Monna Lisa: il volto segreto di Leonardo a Firenze
Empoli celebra il genio di Pontormo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2006 14:29
Monna Lisa: il volto segreto di Leonardo a Firenze<BR>Empoli celebra il genio di Pontormo

Il Genio di Leonardo protagonista del Genio Fiorentino con uno dei suoi dipinti più famosi: Monnalisa. Il dipinto raffigurante la Gioconda, che Leonardo da Vinci, dipinse, attorno al millecinquecento, denota in maniera evidente l' estrosità trasgressiva e geniale di questo personaggio, scienziato, inventore e al contempo pittore. Sabato 13 maggio alle ore 17,00 nel Palazzo Medici Riccardi, Sala est- ovest si terrà un incontro, promosso dalla Associazione Toscana – USA e sponsorizzato dal Console Onorario del Perù dott.

Giorgio Fiorenza, che prevede la partecipazione Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci, e di Renzo Manetti.
Nel corso dell’incontro verrà proiettato un video preparato dalla studiosa americana Lillian Schwartz, la quale mediante un’analisi computerizzata della Gioconda e dell’autoritratto di Leonardo, rilevò nel 1987 impressionanti concordanze fra i lineamenti dei due volti, tanto da sostenere che Monna Lisa sarebbe in realtà un vero e proprio autoritratto idealizzato del pittore.

Successivamente la Schwartz ha approfondito le sue analisi, confermandole. Rimaneva comunque irrisolto il problema del perché Leonardo avrebbe dato i propri lineamenti alla Gioconda. Renzo Manetti ha recentemente pubblicato un saggio, “Beatrice e Monnalisa”, che risponde a questa domanda, individuando la motivazione del dipinto nella stessa filosofia che aveva dato vita alla Beatrice di Dante e che era passata nel Rinascimento fiorentino. Come Beatrice, anche Monnalisa, sarebbe immagine dell’alter ego celeste, che funge da guida verso la Sapienza, e per questo avrebbe gli stessi lineamenti del pittore.


Il video che proiettato percorrerà le tappe della genesi del volto di Monnalisa. Vi si mette a confronto il celebre volto anche con quello sottostante individuato con un esame a raggi X, evidenziando il ripensamento dell’artista. Il confronto computerizzato con i lineamenti dell’autoritratto leonardesco dimostra che il pittore utilizzò i propri lineamenti per il volto definitivo, quale noi conosciamo.

Il “pittore della crisi”, lo ha definito la critica. Per la sua vena inquieta, introversa, innovativa.

Jacopo Carucci, al secolo Pontormo, geniale protagonista della “maniera moderna”, uno dei più importanti pittori del Cinquecento italiano, celebrato artista, è il figlio più illustre di Empoli. Che ora ne celebra la memoria con due eventi inseriti nel quadro delle manifestazioni del Genio fiorentino, presentati stamani nel corso di una conferenza stampa in Palazzo Medici Riccardi. Nell’antico borgo di Pontorme, nel Comune di Empoli in provincia di Firenze, sabato 13 maggio verrà inaugurata la casa dove vide la luce Pontormo.

Edificio di due piani, acquistato dal comune di Empoli in occasione del Cinquecentenario della nascita di Jacopo, per cui il Comune di Empoli ha un progetto importante: la sede di un centro studi internazionale sull’arte del ‘500, che sarà ospitata all’ultimo piano dell’edificio. “Una dimora umile, modesta. Restituita a nuova luce dall’investimento e dall’interesse del Comune di Empoli, della Cassa di Risparmio - ha spiegato Natali - Ora destinata a nuova vita: da qui partirà il futuro motore propulsore degli studi sul Pontormo e sull’arte della provincia toscana.

Anche attraverso un bollettino annuale sulla bibliografia pontormesca che cureremo da questa sede. E una biblioteca ad hoc, che potranno utilizzare scuole e studiosi”. “Un vero genio fiorentino” - ha commentato il sovrintendente regionale per i beni culturali e paesaggistici Antonio Paolucci - “che ben rappresenta quello che secondo me è il vero fill rouge del genio di questa terra: l’incontentabilità, l’inquietudine, e dunque la ricerca, la volontà di migliorarsi, di cambiare, di crescere.

