L'occupazione a Firenze è statica? Il Ministro Damiano visita la mostra del Bronzo di Lussino

Redazione Nove da Firenze
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21 novembre 2006 19:59
L'occupazione a Firenze è statica? Il Ministro Damiano visita la mostra del Bronzo di Lussino

Firenze, 21 Novembre 2006- Oggi inattesa visita a Palazzo Medici Riccardi del Ministro del Lavoro. Cesare Damiano, impegnato a Palazzo Bastogi per la premiazione del concorso “Il lavoro uccide”, ha approfittato della sua presenza a Firenze per visitare, alle ore 13.00, la mostra del bronzo di Lussino e la Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli.
In assenza del Presidente Matteo Renzi, che era impegnato fuori Firenze, il Ministro è stato ricevuto a Palazzo Medici dal Vicepresidente della Provincia, Andrea Barducci e dall’Assessore al Bilancio, Tiziano Lepri.

Valentino Fraticelli, funzionario responsabile delle attività culturali di Palazzo Medici Riccardi, ha invece spiegato al Ministro del Lavoro le caratteristiche delle opere esposte.
Cesare Damiano era accompagnato nella visita alla mostra dal Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini e dagli Assessori regionali Enrico Rossi e Gianfranco Simoncini. Con loro il fotografo Oliviero Toscani, anche lui reduce dall’iniziativa di Palazzo Bastogi.
Il Ministro del Lavoro, lasciando Palazzo Medici Riccardi, ha detto “Di fronte a queste meraviglie, per venti minuti ho allontanato tutti i pensieri”.

Infatti a Firenze non si parlerebbe altro che di crisi aziendali e infortuni sul lavoro.

Sono questi i temi di cui oggi si è occupata ad esempio la commissione Speciale Lavoro della Regione Toscana, presieduta da Eduardo Bruno (Pdci). La commissione ha voluto fare il punto della situazione ascoltando, in audizione, i rappresentanti della Direzione generale delle politiche formative, Beni ed attività culturali e quelli della Direzione generale per il diritto alla salute e le politiche di solidarietà della Regione Toscana.
Intanto, la partita delle crisi aziendali: 20 i casi registrati in Toscana nel secondo semestre del 2006 (7 a Firenze, 3 ad Arezzo, 2 rispettivamente a Pisa, Siena, Livorno e Lucca, ed una rispettivamente a Prato e Grosseto).

Di queste situazioni di crisi, 11 sono ancora aperte e in cerca di soluzione; 6 sono chiuse o sospese; 4 sono invece seguite dalle amministrazioni provinciali. Secondo i dirigenti regionali, Marco Matteucci e Piergiorgio Cattini, che hanno riferito alla commissione, la Regione, che non ha competenze legislative specifiche in materia, si occupa soprattutto di monitorare lo stato delle crisi, di intervenire con un budget di 200 mila euro, in caso di fallimento aziendale o di difficoltà economiche dell’azienda, per l’anticipazione dei primi mesi di Cassa integrazione straordinaria (Cigs), di mantenere rapporti interistituzionali con Province, Comuni, Inps e Ministero del lavoro.

Il monitoraggio delle crisi, oggi trimestrale, dovrebbe diventare quoditiano dal prossimo anno, quando entrerà in funzione un sistema di monitoraggio informatizzato. La nota positiva, arriva sul fronte occupazionale: nei primi sei mesi di quest’anno il saldo è di 21 mila addetti in più (19 mila nel terziario e 2 mila in agricoltura). La Toscana, in questo momento ha raggiunto il 65% dell’occupazione globale ed il 55% di quella femminile, con un trend che, se confermato, porterà a raggiungere il 70% dell’occupazione globale e il 65% di quella femminile nel 2010, in linea con gli obiettivi di Lisbona.
Sul fonte degli infortuni sul lavoro, la situazione si presenta complessa.

I dati relativi all’anno in corso fanno registrare un trend in aumento, che raffredda il trend positivo registrato negli ultimi anni. In particolare nel 2005 gli infortuni erano diminuiti del 3% rispetto al 2004. E’ stato uno dei passaggi della relazione, svolta davanti alla commissione Speciale Lavoro, dal dottor Marco Masi, della Direzione generale per il diritto alla salute e alle politiche di solidarietà della Regione Toscana, che ha ricordato che la Regione ha il ruolo di coordinatore nazionale sui problemi degli infortuni sul lavoro.
I settori con il più alto tasso d’incidentalità continuano ad essere quelli dell’edilizia, della movimentazione merci, dell’agricoltura.

