Calcio & Letteratura: ventinove anni fa l'ultimo dribbling di Curi

Redazione Nove da Firenze
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04 dicembre 2006 23:11
Calcio & Letteratura: ventinove anni fa l'ultimo dribbling di Curi

Renato Curi è un ragazzo semplice e sorridente: ha 24 anni, i capelli ricci, i baffetti da adulto, lo sguardo furbo. È sposato con Clelia, ha una figlia, Sabrina. Renato e Clelia stanno per diventare genitori per la seconda volta. Ancora non lo sanno. Sono felici. Renato fa il calciatore professionista. Gioca in Serie A, nel Perugia. Di quella squadra è uno degli uomini più importanti. Ha classe, Renato, ha visione di gioco e i piedi buoni. Non solo. Renato Curi corre per tre, in mezzo al campo o sulla fascia destra.

Rincorre tutti gli avversari, non si dà mai per vinto. È piccolo di statura, Renato Curi, ma ha un´anima grande, un coraggio sconfinato, un´umiltà e una generosità che in campo fanno sempre la differenza. E i compagni gli vogliono bene. Anche i tifosi lo amano. È un mito, Renato Curi. È un eroe sportivo. La sua squadra non può fare a meno di lui. Deve giocare contro la Juventus in un triste finale d'ottobre del '77. Due anni prima ha fatto un gol alla Juve, Renato Curi, e ai bianconeri ha fatto perdere la possibilità di vincere il campionato.

Il 30 ottobre del 1977 il Perugia sta giocando proprio contro la Juventus. Era infortunato, Curi. Ma alla Juventus non si può dire no. Recupera all´ultimo momento e quel giorno è in campo. È una giornata tremenda, con pioggia e vento. Il campo è un pantano. Ma per lui è uguale. Corre lo stesso, Renato Curi. Corre anche all´inizio del secondo tempo. Improvvisamente si ferma. Cade a terra, Renato Curi. Non si muove più. Però tutti sanno che, nel suo piccolo, è un guerriero. Si alzerà, Renato Curi.

Continuerà a correre. Forse non in questo mondo, ma certamente continuerà a correre.

“Continua a correre, Renato Curi!”
di Andrea Bacci
BradipoLibri Editore

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