Energia: una Toscana sempre più ‘pulita’ e ‘rinnovabile’ ci può rendere autonomi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2006 20:02
Energia: una Toscana sempre più ‘pulita’ e ‘rinnovabile’ ci può rendere autonomi

Firenze, 14 Dicembre 2006- “Una politica energetica incisiva e duratura, centrata sul risparmio e l’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, è strategica da tanti punti di vista: la riduzione delle emissioni inquinanti, la tutela dell'ecosistema globale, l'utilizzo di fonti endogene, il contenimento dei consumi, un sistema energetico più sicuro perché meno dipendente da fattori esterni, la riduzione dei prezzi al consumo tramite un’offerta più ampia e una domanda che non sia più una variabile indipendente, contribuendo a creare un mercato di tecnologie avanzate che può dare una spinta non secondaria all'economia toscana.

E non dimentichiamo che una politica energetica di questo tipo offre anche un contributo importante alla pace nel mondo”.
Così l'assessore all'Ambiente, Marino Artusa, al convegno organizzato dalla commissione Territorio e ambiente del Consiglio in collaborazione con la Giunta regionale.
Per Artusa, per la nostra regione è fondamentale “la sicurezza degli approvvigionamenti che implica una diversificazione delle fonti. Per questo la Toscana non intende essere esclusa dal progetto del gasdotto Galsi e ha avviato rapporti col governo algerino”.

L’altro obiettivo è quindi lo sviluppo delle rinnovabili “portando al 50 per cento entro il 2010 (dal 33 attuale), la percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, e al 16,5 per cento (dal 12 attuale), la percentuale di energia complessiva. Questo implica - ha evidenziato l’assessore - un cambio di registro. Lo abbiamo fatto col Prs che stanzia circa 14 milioni di euro l'anno per il settore energetico, lo facciamo col Praa, il Piano regionale di azione ambientale che la giunta licenzierà a giorni, e col nuovo Piano di indirizzo energetico regionale di cui ai primi di gennaio partirà la discussione in Consiglio”.

Secondo Artusa, la Toscana “può diventare un distretto avanzato delle energie rinnovabili, ne ha tutte le premesse. Vanno incentivati i mini-idro - ha sottolineato - salvaguardando però il minimo deflusso vitale”. Sul solare termico, l’assessore ha ricordato alla platea che “sono stati raggiunti risultati importanti grazie anche ai contributi regionali che ora sono del 20 per cento”. Sul fotovoltaico ha invece ribadito la necessità di “riuscire a costruire filiere toscane di alta tecnologia”.

Quanto all'eolico “gli impianti si devono fare dove è possibile e con norme più agili. Per questo apriremo un ampio confronto coinvolgendo tutti, anche mediante un portale internet.” Per l’assessore, sono inoltre importanti anche le agrienergie: “un ambito in cui la Toscana ha un potenziale molto elevato. Si potrebbe arrivare a coprire fino al 14 per cento del suo fabbisogno”. Quanto alla geotermia, “l’oro bianco della Toscana”, che assicura bel il 28 per cento di energia elettrica, ne va garantita la “sostenibilità da un punto di vista ambientale, sociale e di salute dei cittadini, assicurando al territorio le ricadute economiche.

A questo - ha sottolineato Artusa - punta la nuova legge sulla geotermia”. Nell'ambito dell’ecoefficienza energetica, l'assessore ha invece rilevato come la Regione, con l'obbligo previsto dalle legge 39/2005 sull'energia di impianti solari termici per il 50 per cento del fabbisogno di acqua calda sanitaria nei nuovi edifici o nelle ristrutturazioni urbanistiche, abbia “anticipato il recente decreto Bersani”. Per quanto riguarda l'obbligo di certificazione energetica degli edifici, entro fine anno l’Istituzione si doterà di un “regolamento applicativo”, armonizzandosi con le linee guida nazionali che il governo dovrebbe emettere.

