Calcio,Pisa: in ricordo di Romeo Anconetani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2006 17:44
Calcio,Pisa: in ricordo di Romeo Anconetani

Oggi 3 novembre sono passati sette anni dalla morte di Romeo Anconetani. Il presidentissimo ha fatto grande il Pisa, ed è merito suo se abbiamo visto il calcio ad alti livelli. Per molti personaggio difficile da trattare, istrionico e molto umorale. Di fatto un genio del calcio, un antesignano, fu lui ad inventare il ruolo del procuratore sportivo. Domenica 5 alle ore 11.30 presso la cappella della chiesa dei Passi verrà detta una messa per ricordare Romeo. Non è facile racchiudere in poche righe il periodo che vide Romeo Anconetani alla guida del Pisa Sporting Club.

Con lui, il sodalizio nerazzurro ha raggiunto livelli impensabili ed incredibili per una squadra ed una città come Pisa. Romeo garantì non solo anni di serie A e B ad altissimi livelli, ma portò il nome di Pisa e del Pisa ovunque anche a livello internazionale. Si racconta che una volta, in cui il Pisa andò a Londra per disputare una gara del torneo Anglo-Italiano, il Presidente volle andare a vedere il cambio della guardia a Buckingam Palace. Quando arrivò alla residenza della Regina d’Inghilterra trovò un gruppo di appassionati che lo salutarono al grido: “Romeo, Romeo!”.

Chi scrive ha vissuto in prima persona buona parte di quel periodo e tante e tante volte si è trovato ad urlare a squarciagola cori mai più ripetuti: “Romeo portaci in Europa!”. Nell’ autunno del 1990 il Pisa disputava, ahi noi per l’ultima volta, il campionato di serie A. Ed andava piuttosto bene, i guai vennero dopo. Il caso volle che capitasse a Pisa la trasmissione Piacere Rai Uno che trasmise in diretta dal Teatro Verdi. Il giorno che fu ospite il Pisa, chi scrive era presente. Quando entrò la squadra, venne giù il teatro, un urlo unico, un grido prorompente da centinaia di gole e di cuori: “Romeo, Romeo, Romeo….”.

Una forma di pubblico ringraziamento per tutto quello che aveva fatto e che comunque avrebbe ancora fatto. D’altronde Romeo ha saputo farsi amare e rispettare. La storia, possiamo dire d’amore, tra Romeo ed il Pisa ebbe inizio nel 1978, quando Anconetani subentrò a Rota. Il campionato 1977/78 si concluse con un tutto sommato dignitoso quinto posto. L’anno seguente si vide subito la mano di Romeo. Ben tre furono gli allenatori: Vitali, Seghedoni e Meciani. Quest’ultimo centrò la promozione in seguito all’epica gara di Pagani, ove il Pisa vinse per 1-0 con al seguito migliaia di tifosi.

Romeo al primo tentativo aveva vinto ed aveva ridestato l’entusiasmo. La stagione 1979/80 vide ancora tre tecnici sulla panchina nerazzurra: Meciani, Carpanesi e Chiappella. I nerazzurri si salvarono solo all’ultima giornata. L’anno seguente fu di transizione, in panchina Toneatto raggiunse un buon settimo posto, ponendo però le basi per qualcosa di importante. In quell’anno il Pisa espugnò anche San Siro, dato che il Milan era finito in serie B per un illecito sportivo riguardante il calcio scommesse.

L’anno seguente Romeo ingaggiò come allenatore Aldo Agroppi, personaggio vulcanico ed estroverso proprio come il Presidente. Ai due riuscì l’impresa e dopo tredici anni Pisa riconquistò la serie A. La squadra si ritrovò così in un mondo diverso ed affascinante: la A, raggiunta in soli tre anni. Romeo riuscì a costruire un’ottima squadra, impreziosita da Klaus Bergreen, danese semi sconosciuto ma che si rivelò un ottimo giocatore, capace da centrocampista, di realizzare otto reti al suo primo campionato italiano.

Grandi meriti anche per colui che evitava i gol: Alessandro Mannini fu spesso decisivo, e Romeo aveva per lui solo parole di elogio. Bearzot tuttavia non ebbe il coraggio di scavalcare Bordon, Tancredi e Galli. Il campionato 1982/83, il primo di serie A della gestione Anconetani, si chiuse con un buonissimo undicesimo posto. Il Pisa espugnò campi importanti come il comunale di Torino (2-0 ai granata) e San Siro ove i nerazzurri regolarono 1-0 l’Inter di Bersellini. Il Pisa espugnò anche Catanzaro e vinse quindi tre volte in trasferta, proprio come la Roma campione d’Italia ed assai meglio di squadre come Napoli e Torino.

