venivo sempre picchiata, torturata con le sigarette accese spente sulla pelle, spostata da una città all'altra come un animale.

Oggi sono in salvo, ma la mia vita è stata rovinata per sempre. Ecco perché voglio lanciare una raccolta di firme (come si dice?) una petizione perché si possa applicare l'articolo 416bis del Codice Penale anche a queste bestie che sfruttano povere ragazze come me.

Dai tuoi racconti emerge il ritratto di un'organizzazione meticolosa, una catena di montaggio che trasforma il sesso delle ragazze in denaro sonante. Ogni prostituta rappresenta un patrimonio per l'organizzazione...
All'epoca, c'era ancora la Lira, volevano che raccogliessi circa due milioni al giorno lavorando sia di giorno che di notte.

E ci riuscivo, anche rubando i soldi nel portafoglio dei "clienti", come mi avevano insegnato loro. Altrimenti erano botte ogni volta. L'ordine era di non accettare l'invito di stranieri, perché avevano paura che ci rapinassero, di lasciare avvicinare solo italiani e di concedere loro pochi minuti, sei, sette, non di più. Dovevamo essere brave a soddisfarli alla svelta e passare ad un altro. Finivamo per incontrare quasi venti uomini al giorno. Alcuni di questi ritornavano anche due volte, o più durante la settimana.

Mi spingi a fare una proporzione matematica.

Se una prostituta incontra per strada circa 100 uomini diversi nell'arco di una settimana e se è corretta la stima che vorrebbe in Italia circa 20.000 ragazze straniere vittime del racket della prostituzione, questo significa che ogni settimana almeno 2 milioni di italiani sono acquirenti del mercato del sesso, quasi un maschio adulto su dieci. Di che tipo di uomo si tratta?
Secondo me sono molti di più di quelli che pensi. Considera che ci sono anche molti anziani. E le richieste degli uomini alle ragazze sono schifose.

Spesso chiedono di non usare il profilattico e sono disposti a pagare di più per questo, il doppio, anche il triplo. Le ragazze non vogliono, hanno paura delle malattie e anche i "protettori" dicono di non farlo, perché hanno paura di infettarsi, quando le violentano. Una volta un italiano mi offri il doppio di quello che chiedevo se ero disposta a schiaffeggiarlo insieme ad una amica. Insomma ho subito tanta cattiveria anche dai clienti, che poi credono di farsi perdonare regalando dei soldi.

Forse pensano di aiutare così le ragazze a far arrivare qualche soldo a casa?
Se lo pensano si sbagliano.

Io non riuscivo a trattenere niente, se non due lire per mangiare qualcosa. Tutto il resto me lo strappavano i miei violentatori. In Albania non sono mai riuscita a mandare niente. E poi avevo troppa paura che se ne accorgessero: sarei morta, come è successo a tante altre.

Insomma è solo commercio dei corpi, un'attività economica criminale basata sulla violenza. Questa gente è disposta a tutto?
I gruppi del racket sono pronti alla guerra per controllare il territorio. La scelta delle strade è importantissima.

Ricordo di una notte, che mi dissero di andare ad occupare il marciapiede delle africane che sembrava abbandonato. Invece le ragazze saltarono fuori all'improvviso e mi aggredirono in gruppo. Vennero gli albanesi a portarmi via con l'automobile. Un'altra volta, a Vimercate, ho visto una banda che rubava le ragazze ad un'altra organizzazione.

Adelina sorride, ma si capisce che si vergogna. Non riesce a raccontare le cose più brutte che le sono capitate in quegli anni terribili. Ma quel che dice è già abbastanza per svelare l'ipocrita truffa del sesso scambiato con il denaro e confuso con l'amore.

Il resto è violenza e sentimenti rubati per sempre a povere ragazze straniere per divertire maschi annoiati, in Italia.

Nicola Novelli

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