In Toscana il 22% della popolazione oltre i 15 anni fuma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 ottobre 2006 13:18
In Toscana il 22% della popolazione oltre i 15 anni fuma

FIRENZE - Sabato 14 ottobre a partire dalle ore 9,30, l'Aula Magna della Facoltà di Medicina dell'Università degli studi di Firenze, presso l'ospedale Careggi, ospiterà il convegno di studi dal titolo: "Progetto cessazione dal fumo". L'iniziativa è promossa dalla Sif, Società Italiana di Farmacologia, e dalla Simg, Società Italiana di Medicina Generale, con il contributo di Pfizer Italia.

Scopo dell'iniziativa è quello di fornire al medico di base gli strumenti necessari per aiutare il paziente con gravi disturbi a smettere di fumare. Tale progetto è particolarmente importante alla luce del fatto che, anche in Toscana, a due anni dall'introduzione della legge che vieta di fumare nei locali pubblici ancora 2 persone su 10 non rinunciano alle sigarette e l'età della prima sigaretta tende significativamente a diminuire.

"Anche in Toscana il fumo è un'epidemia - spiega la professoressa Gianna Camiciottoli, pneumologo dell'Università degli studi di Firenze, che aggiunge - Smettere di fumare è abbastanza difficile ma non impossibile.

Il fumo, infatti, è una malattia cronica e può richiedere anche più di un intervento per essere curata ma, a differenza di altre malattie croniche, si può arrivare a una guarigione definitiva. E, comunque, anche l'astinenza periodica dal fumo è vantaggiosa in termini di riduzione di malattie e di mortalità per eventi fumo correlati".

Secondo i dati Istat oltre il 22% della popolazione toscana, sopra i 15 anni, fuma. Si arriva addirittura a sfiorare la percentuale del 35% nei soggetti fra i 25 e i 34 anni.

Per le donne la percentuale più elevata di fumatrici (30,49%) si registra nella popolazione fra i 45 e i 54 anni d'età mentre per gli uomini i soggetti col "vizio" (43,16%) fanno parte della popolazione fra i 25 e i 34 anni. Mediamente i fumatori toscani bruciano quasi 14 sigarette al giorno. Il 9% dei fumatori, però, arriva a superare il pacchetto.

Ma non è tutto. Da una recente indagine internazionale, denominata "STOP (Smoking: the Opinion of Physicians)" e condotta su circa 3 mila medici, di cui 200 italiani, emerge che più della metà dei medici intervistati non affronta l'argomento fumo coi propri pazienti perché non preparato o perché ritiene la missione troppo ardua.
La ricerca sottolinea, inoltre, che 9 camici bianchi su 10 accusano la mancanza di linee guida di riferimento.

Il campione intervistato ritiene anche che, per ottenere maggiori risultati e incentivare i fumatori ad abbandonare la "bionda", sarebbe utile dare ampia visibilità alle percentuali di successo (84% del campione), oltre a richiedere una formazione adeguata per comunicare con i pazienti in maniera più efficace (81%) e disporre di farmaci su prescrizione che garantiscano il successo in almeno 1 paziente su 3 (88%).

L'indagine STOP definisce il fumo come "il comportamento in assoluto più dannoso per la salute dei propri pazienti".

Se chiamati a scegliere, la metà degli intervistati consiglierebbe la sedentarietà piuttosto che vedere il proprio paziente con una sigaretta in bocca. Non solo: più della metà degli intervistati (59%) considera il fumo come il fattore di rischio più difficile da trattare viste le diverse componenti, sia fisiche che psicologiche, di quello che, fino ad oggi, era considerato solo un mero "stile di vita". Il viaggio verso il "no smoking" dipende soprattutto dal fumatore, sostengono tuttavia i due terzi dei medici, considerandosi coinvolti in misura minore (24%) e ritenendo il Governo responsabile (11%).



Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il fumo è "la prima causa di morte facilmente evitabile", essendo responsabile ogni anno nel mondo del decesso di 4,8 milioni di persone (circa 650.000 nella sola Unione Europea sempre secondo la WHO), che potranno divenire 10 milioni nel 2030 se non saranno adottate misure efficaci. La World Health Organization stima inoltre che il costo annuale mondiale per le malattie legate al fumo sarà di 500 miliardi di dollari entro il 2010 (per l'Europa il costo stimato è di 130 miliardi di euro).


L'incontro di Firenze si pone l'obiettivo di andare incontro alle esigenze della classe medica, fornendole gli strumenti necessari per aiutare il paziente a smettere di fumare.

Notizie correlate
In evidenza