Toscana: più occupazione ma aumenta il rischio precarietà
Crisi aziendali: 26 le vertenze seguite dalla Regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2007 15:02
Toscana: più occupazione ma aumenta il rischio precarietà<BR>Crisi aziendali: 26 le vertenze seguite dalla Regione

FIRENZE- Un mercato del lavoro dinamico ma ancora caratterizzato da elementi contraddittori, con settori come il turismo e i servizi che tirano e l’industria ancora in sofferenza, un mercato dove l’occupazione continua ad aumentare più della media italiana e del centro nord, il tasso di discoccupazione cala e le donne che lavorano sono aumentate rispetto allo scorso anno. Ma dove, a fronte di questo fenomeni positivi, emerge anche un’ampia area di precarietà e minore tutela, cui, forse per la prima volta, si riesce a dare una connotazione più precisa.
Una dettagliata fotografia del mercato del lavoro toscano - grazie alle prime anticipazioni del consuntivo Istat cui si aggiugnono nuovi elementi conoscitivi sul lavoro flessibile, resi possibili dalla messa a regime della banca dati informatizzata dei Servizi per l’impiego di tutta la Toscana (Idol) - dei punti critici del sistema, dei correttivi ai quali la Regione sta già lavorando e degli interventi che stanno per essere avviati nei prossimi mesi, emerge dalla comunicazione che l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha presentato nell’ultima seduta alla giunta regionale.


I dati Istat 2006
Secondo il preconsuntivo dei dati Istat 2006, il mercato del lavoro toscano ha conseguito buone performance, con un aumento medio di + 2,8%, pari a + 42.000 occupati. La Toscana è andata meglio della media italiana (+2%) e del centro nord (+2,1%). L’occupazione si attesta così su un tasso del 64,9% rispetto al 63,6% dell’anno precedente, avvicinando così la nostra regione all’obiettivo di Lisbona che prevede un tasso di occupazione del 70% entro il 2010. Quanto alla disoccupazione, il tasso si è attestato sul 4,7%, a fronte del 5,1% dell’anno precedente, il che significa 5000 persone in meno in cerca di lavoro (da 81.000 a 76.000).
Restano forti le differenze fra i diversi settori, con l’occupazione in flessione nell’industria e in crescita nei servizi.

In particolare, nell’industria si assiste a un calo complessivo del - 4,1% (con la novità delle costruzioni, per la prima volta in flessione con un -2,6%). Nei servizi si registra un +5,8%, con una punta massima nel commercio, cresciuto di un +9,1%. Torna a crescere anche l’agricoltura, con un +7,1%.
I dati IDOL
La disponibilità dei dati della rete dei servizi per l’impiego, grazie alla messa a regime del sistema informatico IDOL è una novità del 2006 e permette, fra l’altro, di fare un quadro più preciso della flessibilità del lavoro in Toscana.

Gli avviamenti registrati nel primo semestre 2006 indicano un totale di 279.018 movimenti (+2,6%), di cui 136.658 riferiti a donne, pari al 49% del totale (+4,1%).
Il lavoro delle donne
Buona la performance dell’occupazione femminile, salita di un punto rispetto al 2005 (dal 54 al 55%) e tutta concentrata nel terziario, dove il numero delle lavoratrici ha superato per la prima volta quello dei lavoratori (50,6% del totale del settore). Secondo i dati di IDOL, dei 279.018 avviamenti del 2006, 136.658 sono riferiti a donne, pari al 49% del totale (+4,1%).

“Cresce la partecipazione delle donne al mercato del lavoro - nota l’assessore - e questo è un dato positivo, che ci avvicina all’Europa. Restano però alcune ombre, legate agli ostacoli che molte donne ancora incontrano nella carriera, al permanere di forme di segregazione di genere. Se a questo aggiungiamo il fatto che le donne, come vedremo, sono la stragrande maggioranza dei lavoratori atipci e anche di quelli in mobilità, è evidente che emerge un problema che dobbiamo affrontare con forza.Ed è appunto quello che stiamo facendo”.


La flessibilità
Come si vede nelle tabelle allegate, nel primo semestre 2006 su 279.018 avviamenti totali, ben 218.330 sono a tempo determinato o riferiti ad altre modalità di lavoro a termine, pari al 79,2% degli avviamenti totali. Ma non è tutto. Dall’elaborazione dei dati Istat 2005 da parte dell’Irpet e del settore lavoro della Regione, risulta che i lavoratori temporanei toscani, sia dipendenti che collaboratori, fra i 15 e i 64 anni, sono 162 mila, di cui 129.300 a termine e 33.300 collaboratori.

