Toscana laboratorio nazionale contro la violenza negli stadi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2007 18:03
Toscana laboratorio nazionale contro la violenza negli stadi

La Toscana come laboratorio di prevenzione della violenza negli stadi e di educazione ai valori dello sport che potrà individuare e sperimentare buone pratiche da offrire poi a livello nazionale. E' questo l'ambizioso obiettivo di un percorso che per la prima volta riunisce istituzioni, società di calcio e giornalisti sportivi. Un percorso che, come prima tappa significativa, approderà al convegno organizzato da Regione Toscana e da Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) per il prossimo lunedì 29 febbraio presso il centro tecnico di Coverciamo, un appuntamento la cui importanza sarà sottolineata dalla presenza del ct della nazionale Roberto Donadoni e di alcune società di serie A.

L'iniziativa è stata presentata questa mattina da Federico Gelli, vicepresidente della Regione Toscana con delega alle politiche di sicurezza, e dal questore di Firenze Francesco Tagliente.
"Con questa iniziativa - ha spiegato Gelli - puntiamo ad avviare un lavoro comune che riunisca le esperienze e le competenze di tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti e interessati al mondo dello sport, come grande fenomeno sociale e culturale del nostro paese. Sono convinto che da Coverciano potrà partire la candidatura della Toscana come laboratorio nazionale di buone pratiche su questo terreno.

Per questo abbiamo tutte le carte giuste, a partire dalle esperienze maturate in questi anni da tante realtà, in particolare a livello di sport giovanile e di base, dai livelli raggiunti di comunicazione e coordinamento tra le varie forze competenti in materia di ordine e di sicurezza, dalla stessa presenza di quattro società di serie A - nessuna regione ne ha tante - ma anche dalla fortissima presenza nelle altre categorie, dimostrazione di vitalità sportiva della nostra regione non priva comunque di aspetti problematici, legati ad esempio ai tanti derby che richiamano motivi di sana rivalità sportiva ma anche potenziali occasioni di scontro".


Tutto questo sarà al centro del confronto di Coverciano, confronto che, necessariamente, dovrà partire anche dai dati più recenti sulla violenza negli stadi.
Proprio qualche giorno fa l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive ha comunicato alcuni dati di bilancio in relazione ai gironi di andata di serie A, B e C. I feriti, certo, sono leggermente diminuiti, sono stati 55 in 1.163 gare, cioè 4 in meno della scorsa stagione. Sono aumentati i tifosi arrestati, da 96 a 108, e i denunciati, da 256 a 486.


Però le partite classificate a rischio quest'anno sono sensibilmente aumentate, da 211 a 298, un aumento che è del 33 per cento in serie A e addirittura del 38 per cento in serie C.
"Credo però che siano soprattutto due i dati su cui riflettere - spiega ancora Gelli - In questi mesi sono stati ben 1.400 i tifosi che, per i loro comportamenti, si sono visti applicare il divieto di accesso allo stadio. Sono tanti, un numero che da solo conferma quanto sia diffuso il problema nei nostri stadi.

Ma c'è un numero ancora più significativo: per assicurare che il peggio potesse avvenire sono state ben 110 mila le unità delle forze dell'ordine impiegate per le partite. Mi sembra una cifra enorme, insopportabile per quello che dovrebbe essere un grande gioco, una festa dello sport. E insostenibile per i costi che si scaricano su tutta la collettività".
"La violenza negli stadi - aggiunge il vicepresidente - ovviamente non è un fenomeno solo italiano. Solo negli ultimi mesi le cronache ci hanno proposto fatti gravissimi, dal morto negli scontri tra forze dell'ordine e gli estremisti del Paris Saint Germain che avevano scatenato la caccia all'ebreo ai tifosi olandesi del Feyernoord di Rotterdam che hanno devastato in modo così brutale Nantes da far scattare un provvedimento di estromissione dalle competizioni europee della loro squadra.

E il problema esiste anche in paesi che consideriamo pacifici come la Svizzera. Ma tutto questo non deve costituire un pretesto per rassegnarsi, piuttosto deve essere uno stimolo a raccogliere altre esperienze europee positive".
Proprio di questo si parlerà a Coverciano, affrontando anche i temi del ruolo e della responsabilità dei mass media, anche in vista di esperienze quali il Master in comunicazione sportiva che, patrocinato dalla Regione e realizzato in collaborazione con Ussi e Uisp, sarà atttivato nei prossimi mesi dal Laboratorio di strategie della comunicazione dell'Università di Firenze.


Saranno prese in esame anche iniziative concrete, in relazione per esempio al ruolo che una maggiore presenza allo stadio di donne e bambini potrà avere in termini di prevenzione dei fenomeni di intolleranza allo stadio.

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