All’Arena squadre importanti come l’Inter e la Juventus dovettero accontentarsi di un misero punto, cosa che avrebbero pagato a caro prezzo, perdendo lo scudetto a vantaggio della Roma, che espugnò l’Arena soffrendo. L’allenatore di quel campionato fu il brasiliano Luis Vinicio. L’anno seguente la squadra fu affidata a Bruno Pace. Fu acquistato un attaccante olandese, anch’esso sconosciuto ai più ma poi affermatosi come uno dei migliori attaccanti d’Europa: Wim Kieft. Tuttavia il campionato fu deludente.

Romeo esonerò Pace e richiamò Vinicio per poi esonerare anche questo e richiamare ancora Pace. Non bastò, il Pisa retrocesse in serie B. Ma all’Arena non fu vita facile per nessuno: i campioni d’Italia della Juventus non ci vinsero, così come l’Inter, la Fiorentina, la Roma. Ci riuscirono solo il Verona e l’Ascoli. Di quell’anno si ricorda la trasferta decisiva a San Siro contro il Milan: diecimila pisani al seguito ma purtroppo i nerazzurri persero. L’anno dopo Romeo non si scoraggiò, consegnò a Gigi Simoni una squadra perfetta, e fu nuovamente serie A.

Nella massima serie toccò a Vincenzo Guerini la guida tecnica della squadra. Sembrava un campionato tranquillo, ma poi tre sconfitte consecutive relegarono il Pisa al quattordicesimo posto con 23 punti. L’Udinese di punti ne fece 25, ma una sentenza della giustizia sportiva lo declassò all’ultimo posto per illecito sportivo. STAGIONE 86/87, SERIE B: LA GARA DECISIVA DI CREMONA Sempre la solita storia del calcio scommesse che sei anni prima aveva condannato il Milan alla serie B. Il Pisa quindi diventò tredicesimo e si salvò.

I nerazzurri partirono per il ritiro come squadra di serie A. Fu ingaggiato anche il forte attaccante austriaco Schachner dal Torino. Ma un incredibile sentenza della Caf riammise l’Udinese in serie A, sia pur condannandolo a partire da -9. La reazione fu un misto di rabbia ed incredulità. La prima gara ufficiale venne disertata dalla tifoseria in segno di protesta. Pisa-Torino di Coppa Italia si svolse dinanzi a migliaia di lumini stesi sugli spalti. Questo fu un altro segno di come la giustizia sportiva si sia comportata nei decenni col sodalizio nerazzurro.

Ma occorreva reagire, e Romeo chiamò ancora una volta Gigi Simoni al capezzale della squadra. Il campionato 1986/87 cominciò male. Furono solo diciannove i punti che i nerazzurri conquistarono nel girone di andata, contro i 25 della Cremonese, i 24 del Pescara ed i 23 di Genoa e Messina. Nella seconda fase però il Pisa cambiò marcia, 25 punti come nessun altro. L’ultima giornata: il Pisa va a Cremona. I padroni di casa hanno un punto in più, gli basta il pari. Ai nerazzurri il pari potrebbe non bastare.

Furono ben seimila i pisani che si recarono a Cremona, ove una doppietta di Lamberto Piovanelli regalò ancora una volta la serie A alla città. Nel campionato di serie A 1987/88 il Pisa si salvò, anche grazie alla riforma del campionato che passò da 16 a 18 squadre. Per l’occasione furono solo due le retrocessioni: Avellino ed Empoli partito da -5 per illecito sportivo. Da ricordare in questo campionato, un mitico gol realizzato ai danni del portiere dell’Inter Walter Zenga da Carlos Dunga, con un tiro spettacolare da centrocampo; per la cronaca il Pisa vinse 2-1.

L’allenatore era Beppe Materazzi. L’anno dopo però, il Pisa per la seconda volta non riesce ad ottenere due salvezze consecutive. Con Bruno Bolchi in panchina le cose non vanno bene, e l’arrivo in panchina di Luca Giannini non salva la stagione. È nuovamente serie B. La stagione 1989/90 vide i nerazzurri dominare in lungo ed in largo il campionato assieme al Torino, ed alla fine fu nuovamente serie A anche grazie alla strepitosa coppia gol Incocciati-Piovanelli. Il Presidente Anconetani aveva spesso e volentieri scontri con mezza città.

