Solo il 20% dei comuni produce dati statistici
Prima Conferenza regionale a Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2005 14:43
Solo il 20% dei comuni produce dati statistici<BR>Prima Conferenza regionale a Siena

11 ottobre ’05 – Una conferenza per rilanciare la Statistica Pubblica, quella degli uffici comunali per intendersi. La prima conferenza regionale su questo argomento che si sia mai svolta in Italia. È partita stamattina alle 10 a Palazzo Squarcialupi a Siena “La statistica pubblica per cittadini e istituzioni locali”, prima conferenza regionale organizzata da Anci Toscana, Usci, l’unione degli uffici comunali di statistica in collaborazione con il comune di Siena e la Regione Toscana.

“L’alto numero di iscritti che sono arrivati a circa 250 persone – ha spiegato il direttore di Anci Toscana Alessandro Pesci in apertura di Conferenza – ci spinge a proseguire questo lavoro, iniziato ormai da due anni, di collaborazione tra Anci e Usci per riuscire ad arrivare ad un sistema efficiente della statistica regionale. Così come ci ha portato a decidere di rendere l’appuntamento di oggi un evento periodico nella nostra regione”.

Ma che consistenza ha la statistica pubblica? Quanti sono gli uffici che producono i dati che poi vanno all’Istat e che leggiamo tutti i giorni negli articoli dei quotidiani? Riccardo Innocenti, direttore dell’Ufficio statistica del Comune di Firenze anticipa qualche dato che verrà presentato domani all’interno della seconda giornata della Conferenza: “L’indagine sulla consistenza degli uffici di statistica nei comuni toscani presentata lo scorso hanno – ha detto Innocenti – ha evidenziato che solo il 6% del comuni ha una struttura dedicata esclusivamente alla funzione statistica e che, nel complesso, degli uffici interpellati, quindi non solo quelli esclusivamente dedicati, solo l’11% del tempo di lavoro + dedicato alla statistica.

D’altro canto, la ricerca di cui domani presenteremo i primi risultati (dati parziali di 150 comuni su 287 in Toscana) ha evidenziato che la produzione statistica, di lavori statistici, ha interessato solo il 20% dei Comuni, ma solo per l’11 effettuato da strutture interne. Nel complesso dei lavori oltre il 38% riguarda dati demografici”. Le proposte per il miglior funzionamento del sistema statistico dei comuni però passano anche da un investimento “da una disponibilità di risorse pubbliche non è possibile prescindere se si vuole sviluppare la funzione statistica negli enti locali.

Si tratterebbero di cifre che non sconvolgono alcun bilancio anche il più risicato”.

“Per fare sistema è necessaria una legge regionale ad hoc – questa la proposta di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, l’associazione delle comunità montane – e in attesa di questa ci vorranno delle risorse specifiche per la funzione statistica da prevedere nel bilancio della Regione. “Su 20 comunità montane, sono 9 quelle che hanno attivato una funzione statistica associata – continua Giurlani -, quindi 50 comuni in totale.

Però queste funzioni sono state attivate grazie alla legge regionale 40 sulle funzioni associate. Finiti quegli incentivi non sappiamo se i comuni piccoli e con grossi disagi come quelli montani, riusciranno a mantenerla. Per non fare passi indietro è necessario una legge regionale”.

E sulle risorse è tornato anche Eugenio Giani, assessore alla statistica del comune di Firenze: “In un momento politico ed economico che con la Finanziaria vede i comuni sotto attacco per i cosiddetti sprechi.

Sarebbe bene, come ha sottolineato Leonardo Domenici (presidente di Anci e sindaco di Firenze ndr.), andare a vedere piuttosto quanto spende la presidenza del Consiglio in sondaggi e indagini di opinione. A chi volesse accusare i comuni di spendere invano nello sviluppo della statistica si potrebbe fare lo stesso invito: guardate quanto spendono in sondaggi con strutture esterne e paragonateli con la statistica pubblica, estremamente rigorosa, trasparente ed anche economica”.

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