“Il Praa – ha concluso Artusa - scommette anche sull'edilizia sostenibile. Le linee guida prodotte dalla Regione sono in corso di recepimento da parte di 37 comuni, tra cui Firenze e Prato”.
“Un vero programma di sviluppo economico ha bisogno di un piano regionale dell’energia in grado di attivare tutte le leve in nostro possesso. Ricerca e innovazione tecnologica applicate all’efficienza energetica sono fondamentali per migliorare le prestazioni della nostra economia”. Con queste parole l’assessore regionale alle Attività produttive, Ambrogio Brenna, ha aperto sul intervento all’Auditorium del Consiglio regionale.

“La centralità dell’innovazione e del risparmio energetico vale anche e soprattutto per quei settori, come il manifatturiero, a torto considerati ormai ‘storici’ e quindi da abbandonare”. “Viceversa - ha continuato l’assessore - è proprio da qui che possiamo ripartire per il rilancio del modello toscano dello sviluppo, un modello che, in linea con la sostenibilità ambientale, vuole fare dei fattori energetici una leva strategica competitiva e discriminante”.
Per Brenna, il settore dell’energia è fondamentale, quindi, in una duplice veste: come fattore strategico al servizio dei settori produttivi di punta, e come segmento di mercato esso stesso.

Fra gli obiettivi che la Regione intende perseguire, l’assessore ha citato ad esempio l’aumento dell’efficienza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la qualità dei servizi nel campo energetico. Quanto al piano regionale dell’energia, per Brenna sarà fondamentale lavorare in sinergia con tutti i soggetti del territorio, per non “calare dall’alto un prodotto preconfezionato” ma elaborare delle linee condivise che raccolgano la collaborazione delle realtà produttive, delle parti sociali, della società civile.



“Nessun settore come l’energia, condiziona quotidianamente la vita di tutti noi. Influisce nell’equilibrio dell’ecosistema, orienta la competizione dei territori, rende evidente l’intreccio profondo di questioni locali e globali, di obiettivi ambientali e di innovazione tecnologica, di economia e qualità dello sviluppo. Basta scuse adesso. Occorre muoverci da subito per cogliere quelle nuove opportunità e raggiungere nuovi scenari che non sono più rinviabili”. Così il presidente della commissione Territorio e ambiente in Consiglio regionale, Erasmo D’Angelis, nell’intervento di apertura degli ‘Stati generali dell’energia in Toscana’ in programma oggi, giovedì 14 dicembre, all’Auditorium di Palazzo Panciatichi e al quale partecipano oltre 300 tra amministratori locali, operatori pubblici e privati, aziende, università, Cnr, Enea, ambientalisti e associazioni dei consumatori.


A far da sfondo al dibattito, un’immagine cult del cinema raffigurante Vivian Leigh e Clarke Gable in una delle scene simbolo del colossal Via col vento. “L’abbiamo scelta – ha spiegato D’Angelis – perché in tutti i sensi dobbiamo volare. L’energia è il motore dello sviluppo e del nostro futuro. Mai come oggi c’è bisogno di correre con quella passione che deve animare una grande impresa culturale e di educazione ai comportamenti virtuosi, prima che ambientale, industriale e di governo”.


Ripercorse dal presidente anche le tappe degli ultimi anni. “Dal 2000 ad oggi molta acqua è passata sotto i ponti e molte cose sono cambiate. Dalla riforma del Titolo V con la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, all’attuazione de decreti legislativi di riforma del mercato elettrico e del gas, fino ai processi normativi sulle liberalizzazioni dei servizi e sulle tutele ambientali”. “Tutto questo – ha sottolineato ancora D’Angelis - senza considerare gli aspetti legati all’evoluzione del mercato dell’energia con la perdita di appeal a livello internazionale del nucleare, con l’impennata di una fonte energetica come il gas naturale sullo scacchiere geo-politico e l’apertura dei conflitti tra Russia e Paesi del blocco ex sovietico con rischi per altri Stati acquirenti, compresi il nostro”.
Affrontato dal presidente anche “l’irrompere” sul mercato di Cina e India “i cui ritmi di crescita hanno consentito di sopportare costi impensabili delle materie prime energetiche, l’impennata del petrolio è un esempio, facendo pagare anche ad un Paese come l’Italia questa ricorsa verso l’alto del costo del greggio”.
Secondo D’Angelis quella attuale è “una fase in cui la competizione internazionale si gioca anche con l’arma del possesso e in subordine dell’accesso a fonti energetiche primarie”.