Lottò moltissimo per vedere rinnovato lo stadio, fu grazie alla sua tenacia che la capienza dell’Arena fu portata fino a 35.000 posti. Solo anni dopo riuscì ad ottenere un impianto di illuminazione che è senz’altro uno dei migliori, se non il migliore della Toscana. Quello del 1990/91 fu l’ultimo campionato di serie A per i nerazzurri. La partenza fu buona: vittoria a Bologna e 4-0 al Lecce. Piovanelli in nazionale, in squadra Simeone, Chamot e Larsen. Il “Piova” segnava a raffica così come Padovano.

Si infortunarono entrambi e pian piano il Pisa scivolò in basso. L’esonero di Lucescu per Giannini non cambiò molto e mestamente ci fu un immediato ritorno in B. Ma sembrava la logica di allora, la politica finora vincente dell’altalena. I tempi, tuttavia, stavano cambiando. L’anno successivo fu sfiorata la serie A, con un sesto posto. L’anno dopo ancora peggio: ottavi e tanta amarezza. Giungiamo così al triste epilogo di questa breve ma intensa storia. STAGIONE 91/92, SERIE B: PISA-LUCCHESE Il campionato 1993/94 parte bene: 3-0 al Modena.

Inizia l’avventura sulla panchina nerazzurra Giorgio Rumignani che però viene esonerato durante un’ amichevole precampionato a Forte dei Marmi. Al riguardo circola la famosa leggenda di come sia avvenuto l’esonero. Il motivo fu il mancato utilizzo da parte del Mister di Giacomo Lorenzini, allora giovanissimo, in cui Romeo credeva molto. Si sussurrò che a Rumignani che esigeva un esonero scritto Romeo reagì scrivendoglielo su carta non proprio intestata. Arriva così Walter Nicoletti che però non ottiene né i risultati né il gioco.

E sia pure “a malincuore” Romeo lo esonera dopo una sofferta vittoria casalinga con il Venezia. Subentra Eugenio Bersellini. Il Pisa nel girone di andata ottiene la miseria di 16 punti e 19 in quello di ritorno. In casa è un rullo compressore, nessuno espugna l’Arena, nemmeno la Fiorentina di Toldo, Batistuta, Effenberg, Baiano, Laudrup. Fuori casa è da tragedia, solo sette punti, una sola vittoria ad Acireale. La penultima gara il Pisa gioca a Verona e pareggia, l’Acireale in casa con il Bari.

I siciliani vincono e segnano al centesimo minuto. Erano sparite le bandierine dei calci d’angolo tra il primo ed il secondo tempo. Il Pisa ed il Pescara presentarono reclamo, ma naturalmente non successe nulla. L’ultima giornata di campionato arrivò all’Arena la già salva Fidelis Andria. Sembrava un esito scontato. Arena esaurita. Finì 0-0 con un palo colpito da Roberto Muzzi. Fu necessario affrontare uno spareggio con l’Acireale a Salerno. Molti ricorderanno l’infelice esito dei tiri dagli undici metri.

Il campo decretò la serie C. Ad Agosto del 1994 la giustizia sportiva cancellò il Pisa Sporting Club dal professionismo. Nessuno mosse un dito per aiutare il Pisa e Romeo, né istituzioni né imprenditori. Le altre squadre di calcio osservarono da avvoltoi, volete mettere il guadagno di prendere giocatori a zero lire? Solo una squadra dette una mano al Pisa: il Parma che acquistò il difensore Susic. Era finita l’era di Romeo Anconetani, durante la quale il Pisa aveva disputato sei campionati di serie A, nove di serie B con quattro promozioni in A .

Due Mitropa Cup nel 1985 e nel 1988. Hanno vestito la maglia del Pisa fior di giocatori come Kieft, Bergreen, Dunga, Simeone, Chamot, Larsen, Vieri, Muzzi, Antonioli e tanti altri. Ancor oggi molti di loro vestono maglie importanti, ed addirittura Carlos Dunga fu il capitano del Brasile campione del mondo ad Usa 94. Nel settembre del 1994 il Pisa si ritrovò in Eccellenza, ma questo è un altro capitolo della avvincente storia nerazzurra. Una cosa è certa, nessuno mai come lui. (fonte Pisanews.net)

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