(l’11% del totale); più numerosi i dipendenti a termine (8,7% ), meno i collaboratori (2,2%). In entrambi i casi prevalgono le donne (quelle a termine sono il 14%, contro l’8,8% maschile; mentre le collaboratrici sono il 3,8%, contro l’1,8% maschile). Anche nel part time (in tutto 212.000 persone), la stragrande maggioranza è costituita da donne (80,3%). “Se i dati sugli avviamenti - sottolinea l’assessore Simoncini - cioè sulle persone che hanno realmente cominciato un rapporto di lavoro mostrano una dinamicità che conferma sostanzialmente la positiva tendenza evidenziata dall’Istat, l’analisi più approfondita resa possibile dai nuovi dati dei servizi per l’impiego, fa emergere la presenza di un’area di occupazione debole che non può non suscitare preoccupazione, perché, negli anni, la flessibilità del lavoro è andata sempre più trasformandosi da prospettiva transitoria, al limite utile per entrare nel mondo del lavoro, in forme che tendono, invece, a “intrappolare” i lavoratori i condizioni di prolungata precarietà”.


Cassa integrazione e mobilità
Nel corso del 2006 si assiste a una netta flessione delle ore di cassa integrazione ordinaria (legate, cioè a a crisi congiunturali), mentre aumenta (+6,7%) il peso della Cassa integrazione straordinaria, legata alle crisi strutturali che ancora gravano sul quadro economico toscano, come dimostrano le vertenze aziendali ancora aperte. Nel corso del 2006 sono state portate all’attenzione della Regione 26 situazioni di crisi e vertenze aziendali (vedi scheda).

La perdita di posti di lavoro per riduzione di personale o cessazione di attività ha poi determinato un aumento dei lavoratori in mobilità. Alla fine del primo semestre 2006 gli iscritti alle liste di mobilità risultavano 24.926, rispetto ai 22.608 registrati un anno prima (+10,3%). Le donne sono il 50% del totale.
Cosa fa la Regione
“Questi dati ci incoraggiano – spiega l’assessore – nel proseguire con le iniziative messe al centro dei principali documenti della Regione, dal Prs al Piano di indirizzo fino al documento di programmazione del Fondo sociale europeo.

Tutti strumenti che puntano a combattere la precarietà del lavoro fovorendo la stabilizzazione occupazionale e, in particolare, il lavoro delle donne, a sostenere il reddito dei lavoratori di aziende in crisi, consolidando le posizioni dipendenti a tempo determinato e offrendo tutele e garanzie ai cosiddetti lavoratori atipici”.
Le risorse
I più innovativi fra gli interventi messi in cantiere negli ultimi mesi puntano sulla qualificazione del capitale umano per rilanciare lo sviluppo.

Questa, in estrema sintesi, l’asse centrale della strategia della Regione, che conta su due importanti strumenti e su risorse complessive ingenti: da una parte il Piano di indirizzo integrato per istruzione formazione e lavoro, documento fondamentale per l’attuazione di queste politiche nel quinquennio 2006-2010 e prevede uno stanziamento complessivo di 1 miliardo e 119 milioni di euro. Dall’altra c’è il nuovo Programma operativo del Fondo sociale europeo, che stanzia 670 milioni di euro per il periodo 2007-2013, già trasmesso al ministero dopo l’approvazione da parte della giunta, lo scorso dicembre.


Le novità
Se lo strumento principe per l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro, per la formazione professionale e l’apprendistato restano i servizi per l’impiego, nel campo della lotta alla disoccupazione è già stato messo in cantiere un pacchetto di iniziative, alcune della quali già partite e alle quali se ne aggiungono altre, operative dal 2007. Tre fondi sono già stati costituiti, rispettivamente prevedono stanziamenti di 200 mila euro, per garantire continuità retributiva ai lavoratori in cassa integrazione, 400 mila euro per il reinserimento al lavoro delle donne fra i 35 e i 45 anni e 450 mila euro per favorire il reinserimento dei lavoratori in mobilità a seguito di crisi aziendali.

