Convention Nazionale sul popolo Saharawi in Provincia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2005 14:40
Convention Nazionale sul popolo Saharawi in Provincia

(2 dicembre 2005) – La Convention, proposta dalla Provincia di Firenze e dall’Unione delle Province Italiane in collaborazione con l’Associazione di Solidarietà con il Popolo Saharawi “Ban Slout Larbi”, vuole porre l’attenzione sul dramma del Popolo Saharawi ancora oggi costretto a lottare per vedere riconosciuto il proprio diritto all’autodeterminazione. Sono trascorsi ormai 30 anni da quando il Sahara Occidentale venne invaso dal Regno del Marocco e la popolazione saharawi fu costretta a fuggire verso l’Algeria dove ancora oggi vive in campi profughi nel deserto.

L’iniziativa si colloca in un momento particolarmente delicato, in cui si verificano forti tensioni nel Sahara Occidentale occupato dal Marocco ed una forte preoccupazione per le condizioni, ai limiti della sopravvivenza, dei profughi nel deserto algerino. Le risoluzioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, che sanciscono il diritto del Popolo Saharawi ad esprimersi con un libero referendum per l’autodeterminazione, sono purtroppo rimaste disattese. E’ in Europa adesso, che si possono e si devono fare passi avanti per la soluzione del conflitto saharawi, affinché il Marocco sia costretto a rispettare gli impegni assunti con la sottoscrizione del Piano di Pace dell’ONU.

La manifestazione ha quindi lo scopo, con l’approvazione di un documento finale da inviare alle massime Istituzioni Internazionali, di favorire un concreto passo in avanti in direzione della pace nel Maghreb e, attraverso l’appoggio alla causa della Repubblica Araba Saharawi Democratica, favorire e sostenere le rivendicazioni di giustizia e libertà dei Popoli.

I SAHARAWI, IL SAHARA OCCIDENTALE

Nel 1884 il Trattato di Berlino sancisce i confini del Sahara Occidentale, colonia spagnola abitata dal popolo Saharawi .

Nel 1973 viene fondato il Fronte Polisario (Fronte Popolare di Liberazione del Saguiat el Hamra e Rio de Oro) il cui fine è quello di combattere sino all’indipendenza del popolo saharawi ed alla sua sovranità sul Sahara Occidentale.

Nel 1975 la Spagna abbandona la sua ex colonia ed il Regno del Marocco e la Mauritania invadono il territorio (ricco di fosfati, uranio, con uno dei mari più pescosi del mondo ed assai interessante dal punto di vista turistico).

Una grande parte della popolazione, organizzata dal Polisario, è costretta a fuggire e a rifugiarsi nel deserto algerino della Hammada du Draaa mentre il Marocco (che ha occupato tutto il nord del Sahara Occidentale) tenta di mascherare l’invasione con la cosiddetta “Marcia verde”, un preteso insediamento di coloni marocchini nel territorio saharawi.

Nel 1976 le Nazioni Unite condannano l’aggressione ma senza intervenire concretamente nonostante la Commissione internazionale precedentemente inviata avesse riconosciuto i saharawi quale entità non assimilabile ai marocchini.

Nel frattempo, nel 1979, la Mauritania abbandona il conflitto ed il Marocco invade gran parte del Paese, costruendo un muro di sabbia, mine e filo spinato (lungo circa 2400 chilometri) a protezione della parte più ricca del Sahara Occidentale.



Fin dal 1975, così, la popolazione saharawi vive divisa fra coloro che sono rimasti sotto l’occupazione marocchina e coloro che, i circa 400.000 profughi, vivono in esilio, in pieno deserto in tendopoli gigantesche. Essi affidando le loro speranze di pace ad un referendum di autodeterminazione che non riesce a vedere attuazione per i continui ostacoli frapposti dal Regno del Marocco Le tendopoli nel deserto algerino hanno gli stessi nomi delle città vere del Sahara Occidentale, quelle che i saharawi hanno dovuto abbandonare a seguito dell’occupazione marocchina.

I profughi riescono a sopravvivere quasi esclusivamente grazie alla solidarietà internazionale ed affidano le loro speranze di giustizia alla diplomazia e al dialogo, rifiutando ogni atto di terrorismo e di violenza indiscriminata, ed appoggiando le Nazioni Unite, che dal 1991, hanno elaborato un Piano di Pace che prevede l’effettuazione di un referendum di autodeterminazione attraverso il quale il popolo saharawi potrebbe riacquistare la propria libertà.

DOCUMENTO PROPOSTO ALLA APPROVAZIONE DELLA CONVENTION

I partecipanti alla Convention Nazionale di sostegno alla causa di libertà del popolo saharawi “Trenta anni bastano” svoltasi a Firenze il 2 Dicembre 2005 presso la Provincia di Firenze organizzata dalla Provincia di Firenze, dall’Unione Province Italianee dall’Associazione di Solidarietà con il Popolo Saharawi.

Denunciano la grave situazione venutasi a creare nelle ultime settimane ad El Aaiun, Smara, Dajhla e Assa, nei territori occupati del Sahara Occidentale e nel Sud del Marocco, dove la polizia marocchina cinge d’assedio le case della popolazione civile saharawi, colpevole di aver pacificamente manifestato per affermare il rifiuto della colonizzazione e richiamare il rispetto dei diritti umani, nonché per richiedere l’applicazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite relative al Sahara Occidentale.

Esprimono forte preoccupazione per le centinaia e centinaia di desaparecidos, per i cittadini saharawi in carcere nelle prigioni marocchine, divenuti, per il loro coraggio, simboli delle giuste rivendicazioni saharawi.

Ricordano che nel Sahara Occidentale è in corso dal 1975 una occupazione militare da parte dell’esercito del Re del Marocco e a causa di ciò gran parte dei saharawi sono costretti a vivere in esilio nel deserto della Algeria.

I saharawi vivono divisi da un muraglia lunga 2400 chilometri circondata da mine, filo spinato, sofisticati congegni antiuomo che attraversa da nord a sud tutta la nazione.

Salutano con soddisfazione la nomina della Repubblica Araba Saharawi Democratica quale Vice Presidente della Unione Africana (U.A.), unione che vede la partecipazione di tutti i 53 paesi africani ad esclusione del solo Marocco;

Chiedono che il Governo italiano ed i preposti Enti internazionali si adoperino in tutte le sedi opportune affinché, di fronte al perdurare di tale situazione:

- il Marocco rispetti i diritti umani nei territori occupati, cessando la pressione militare e mediatica, ed osservi le disposizioni delle Convenzioni Internazionali relative alla protezione delle popolazioni Saharawi;

- il Consiglio di Sicurezza dell’ONU intervenga al fine di assicurare, mediante la MINURSO, la protezione della popolazione Saharawi, ferita e terrorizzata per il solo fatto di difendere i propri diritti democratici;

- sia nominato al più presto un Rappresentante Speciale per assicurare il rispetto dei diritti umani nei Territori occupati del Sahara Occidentale e venga costituita una Commissione Internazionale incaricata di stabilire le verità sulle gravi violazioni commesse dal Marocco contro la popolazione civile Saharawi;

- siano garantite le condizioni per poter svolgere senza ulteriori ritardi il referendum per l’autodeterminazione del popolo Saharawi, unica via democratica per porre fine ad un conflitto che, in questa regione, si protrae ormai dal 1975.

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