Scommettere sui mercati, scommettere sul futuro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 gennaio 2006 19:41
Scommettere sui mercati, scommettere sul futuro


di Stefano Acerbi, presidente di Confartigianato Imprese Prato

Se i mercati non bussano alla porta delle imprese, devono essere le imprese a bussare alla porta dei mercati. Il 2006 sarà un anno difficile e impegnativo per tutti, e non solo per le sfide che s’impongono per il rilancio della competitività del distretto: occorre un salto di qualità, uno scatto in avanti, uno sforzo che deve essere compiuto da tutti gli attori dello sviluppo, imprenditori compresi, con la consapevolezza che, in questo cammino costellato da numerose difficoltà e notevoli ostacoli, essi continueranno ad essere supportati e incoraggiati dalla loro associazione.



E non è certamente un caso che Confartigianato Imprese Prato, nell’anno che si è appena concluso, abbia intrapreso un processo di rinnovamento interno, che ha portato non solamente al ricambio degli organi dirigenziali, ma anche a definire le linee strategiche per il sostegno alle piccola impresa, accompagnando e incentivando il suo ingresso sulla scena dei mercati, in un ambito sempre meno locale e decisamente sempre più internazionale. E con l’occhio sempre vigile sui delicati rapporti politici ed economici che, a livello internazionale, condizionano pesantemente il futuro del settore tessile e manifatturiero.

Da questo punto di vista molto abbiamo ottenuto in Europa con l’approvazione del regolamento sull’etichettatura obbligatoria da parte della Commissione. Siamo però coscienti del fatto che tutto questo non basta, e che le partite giocate con una squadra tutta schierata in difesa sono destinate a essere perse.

Aggredire i mercati internazionali e cavalcare le opportunità racchiuse in questi ultimi: queste due azioni, nel 2006, dovranno diventare l’imperativo per le nostre piccole imprese, che hanno tutti i numeri per confrontarsi con le sfide della globalizzazione e l’allargamento delle frontiere dell’export mondiale.

La verità è che l’imprenditore da solo non ce la fa, con i suoi mezzi e le sue risorse limitate; inoltre l’avventura nei paesi stranieri non è mai una passeggiata.

A fare la differenza, in questo ragionamento, è la presenza di un’associazione di categoria ben consolidata come Confartigianato, in grado di supportare e “traghettare” le aziende in contesti maggiormente competitivi per i loro sbocchi di produzione.

Un altro nodo cruciale è il modello produttivo della filiera. Bruciano ancora le ferite del rapporto congiunturale presentato nel novembre scorso dalla Camera di commercio di Prato, dal quale è emersa chiaramente la spaccatura tra il mondo dei committenti, sempre più commercianti e meno produttori, e quello dei terzisti, i primi a pagare le scelte nefaste di chi, per sopravvivere, decide di delocalizzare la produzione all’estero per rincorrere i prezzi più bassi di manodopera e materie prime.



Più equilibrio, allora, nella distribuzione della ricchezza all’interno della filiera: ed è per questo che nel 2006 si presenta l’inderogabile necessità di salvaguardare il ciclo produttivo di quest’ultima e, in particolar modo, le lavorazioni tessili conto terzi, che da sempre hanno determinato il valore aggiunto del nostro distretto nel mondo.

Ma soprattutto, si presenta l’esigenza di restare uniti, in un momento assai delicato per la nostra capacità produttiva, messa a dura prova da una crisi che si protrae ormai da lungo tempo, attuando quelle strategie di gioco di squadra che ormai sono nel dna di questo nuovo mandato della dirigenza di Confartigianato Imprese Prato, iniziato meno di un anno fa.



Mai come adesso è fondamentale fare sistema e sviluppare sinergie comuni, anche con le istituzioni e le altre forze economiche. A questo proposito, l’anno appena trascorso ha visto l’avvio di una prolifica collaborazione tra l’associazione e gli enti locali (Regione, Provincia e Comuni): l’auspicio è che anche per il 2006 si possano continuare questi rapporti, con l’obiettivo di favorire la competitività e lo sviluppo del territorio.

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