In libreria: Filippo Brunelleschi nella collana Architettura e architetti classici di Electa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 luglio 2006 15:41
In libreria: Filippo Brunelleschi nella collana Architettura e architetti classici di Electa

Arnaldo Bruschi affronta in questo volume tutti gli aspetti della figura di Brunelleschi e dell'ineguagliabile opera da lui realizzzata, risistemando quanto in molti anni di ricerche e riflessioni critiche è venuto maturando nell'intento di interpretare l'opera del massimo architetto del Quattrocento. A partire dall'analisi di opere seminali, legate all'attività di "orafo, orologiaio, scultore, pittore prospettico, ingegnere e architetto" l'autore spiega come Brunelleschi riuscì a costruire un'opera "impossibile" e che lo occupò tutta la vita, ovvero la Cupola di Santa Maria del Fiore.

Arnaldo Bruschi è uno dei massimi studiosi della storia dell’architettura del Rinascimento.

Tra le sue pubblicazioni, da quelle fondamentali riguardanti Bramante, la riscoperta dell’antico in età umanistica, Borromini e Sangallo, numerose sono quelle dedicate a Filippo Brunelleschi (1377-1446) e all’ambiente all’interno del quale operò il grande fiorentino. Con la pubblicazione del volume che ora viene presentato per i tipi di Electa, corredato da un adeguato apparato di illustrazioni, Bruschi ha risistemato quanto in molti anni di ricerche e riflessioni critiche è venuto maturando nell’intento di interpretare l’opera del massimo architetto del Quattrocento, una delle glorie della civiltà fiorentina.

I capitoli che formano il libro affrontano tutti gli aspetti della figura di Filippo e dell’ineguagliabile opera da lui realizzata. Bruschi illumina i diversi aspetti dell’una e dell’altra, spiegandone i rapporti con la cultura della città dove si formarono e affermarono, con le novità che i tempi proponevano all’attenzione dei massimi artisti dell’epoca con il maturare di nuove conoscenze tecniche e scientifiche e non solo in Toscana. Non a caso i titoli dei primi due capitoli del libro fanno esplicito riferimento ai saperi che Brunelleschi dominava, in quanto “orafo, orologiaio, scultore, pittore prospettico” e, naturalmente, “ingegnere e architetto”.

Così, a partire dall’analisi di opere seminali (le sculture dell’altare della cattedrale di Pistoia, il Cristo in Croce in Santa Maria Novella, ecc.), Bruschi spiega come Brunelleschi riuscì a costruire un’opera “impossibile” e che lo occupò tutta la vita, ovvero la Cupola di Santa Maria del Fiore, che «a questi tempi era incredibile potersi», secondo Alberti, che dedicò a Filippo il suo Della Pittura nel 1436. Fondamentale, nella sua didascalica chiarezza, è il capitolo in cui Bruschi rivendica a Brunelleschi il merito di aver dato un contributo imprescindibile all’invenzione di una “nuova architettura” a partire dall’”artificiale ripresa della lingua degli antichi”.

In queste pagine scorrono le interpretazioni di altri capolavori brunelleschiani, dall’Ospedale degli Innocenti alla Sacrestia Vecchia in San Lorenzo, dalla controversa Cappella Pazzi a Santo Spirito. Il volume di Bruschi restituisce la figura di Filippo nella sua articolata complessità e la statura di uomo che visse pienamente e consapevolmente una delle transizioni decisive per la cultura occidentale. Al contempo, offre al lettore il piacere che le opere del grande architetto fiorentino trasmettono in virtù della loro eleganza, come scrive Bruschi, «eleganza nel senso che l’espressione possiede allorché è utilizzata dai matematici per la dimostrazione di un teorema: naturalmente persuasiva, efficace, lineare, frutto di semplici, concatenati passaggi logici, diretta, sintetica, non afflitta da arbitrarie o innaturali forzature.

Sono soluzioni, quelle immaginate da Brunelleschi, tali da provocare nell’osservatore, all’atto della comprensione, un brivido di compiacimento intellettuale».

Tra i diversi libri editi da Electa dove sono comparsi saggi e contributi di Arnaldo Bruschi, è opportutono segnalare: A. Bruschi (a cura di), Storia dell’architettura italiana. Il primo Cinquecento, 2004 e A. Bruschi, L’antico, la tradizione, il moderno. Da Arnolfo a Peruzzi, saggi sull’architettura del Rinascimento, 2004.

Sommario
Prefazione
«Filippo di ser Brunellesco, cittadino fiorentino, famoso e degnissimo architetto e sottilissimo imitatore di Dedalo»
Orafo, orologiaio, scultore, pittore prospettico
“Ingegnere” e “architetto”
L’invenzione della nuova architettura.

L’artificiale ripresa della “lingua degli Antichi”
Filippo Brunelleschi e gli artisti fiorentini
Indice dei nomi e dei luoghi


Arnaldo Bruschi (Roma, 1928), Accademico di San Luca, è stato ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” dal 1972 al 2003. Direttore prima dell’Istituto di Storia dell’Architettura (1982-84), poi del Dipartimento di Storia dell’Architettura, Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici dello stesso ateneo (1988-93), presidente del Consiglio Scientifico del Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” di Vicenza (1992-93), ha pubblicato, tra l’altro: Bramante architetto, Bari 1969; Bramante, Bari 1973; Borromini: manierismo spaziale oltre il Barocco, Bari 1978 (2a ed.

riveduta, Roma 1999). Per i tipi di Electa ha curato il volume Storia dell’architettura italiana. Il primo Cinquecento, Milano 2002 e pubblicato con C.L. Frommel, F.G. Wolff Metternich, C. Thoenes, San Pietro che non c'è. Da Bramante a Sangallo il Giovane, a cura di C. Tessari, Milano 1996; Oltre il Rinascimento, Milano 2000.

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