Richard Galliano New York Trio -ospite Gary Burton- lunedì 20 (ore 21.15) al Teatro Politeama di Poggibonsi (SI) per la rassegna "Jazz Cocktail"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2006 16:05
Richard Galliano New York Trio -ospite Gary Burton- lunedì 20 (ore 21.15) al Teatro Politeama di Poggibonsi (SI) per la rassegna

Ma è sbagliato pensare che un musicista completo, e rigoroso, come è lui, possa scoprirsi legato esclusivamente al passato o ad un certo pur nostalgico stile. La sua fisarmonica è una fucina di nuove sensazioni. Richard Galliano nel suo virtuosismo, pur svelando una sensibilità straordinaria, evidenzia una logica modernità, derivata sì da un timbro intimista ma in grado di svilupparsi con una ricca policromia, quasi fosse un'orchestra. La sua tecnica pos siede l'impennata del grande solista, lo spirito dell'improvvisazione, sui tasti della fisarmo- nica come su di un piano, con una "sintassi" aperta e originale.

Nella musica di Richard Galliano il valzer musette, nato nei bistrot parigini viene riletto alla luce dell'esperienza jazz e della musica colta, dando vita ad un genere nuovo che unisce improvvisazione jazzistica, tango e tradizione mediterranea. La fisarmonica, strumento popolare che ha sempre avuto vita difficile nel jazz e nella musica colta, nelle mani del grande musicista italo-francese acquista ora la policromia di un’orchestra, ora il raccolto timbro di un intimismo di natura cameristica.



Il vibrafonista Gary Burton è uno dei pochi interpreti ed innovatori dell'era post be-bop a non aver mai, nel suo percorso artistico, attinto, né fatto ricorso, alle concezioni melodiche di pionieri del bop come Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Da virtuoso vibrafonista ha, infatti, sempre sviluppato uno stile originale di improvvisazione con tratti piuttosto differenti da quelli di altri suoi influenti predecessori, come Red Norvo, Lionel Hampton e Milt Jackson. Nei primi anni '60, Gary Burton, vibrafonista molto influenzato dal rock, promosse un altro nuovo stile, basato su un modo di suonare che faceva largo uso di quattro bacchette alla volta.

Questa tecnica permetteva di realizzare un suono meno percussivo e più continuo. Egli incominciò anche a servirsi di accessori elettronici che producevano toni increspati e riverberi indistinti e confusi ed utilizzò per simili evoluzioni un vibrafono senza vibrazioni. Il suo stile fece scuola ed i suoi interessi e l'entusiasmo artistico che metteva in ogni suo nuovo progetto lo resero subito un personaggio importante ed un innovatore di spicco della musica jazz contemporanea.

Completa la formazione una ritmica di eccezione, composta da James Genus al basso (per lungo tempo a fianco di Bill Frisell ed altri interpreti), ed il batterista Clarence Penn, strumentista preferito di Betty Carten, Wynton Marsalis e Cyrus Chesnut.

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