Tributi e servizi: gli effetti del federalismo fiscale in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 dicembre 2006 15:18
Tributi e servizi: gli effetti del federalismo fiscale in Toscana

Roma, 11 dicembre 2006-In media, quasi 3.500 euro annui per il pagamento di soli cinque balzelli, con punte di oltre 4.500 euro per i residenti in Lombardia e poco meno di 2000 per chi vive in Calabria. Nell’indagine di Cittadinanzattiva, la spesa annua sostenuta nel 2006 da una famiglia-tipo per Ici, addizionale comunale Irpef, servizio idrico integrato, smaltimento dei rifiuti urbani e rette per l’asilo nido comunale.
Mediamente in un anno la spesa complessiva per le voci prima citate ammonta a 3.480 € con un aumento del 2% rispetto al 2005, valore in linea con il tasso di inflazione registrato nello stesso periodo (+1.8%).

Come detto, a livello regionale la media più elevata si registra in Lombardia (4.549 € annui), seguita da Trentino Alto Adige (4.497 €) e Veneto (4.326 €); la più bassa in Calabria (1.883 €). Nel confronto tra 2005 e 2006, i principali aumenti medi si sono verificati in Puglia (+19%), Abruzzo (+10%), Liguria (+8%) e Piemonte (+4,4%). In generale, i costi sostenuti dalle famiglie italiane per alcuni servizi essenziali variano profondamente tra una regione e l’altra, ma anche tra città di una stessa regione: nel Veneto, per esempio, si passa dai 5.934 € di Belluno ai 2.597 € di Venezia; in Lombardia si va da 6.165 € di Lecco a 3.141 € di Milano.

Profonde differenze anche in Puglia (4.887 € a Taranto rispetto a 2.585 € di Bari) e in Toscana (4.624 € a Lucca rispetto a 2.895 € di Grosseto).
Ancora, delle dieci città dove si paga di più, solo una (Taranto) non è del nord, mentre sono tutte del sud le dieci città dove si paga di meno.
L’indagine svolta dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha considerato una famiglia composta da una coppia con un bambino, con reddito lordo annuo di 44.200 € (Isee di 19.900 €), abitazione di proprietà di 100 metri quadri e un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (valore in linea con quanto previsto dall’Autorità di Vigilanza sulle Risorse Idriche e sui Rifiuti, quale consumo medio annuo di una famiglia di tre componenti).

Il bambino, inoltre, frequenta un nido comunale per 10 mensilità.
Le rilevazioni sono state svolte in tutti i capoluoghi di provincia italiani. I dati riportati di seguito non includono le seguenti sette città, per le quali non è stato possibile reperire i dati completi per tutti i settori considerati: Enna, Agrigento, Latina, Massa, Carrara, Urbino e Cesena.
“Ovunque siamo, il salasso è assicurato” commenta il vicesegretario generale di Cittadinanzattiva Giustino Trincia. “Per questo cresce l’urgenza di mettere in condizione i cittadini di poter indirizzare prima e controllare poi l’uso delle risorse finanziarie pubbliche.

I servizi di cui parliamo, infatti, sono fondamentali un po’ per tutti e costano da anni sempre di più anche se spesso non c’è alcun rapporto tra costi, qualità e quantità dei servizi forniti al cittadino”.

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