Ma anche “a colpi di accordi commerciali per governare i flussi di distribuzione o stabilire le quotazioni. Per questo – ha rilevato - è anche una fase di grandi rischi e grandi debolezze strutturali e di sistema se basta un albero che cade in una foresta svizzera per creare il più lungo black out della storia italiana del 28 settembre 2003”.
Sono, dunque, anni di cambiamenti degli scenari energetici, legislativi, regolamentari, di riforme che “produrranno novità anche in Toscana.

Ma stiamo entrando in una fase di grandi opportunità per uscire finalmente dalla dipendenza dal nucleare e dai combustibili fossili”. Secondo il presidente della commissione, per la nostra regione si prospettano “opportunità gigantesche di occupazione e industrialmente importanti”. “La diversificazione dell’approvvigionamento energetico con pluralità di fonti e pluralità di operatori – ha spiegato – il conseguente investimento sulle rinnovabili, lo sviluppo di impianti e infrastrutture necessarie, le scelte di carattere politico-commerciale come ci insegna la vicenda Galsi (gas algeria-sardegna-italia) che deve essere assolutamente recuperata, fino a decisioni di politica industriale per le nostre aziende pubbliche o a maggioranza pubbliche, per garantire non solo approvvigionamenti sicuri, sostenibili ed economicamente accessibili ma anche per sostenere lo sviluppo di una ‘economia dell’energia toscana’.

Una vera e propria azienda regionale dell’energia pulita e rinnovabile che sappia renderci autosufficienti e magari ci renda capaci di competere in Italia ed in Europa.
Nell’intervento del presidente della commissione Territorio e ambiente in Consiglio regionale, Erasmo D’Angelis, ricordata anche la posizione leader della Toscana nella produzione geotermica: “Siamo monopolisti in materia e abbiamo un territorio con uno scenario di potenzialità energetiche oggettivamente fra i migliori nel contesto internazionale e con una tale quantità di risorse pulite che ci rende unici”.
“Siamo nelle condizioni di far partire una strategia centrata sull'innovazione di tutto il comparto energetico: dalle fonti ai trasporti, dall'edilizia all'industria, dall’efficienza.

Abbiamo - ha continuato - una legislazione corposa e innovativa e tutte le carte in regole per diventare leader nello sviluppo delle fonti rinnovabili, raddoppiando le quote con l’obiettivo della copertura del 50 per cento del fabbisogno di energia, così come in materia di ricerca e produzione di impiantistica e tecnologie”.
Il presidente ha quindi ricordato che “robuste ricadute” si possono avere sul fronte occupazionale: “solo per il settore delle rinnovabili, si ipotizzano circa 20 mila nuovi occupati”.
Analizzati da D’Angelis tutti i vari settori energetici.

“Sulla geotermia ci sono margini di incremento importanti tanto per usi elettrici che diretti di calore. Non a caso – ha spiegato – Enel, che a pieno titolo fa parte della storia dello sviluppo della Toscana e ne ha accompagnato e sostenuto la crescita con investimenti importanti, prevede nuovi investimenti per 300 milioni di euro per un incremento almeno del 10 per cento di produzione geotermica che porterebbe dal 24.9 a oltre il 30 per cento il peso della geotermia nella produzione energetica complessiva della regione”.

Secondo D’Angelis questo è un obiettivo importante “che però richiede una svolta con impegni concreti e consistenti in materia di impatto paesaggistico, ambientale e ritorni per i territori interessati”.
Sul fronte dell’eolico, il presidente rileva che è “il settore su cui puntare con maggiore forza. In Toscana possiamo contare su 92 giacimenti potenziali”. Per il solare: “il suo uso potrà far dimezzare i consumi energetici nel settore civile o del fotovoltaico. A questo proposito – ha ricordato - non mancano segnali interessanti: a Roccastrada è nato il più grande parco fotovoltaico della Toscana.

