Sui giornali di ieri i ministri Fini e Castelli contro la decisione del gip di rimettere in libertà la donna rom accusata di aver tentato di rapire un bambino a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2005 15:41
Sui giornali di ieri i ministri Fini e Castelli contro la decisione del gip di rimettere in libertà la donna rom accusata di aver tentato di rapire un bambino a Firenze

“E’ sicuramente giusto il principio che per chiunque -commenta l'on. Antonello Giacomelli, Coordinatore regionale Dl La Margherita- italiano o straniero, valgono le stesse regole e deve valere la stessa legge. E’ giusto che chiunque venga in Italia, che sia per turismo o per rimanerci a vivere, si adegui alle nostre regole e che rispetti le nostre leggi. Ma è pericoloso che il ministro degli esteri Fini e quello della giustizia Castelli intervengano contro le decisioni del magistrato a cui solo compete di valutare con serietà e serenità tutti gli elementi prima di prendere una decisione.

Solo al giudice, infatti, spetta il compito di trarre le conclusioni. Solo il giudice, dopo aver analizzato tutti i dati a sua disposizione, può sapere di che tipo di reato si tratta. Questo non significa che non ci debba essere una giustizia e una pena per un illecito commesso; significa però che la giustizia e la pena devono essere per quei fatti accertati e non per l’ipotesi di altri reati.
Premesso ciò, l’atteggiamento e le dichiarazioni dei ministri Fini e Castelli rappresentano un’idea sommaria della giustizia che punta solo a solleticare gli istinti della piazza.

Tutto questo va respinto come l’ennesimo tentativo di interferenza nei compiti di altri organi dello Stato. Quello di cui c’è bisogno non è l’ennesima manifestazione di un istinto viscerale; c’è la necessità, invece, nel Paese di rafforzare il senso della giustizia lontano da ogni strumentalizzazione politica e da ogni meschino tentativo, come quello dei due ministri, di piegare il legittimo sentimento popolare di indignazione e preoccupazione a mediocri atteggiamenti di parte”.

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