Nell’indole così misantropa, saturnina, eccentrica e volubile di Pontormo, c’è tutto questo. E il genio fiorentino lo celebra degnamente”. Per l’occasione Sandro Lombardi leggerà il Monologo di Pontormo e il Coro delle Cose Dipinte tratti dalle Felicità turbate del poeta Mario Luzi, con musiche di Giacomo Manzoni eseguite dal Quartetto Toscano con la collaborazione della Scuola di Musica di Fiesole e del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni di Empoli. La Casa del Pontormo sarà visitabile al pubblico a partire dalle ore 16.00, mentre il momento ufficiale dell’inaugurazione sarà alle ore 18.00 alla presenza di Luciana Cappelli, Sindaco di Empoli, Mariella Zoppi, Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Alessandro Martini, Assessore allo sport della Provincia di Firenze, Bruno Santi, Soprintendente per il patrimonio storico artistico per le province di Firenze, Pistoia e Prato, Edoardo Speranza, Presidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Antonio Natali, Direttore alla Galleria degli Uffizi e Curatore scientifico della Casa.

Alle ore 20.00 nella piazza di Pontorme saranno offerti assaggi di prodotti locali; la serata si concluderà alle ore 21.30 alla Casa del Pontormo dove avrà luogo la lettura di Sandro Lombardi. Jacopo Carucci nacque nel 1494 a Pontorme di Empoli, la sua casa natale fu identificata con una certa attendibilità, grazie a supporti documentari, da Ugo Procacci nel 1956 nell’attuale edificio in via Pontorme n. 97. Si tratta di un edificio su tre piani, di epoca medievale, acquistato dal Comune di Empoli nel 1995 a conclusione delle celebrazioni del quinto centenario della nascita dell’artista.

Oggi, dopo i restauri realizzati con finanziamenti comunali, la destinazione dell’edificio è quella di casa d’artista e di luogo della memoria, oltre che sede della Sezione Didattica dei Beni Culturali della città e del Centro di Studi sull’Arte del Cinquecento nella Provincia Toscana. In occasione dell’inaugurazione, all’interno della Casa sarà esposta una bella tavola in cui fu replicata una delle opere più copiate del Pontormo, la Madonna del libro, eseguita nella seconda metà del Cinquecento e talora attribuita a Francesco Morandini detto il Poppi; normalmente la tavola è custodita nei depositi degli Uffizi, invece l’originale del Pontormo è tutt’oggi ignoto.

La Casa ospiterà inoltre alcuni reperti archeologici rinvenuti durante i lavori di restauro dell’edificio, il facsimile del Diario dell’artista e i facsimili dei disegni preparatori eseguiti da Pontormo per le pale di San Giovanni Evangelista e San Michele Arcangelo. In una visione più generale, la Casa natale del Pontormo, insieme alle pale di San Giovanni Evangelista e San Michele Arcangelo dipinte dallo stesso artista per la vicina chiesa di San Michele, oltre ai numerosi monumenti di notevole interesse storico-artistico presenti nel territorio di Empoli, costituisce un motivo di forte richiamo turistico e di grande valore socio-culturale.

La valorizzazione della Casa del Pontormo e il piano di recupero urbano contribuiscono così a restituire alla frazione di Pontorme la dignità di luogo ricco di storia e il prestigio derivante proprio dal grande artista che vi nacque. Il clou della giornata del 13 maggio a Pontorme sarà lo spettacolo di Sandro Lombardi che interpreterà due frammenti, Monologo di Pontormo e Coro delle Cose dipinte, tratti dal testo Felicità turbate di Mario Luzi, chiesto al poeta nel 1995 dalla compagnia teatrale di Federico Tiezzi e Sandro Lombardi.

La prima rappresentazione dello spettacolo si tenne il 6 giugno 1995 nell’ambito del VXIII Maggio Musicale fiorentino per le celebrazioni del quinto centenario del Pontormo e del Rosso fiorentino, Pontormo e Rosso, la maniera moderna in Toscana, promosse e coordinate dalla Regione Toscana e, tra gli altri, dal Comune di Empoli. Il primo “frammento” che Sandro Lombardi leggerà presenta il pittore nella solitudine delle propria vicenda biografica e artistica, un uomo smarrito e un artista consapevole dei dolorosi enigmi e delle folgorazioni della creazione artistica; nel secondo, con felice intuizione poetica, Luzi dà la parola alle cose dipinte che rivolgono a Pontormo interrogativi e rimproveri per chiudere tuttavia su una nota di pietà e di perdono.

La vicenda teatrale di Sandro Lombardi, attore, si identifica con quella della compagnia da lui fondata insieme a Federico Tiezzi e Marion D’Amburgo nei primi anni Settanta a Firenze. Lombardi si è distinto per un personalissimo modo di recitar poesia e narrativa, da Pascoli a Leopardi, da Dante a Petrarca, da Pasolini a Beckett, da Cechov a Manzoni.

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