Cinque ettari di pannelli montati su ‘inseguitori solari’ che si orientano automaticamente sulla migliore esposizione nell’arco della giornata e sono in grado di produrre energia elettrica per il consumo annuo di 500 famiglie. E’ il secondo impianto di questa taglia in Maremma dopo il campo eolico dei Poggi Alti di Scansano, quasi ultimato dalla spagnola Gamesa”.
Affrontata anche la produzione di energia idroelettrica dove è evidente che anche gli impianti di piccola taglia “funzionano benissimo”.

“Ma soprattutto – ha avvisato D’Angelis – occorre lavorare sugli sprechi. Torniamo al passato ma con tecnologie d’avanguardia. L’Arno, come tanti nostri corsi d’acqua, aveva anche una funzione energetica e spingeva pale dei mulini. Oggi la sua energia è sfruttata per una frazione modestissima rispetto a cento anni fa quando i salti motori utilizzati nell’intero bacino erano molte centinaia. Le ragioni di questo spreco sono di ordine culturale e di scelte economiche e politiche non felici, anzi miopi”.

Secondo i conti presentati alla platea, “solo nel tratto tra Incisa e Firenze, ristrutturando manufatti esistenti, è pensabile produrre energia per 30 milioni di kilowattore l’anno, per migliaia di famiglie, a costi ambientali nulli e investimenti modestissimi”. Ricordate anche le esperienze interessanti del mini-idrico della Comunità montana della Montagna Fiorentina e della Garfagnana, il settore del biocombustibile, la cui progressiva introduzione tra i carburanti tradizionali “realizzerebbe una filiera toscana di produzione”, l’edilizia a risparmio energetico che è una “realtà e grazie alla legge regionale ormai anche requisito indispensabile” e l’autoproduzione energetica: “tema chiave dei nostri distretti industriali e delle aree produttive che hanno consumi energetici importanti”.
I veri problemi da affrontare sono allora quelli di “battere alcune resistenze localistiche, uscire da una certa pigrizia e comunicare a tutta la società toscana benefici e costi derivanti dall’impiego delle fonti rinnovabili per spingere all’incontro di domanda e offerta”.

Ma anche “individuare strumenti di programmazione territoriale in grado di favorire impianti superando le difficoltà normative”.
Ricordata, infine, anche l’Agenzia dell’energia. “dopo la sua chiusura – ha concluso D’Angelis - occorre assicurare con maggiore efficacia le funzioni che le erano state assegnate”.

Il consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Marcheschi, membro della sesta commissione “Territorio e Ambiente”, intervenendo al convegno sull’energia dal titolo ‘Via col vento’, ha dichiarato quanto segue: “Per l’energia dalla Regione solo buone intenzioni! I 14 milioni di euro previsti nei principali documenti di programmazione regionali sono del tutto insufficienti rispetto agli ambiziosi obiettivi.

Fra i problemi irrisolti, - continua Marcheschi - lo smaltimento dei rifiuti, la questione dei termovalorizzatori e quella dei rigassificatori. La Toscana è anche rimasta esclusa dai progetti strategici di grande rilevanza come il progetto GALSI del metanodotto Algerino che vede la partecipazione di Eni, Edison, della tedesca Wintershall e di due società legate ad Enti Locali emiliani e sardi. Come è possibile che Comuni emiliani e sardi realizzino un gasdotto nel mare di Livorno senza che la Toscana ne tragga alcun beneficio? In questo scenario fallimentare è quindi comprensibile che l’Agenzia Regionale dell’Energia, la REA, sia stata chiusa e che il nuovo Piano energetico regionale non riesca a vedere la luce.”
“Per Forza Italia – precisa l’azzurro - le priorità sono:
– la realizzazione dei distretti solari,
– l’attuazione di una politica di razionalizzazione del consumo di energia sia per gli edifici pubblici che per gli usi civili,
– azioni concrete per l’efficienza energetica degli edifici e per l’immediata riconversione degli edifici pubblici con tecnologie moderne poco inquinanti (solare termico);
– incentivare le famiglie e le aziende alla riduzione del consumo con sistemi veramente premianti per chi ad esempio sostituisce gli infissi, chi coibenta, chi controsoffitta, chi installa isolanti termici ecc;
– fare una legge ad hoc con una previsione di standard minimi di rendimento energetico per gli edifici di nuova costruzione,
– attuare politiche per una maggiore produzione di energia informando adeguatamente i cittadini sull’attuale possibilità di produzione e vendita dell’energia.
Il tutto sostenuto ovviamente da risorse adeguate e non da pochi spiccioli come sono 14 milioni di euro nei confronti dell’intero budget regionale (8.858 milioni di euro) !”
“Queste – conclude Paolo Marcheschi - sono solo alcune delle proposte che Forza Italia ha richiesto da tempo e verso cui la Regione, compresi i Verdi, fa da anni orecchie da mercante.

