Paolo Villaggio venerdì17 al Teatro Olivo di Camaiore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2006 18:21
Paolo Villaggio venerdì17 al Teatro Olivo di Camaiore

I ricordi riaffiorano leggeri, come condotti per mano sul filo della tenerezza o su quello, più graffiante, dell’ironia. Attraverso le tappe più curiose o divertenti di una vita, si delinea anche uno spaccato della Genova degli anni ‘30/40’ e con essa torna il sapore dolce-amaro di quei lontani giorni di scuola, quello delle prime disavventure amorose e quello, decisamente più gradevole, del tempo trascorso con gli amici Gassman, Tognazzi, de André, Ferreri.
Un palcoscenico spoglio, dalle quinte oscurate, è tutto quanto occorre all’attore/scrittore per incantare il pubblico tra divertimento e un pizzico di malinconia.

A far da supporto, quasi miniera inesauribile, la ricchezza di cose realizzate tra cinema, TV, editoria, teatro.

Paolo Villaggio è nato a Genova il 30 dicembre 1932. Suo fratello gemello Piero, che è professore di matematica alla Scuola Normale (si fa per dire) di Pisa, ha ormai già tre anni meno di lui, dato che per vanità si abbassa l’età come una zitella irlandese. Paolo e Piero hanno frequentato tutte le scuole assieme. Il compagno di banco di Piero si chiamava Paolo Fresco e ha fatto una gran carriera alla Fiat.
Paolo Villaggio, dal 1960 al 1962, ha fatto l’animatore a bordo delle navi della Costa Crociere.

Suoi compagni di viaggio: Fabrizio De Andrè, un poeta genovese che suonava la chitarra in prima classe ed è diventato un famoso chansonnier italiano; e un pianista milanese molto bravo, Silvio Berlusconi, che ha fatto anche lui una gran carriera. In quegli anni ha scritto le parole di qualche canzone con Fabrizio; la più nota è Carlo Martello.
Nel 1968 Villaggio ha finalmente sfondato in televisione. Poi ha fatto settantaquattro film, ha scritto sei libri, tradotti in Francia, in Sudamerica e in Russia.

Il suo grande successo sono stati i libri, ma anche i film della serie “Fantozzi”. Però, per essere considerato un “grande”, ha dovuto fare anche dei film con Fellini, Monicelli, Olmi e Lina Wertmuller.
Ha vinto: due Grolle d’Oro a Saint-Vincent, un David di Donatello, un Nastro d’Argento, il Pardo d’Oro a Locarno, un Orso d’Argento a Berlino, un’Aquila d’Oro a Montreal, il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, il premio della Regia Televisiva, il premio Mario Riva della TV, la Palma d’Oro dell’umo-rismo a Bordighera per due anni consecutivi, il Forte dei Marmi per la satira politica e quattro Telegatti.
Parla discretamente l’italiano, bene il francese, male l’inglese e sa una sola parola di turco.
Ha una casa “unica” sulla scogliera di Bonifacio nel sud della Corsica, una casa a Cortina e una a Roma dove vive abitualmente con tre cani Labrador.

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