Problemi anche nelle cartiere e nelle concerie. In edilizia il fenomeno è legato a diversi fattori: l’alta presenza di lavoratori extracomunitari (che hanno problemi di lingua e, quindi, di corretta informazione)e il crescente fenomeno del caporalato. Inoltre, molti lavoratori dipendenti si sono trasformati, in questi anni, in aziende individuali per diventare appaltatori delle grandi aziende edili. Ma se la grande impresa ci ha guadagnato in termini economici e fiscali, il titolare dell’azienda individuale si espone a rischio sicurezza perché la legge 626 sulla prevenzione e la sicurezza si applica solo ai lavoratori dipendenti.

Positivo, invece, che il decreto Bersani abbia recepito, all’articolo 36, la proposta della Regione Toscana secondo la quale le aziende edili non potranno più posticipare la regolarizzazione dei lavoratori, magari in conseguenza di un infortunio, ma dovranno attivarla al momento stesso dell’assunzione. Infine, sono troppi i contratti a tempo determinato in edilizia, cartarie e concerie, dove invece servono lavoratori informati, formati e con esperienza.
Tra i correttivi individuati per abbattere il rischio infortuni: rivedere i meccanismi della creazione delle ditte individuali e, come ha sottolineato il presidente della commissione Bruno, “aumentare le sinergie tra Asl e Ufficio del lavoro, per ottimizzare l’impiego del personale demandato ai controlli e le risorse economiche”, così da evitare, come avviene oggi, il fenomeno del doppio controllo, uno per la parte sanitaria, l’altro per l’applicazione delle norme di prevenzione.

In questo senso, servirebbe anche una diversa direttiva nazionale sugli organici dei dipartimenti delle strutture pubbliche che devono effettuare i controlli di prevenzione contro gli infortuni.
Infine, è stato ricordato che il Piano sanitario regionale 2005/2007 mette a disposizione 6 miliardi di euro per progetti finalizzati alla prevenzione degli infortuni sul lavoro. A questi si aggiungono quelli contenuti nel Piano regionale di sviluppo “in cui è presente una norma – ha sottolineato Bruno – per cui si concendono finanziamenti solo a chi investe in ricerca, innovazione e sviluppo”.

Con l’obiettivo di far diminuire gli incidenti sul lavoro anche due proposte di legge regionale: quella sui carrelli elevatori e quella per la rottamazione del parco macchine agricole, per la quale il Prs prevede 12 milioni di finanziamento in tre anni, dove, come in edilizia, si è di fronte al fenome delle piccole imprese individuali o familiari o del semplice agricoltore per hobby.

«La Regione renda stabili le assunzioni dei medici precari del 118». A chiederlo, tramite apposita interrogazione al Governatore toscano Martini, sono il Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Maurizio Bianconi e il Consigliere regionale di An Marco Cellai, membro della Commissione consiliare IV (Sanità), che con questo gesto intendono sostenere la vertenza aperta dai circa sessanta medici precari impiegati dal 118 nella regione.
«In Toscana – scrivono Bianconi e Cellai nel loro documento – ci sono circa una sessantina di medici precari del 118 che chiedono di essere regolarizzati, così come è avvenuto in altre regioni».
«I medici – si legge ancora nel documento – per diventare titolari dovrebbero sostenere un corso di medicina generale della durata di tre anni, perdendo così il posto.

Tenendo conto dell’età dei suddetti, che per molti è superiore ai quarant’anni – osservano Bianconi e Cellai – sarebbero automaticamente esclusi da altri concorsi ospedalieri».
La situazione è assurda, e costringe fior fiore di medici a trascorrere la loro esistenza professionale fra l’incudine della precarietà a vita e il martello di un iter d’accesso che non ammette deroghe. Per questo Bianconi e Cellai chiedono ora a Martini di «attivarsi per mettere in atto un provvedimento che risolva con equità questa evidente anomalia, inserendo i medici precari in modo stabile nel sistema sanitario regionale».

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