In Toscana si tiene all’ambiente solo a parole, solo nei convegni, solo per semplice e pura demagogia.”

«Il nuovo piano energetico regionale dovrà essere caratterizzato da meno burocrazia, più vicinanza ai problemi reali dei cittadini, maggior attenzione allo sviluppo e alla modernizzazione della regione in chiave di sostenibilità ambientale, oltre al maggior impegno nell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili -ha affermato Consigliere regionale di An Andrea Agresti- Le forme energetiche alternative, dalla solare all’idroelettrica, devono essere quindi prioritarie.

Nel caso dell’energia solare e delle produzioni di origine fotovoltaica e idroelettrica, si devono prevedere maggiori incentivazioni, non solo di carattere economico, ma anche di snellimento delle procedure autorizzatorie. Per quella eolica è invece necessario individuare aree strategiche nell’ambito regionale che abbiano, valutata la compatibilità ambientale, puntuale riscontro nel P.I.T., per evitare così la proliferazione degli impianti a scapito del paesaggio».
«Si devono anche porre le premesse e dare gli indirizzi in merito al risparmio energetico, non solo verso il privato, come impresa e singolo cittadino, ma anche verso il pubblico, che deve impegnarsi nella riduzione dei consumi energetici tramite investimenti nei propri edifici e nell’illuminazione pubblica, finalizzati al risparmio e alla riduzione dell’inquinamento luminoso.

Non da ultimo, si deve investire nell’informazione sui benefici economici ed ambientali derivanti da un corretto comportamento nell’uso della risorsa energetica. Inclusa l’informazione nella scuola, per cui l’educazione ambientale dovrebbe diventare materia di insegnamento».
«Altro tema prioritario è quello delle risorse che possono scaturire dalla produzione dei rifiuti e dall’utilizzo delle biomasse. Il recupero, il riutilizzo e l’uso energetico dei rifiuti rendono fondamentale il progetto della termovalorizzazione, settore in cui è necessaria una pianificazione su base regionale, secondo il concetto della massima efficienza territoriale».
«Ricordiamoci infine che il ruolo riservato alle Regioni prevede un aumento delle competenze e delle funzioni che responsabilizzano maggiormente l’organo di governo regionale verso scelte finalizzate alla ricerca di opportunità economiche e di sviluppo, all’interno di un quadro di riferimento più snello e con meno burocrazia, che non perda di vista la tutela ambientale.

La politica deve dimostrarsi capace di indurre le forze produttive ad aderire a modelli di comportamento utili alla difesa ambientale, senza trascurare lo sviluppo economico».

“Italia e Toscana sono il fanalino di coda rispetto agli altri stati europei sulle energie rinnovabili. Questo significa che non c’è stata la scelta politica e non c’è stato coraggio da parte dell’imprenditoria nostrana”. E’ l’opinione di Monica Sgherri, intervenuta al convegno sugli Stati generali dell’energia.

Per la capogruppo di Rifondazione comunista, quindi, anche se l’assenza di un piano energetico nazionale ha pesato, non si può negare che la politica abbia una responsabilità precisa. “La Toscana – ha spiegato – è dotata di ottimi piani ambientali e territoriali: gli obiettivi sono all’avanguardia. Ma i risultati sono diametralmente opposti”. Tre le azioni principali da perseguire, secondo la consigliera, mettere in piedi un sistema di monitoraggio costante per verificare la realizzazione degli obiettivi, ripensare a quali sono gli strumenti adatti per dare cogenza agli indirizzi regionali “ad esempio, l’obiettivo di aumentare la raccolta differenziata del 50 per cento è ampiamente condivisibile, ma in alcune province non è per niente recepito.