Per il 2007, oltre alla riproposizione e se necessario alla rimessa a punto dei tre precedenti, diventeranno operativi due nuovi fondi: il Fondo di garanzia per favorire l’accesso al credito dei lavoratori atipici e quello per incentivi alle imprese che stabilizzano i lavoratori con contratti a tempo determinato. Del pacchetto lavoro fa parte anche la prossima revisione della legge 27, per l’imprenditoria giovanile, che verrà adattata alle nuove esigenze del mercato. Ma quando si parla di capitale umano non si può non pensare alla formazione professionale, che viene rimodellata con l’obiettivo di adeguarla alle necessità del mondo produttivo.

Oltre che sulla formazione continua, si punta su quella degli imprenditori, essenziale per rispondere alle esigenze di innovazione del nostro sistema produttivo.
Il 2006 ha visto un’intensa attività da parte della Regione che ha, in molte occasioni, affiancato l’attività istituzionale delle Province nell’affrontare le vertenze conseguenti alle numerose crisi aziendali che hanno interessato l’industria toscana. In particolare, al di là delle competenze affidatele dalla legge, la Regione è stata chiamata ad esercitare un ruolo istituzionale, che ha spesso coinvolto anche i ministeri del lavoro e dell’insdustria, in molti casi decisivo nella soluzione delle crisi.

“In generale – spiega l’assessore Simoncini – il nostro impegno è stato diretto a tenere insieme l’esigenza di non impoverire il tessuto produttivo della regione e dei suoi territori, con la salvaguardia dei diritti dei lavoratori e la difesa dei loro redditi. Ci siamo sforzati, insieme a sindacati e istituzioni, di fare fronte alle emergenze, sostenendo ad esempio le richieste per gli ammortizzatori sociali, senza perdere di vista ipotesi di rilancio più articolate nel tempo e in una prospettiva di innovazione e diversificazione”.
Le aziende coinvolte sono state in tutto 26, con una prevalenza del settore metalmeccanico che segna una netta discontinuità con il 2005, in cui avevano prevalso crisi di aziende del tessile, abbigliamento e calzaturiero.

(nel dettaglio vedi documento allegato). Nel corso del 2006 è diventato operativo il Fondo regionale di solidarietà per il lavoratori in cassa integrazione per il periodo di attesa che intercorre fra la concessionee e l’effettiva riscossione della Cassa. La Regione ha stanziato per questo 200 mila euro per il 2006 e 400 mila per il 2007. I lavoratori cui è stato erogato l’assegno sono 136.
Fra le più complesse e drammatiche, anche per il numero di lavoratori coinvolti, possiamo possiamo citare quella della multinazionale Delphi di Livorno, conclusasi, anche grazie alla mediazione dell’assessore al lavoro, con un accordo fra azienda e sindacati sulla Cassa integrazione e l’impegno alla ricollocazione dei lavoratori nell’arco di due anni grazie alla redindustrializzazione dell’area.

In questo momento la Regione sta corrispondendo, grazie allo speciale Fondo per la solidarietà dei lavoratori di aziende in crisi, un assegno mensile ai lavoratori della Panini servizi, impresa collegata alla Delphi i cui lavoratori non hanno ancora avuto dal ministero il riconoscimento della Cassa integrazione. Braccio di ferro durissimo anche per la Matec del gruppo Lonati a Scandicci. In questo caso la mediazione della Regione ha consentito una riapertura del tavolo nazionale e il raggiungimento di un accordo sulla cassa integrazione straordinaria per 24 mesi.

Grazie al fondo regionale hanno avuto l’anticipazione della Cassa Integrazione anche i dipendenti della Longinotti, di Firenze, in attesa del perfezionamento degli atti per la Cigs da parte del ministero del lavoro. Grazie a un’azione concertata fra enti locali, in particolare la Provincia di Firenze e sindacati, sostenuta anche dalla Regione, è stata scongiurata la delocalizzazione del sito produttivo per lo stabilimento fiorentino della Electrolux che ocupa oltre 400 lavoratori e all’inizio dell’anno è stato siglato un accordo sindacati-azienda per un pieno utilizzo produttivo degli impianti.

Fra le aziende di altri settori per cui si sta tuttora lavorando di comune accordo con sindacati e istituzioni, la Mabro di Grosseto, la Magnetek di Arezzo, la Calp di Colle Val d’Elsa, una delle principali produttrici mondiali di cristalli, l’Atisale di Volterra, la Lorenzi di Prato, la Ruffo di Pisa.

In evidenza