Di conseguenza, ed è il terzo punto, bisogna mettere in atto un nuovo sistema di azioni verso gli enti locali, verso il governo, verso gli imprenditori”. “Per fare questo – ha concluso - la questione energetica deve essere considerata una priorità, e come tale deve essere destinataria di finanziamenti adeguati. Finanziamenti che, invece, anche nel bilancio del prossimo anno, non ci sono”.

“L’energia come tema decisivo per una Toscana che vuole riprendere a crescere”. Questo il punto di partenza della discussione, secondo il vicepresidente della commissione Territorio e ambiente, Virgilio Simonti (Ds).

“Si tratta in primo luogo – ha affermato - di diversificare e ridurre i rischi di approvvigionamento, potenziare le fonti rinnovabili, favorire un sistema produttivo meno energivoro e un sistema di vita improntato al risparmio”. Scelte che, per il consigliere, “rimandano alla necessità di una forte iniziativa della Regione nei confronti del Governo nazionale, dei grandi produttori e distributori di energia in Italia, a partire da Enel e Iri, e in direzione di una forte azione di governance con gli enti locali”.

Il tema del gas, in particolare, per Simonti deve essere trattato d’intesa con il governo nazionale sia per quanto riguarda i programmi futuri delle centrali Enel di Livorno e Piombino, sia per la parte che riguarda i rigassificatori, sia per quanto riguarda la vicenda Galsi. “E’ necessario inoltre – ha aggiunto - adoperarsi in tutte le sedi utili per consentire al sistema toscano di essere destinatario privilegiato del metano algerino”. Simonti ha detto anche di condividere la strategia della Giunta sulla geotermia, sollecitandola a realizzare, in tempi brevi, una intesa con Enel, per garantire una maggiore attenzione alla sostenibilità ed una maggiore compensazione finanziaria a favore del territorio, della ricerca e dello sviluppo della produzione di energia attraverso fonti rinnovabili.

Per il segretario della commissione Territorio e ambiente, Luca Paolo Titoni, “senza strategie chiare e determinate si corre il rischio di rimanere al livello delle buone intenzioni”.

Circa lo scenario energetico attuale, secondo Titoni si ha l’impressione che manchi ancora qualcosa di importante. Rivedendo gli esiti dei vari bandi sul risparmio energetico il dato che si evince è gli interventi sono stati episodici e numericamente assai limitati. In definitiva senza una vera e propria strategia regionale, senza una cultura indirizzata allo sfruttamento pieno delle fonti rinnovabili e al risparmio energetico”. Quello che manca è allora una “rete, una concertazione, un coerente indirizzo regionale in grado di dare impulso ad iniziative innovative non a macchia di leopardo, ma in maniera più uniforme su tutto il territorio, valorizzando le diverse specificità”.

Solo attraverso questo percorso, per il segretario si possono raggiungere “l’ambizioso obiettivo del 50 per cento di produzione rinnovabile per il 2012”. Secondo Titoni, sarebbe “sbagliato puntare su progetti ‘simbolici’ che servono per qualche articolo di stampa ma che poi danno limitati contributi a livello produttivo e sono economicamente assai poco sostenibili”. Il riferimento del segretario era al recente annuncio della Regione per la realizzazione di un impianto fotovoltaico nei pressi della linea ad alta velocità in Mugello: “sono molto perplesso – ha detto Titoni - perché si ipotizza una centrale che produrrà circa 200 kW massimi e che avrà un costo di 3,25 milioni di euro, di cui 1,6 solo per la centrale, che produrrà energia pulita con un risparmio sulla bolletta energetica nell’arco di vita dell’impianto (circa 20 anni) di circa 500 mila euro”.

Per Titoni quello che serve è un piano che “prenda in considerazione, in via primaria, aree già degradate, o comunque già impattate per altre opere pubbliche in modo da poter velocizzare le scelte individuando zone dove veti e obiezioni non rappresentino i soliti freni che bloccano tutto”. “Occorre uno scatto di concretezza – ha concluso - per uscire dalla fase romantica e pionieristica del ‘fai da te”.

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