Finanziaria, Domenici: La lettera dei sindaci rappresenta il nostro disagio
Bianconi (An): «Martini si lamenta per i tagli opportuni? Gli suggeriamo noi da dove cominciare»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2005 15:18
Finanziaria, Domenici: <I>La lettera dei sindaci rappresenta il nostro disagio</I><BR>Bianconi (An): «Martini si lamenta per i tagli opportuni? Gli suggeriamo noi da dove cominciare»

Firenze, 3 Ottobre 2005- "La Finanziaria vuole la morte della cultura", questo è il messaggio che sabato sera per tutta la durata del concerto e' stato esposto dall'Orchestra del Maggio.

C'è anche Leonardo Domenici fra gli oltre 30 sindaci di centro sinistra che hanno scritto ai leader dell'Unione, per esprimere allarme e preoccupazione sulle conseguenze della legge finanziaria per i Comuni, per chiedere più consapevolezza della gravità della situazione e per proporre di utilizzare anche la campagna delle primarie "per far emergere i problemi più gravi e offrire risposte all'altezza".

La lettera aperta, firmata anche da Cacciari, Chiamparino, Cofferati, Emiliano, Iervolino, Pericu e Veltroni, oltre altri 23 primi cittadini di città più piccole, è stata inviata a Romano Prodi, Piero Fassino, Francesco Rutelli, Fausto Bertinotti, Antonio Di Pietro, Clemente Mastella, Alfonso Pecoraro Scanio, Luciana Sbarbati, Enrico Boselli, Oliviero Diliberto, Ivan Scalfarotto e Simona Panzino. Eccone il testo. "Cari amici, ci rivolgiamo in modo aperto a voi, come leader dell'opposizione di centro-sinistra, per esprimervi la nostra fortissima preoccupazione per la manovra finanziaria che il Governo ha varato e che colpisce pesantemente i Comuni italiani.

Abbiamo però la sensazione che, da parte dell'Unione, vi sia una notevole sottovalutazione delle gravi conseguenze che questa manovra avrà nelle nostre città e nei nostri Comuni e, dunque, vi sia scarsa reattività. C'è invece bisogno, anzitutto, di spiegare ai cittadini come le misure che il Governo ha varato andranno a colpire direttamente i servizi offerti, che dovrebbero essere caso mai aumentati e non certo diminuiti. Inoltre, è importante promuovere una adeguata iniziativa in sede politica e istituzionale, poiché larga parte dei Comuni italiani è amministrata da coalizioni di centro-sinistra, anche se la manovra non fa certo distinzioni in base al colore politico delle Giunte.

Non vorremmo che l'Unione si lasciasse assorbire completamente da problemi che sono certamente di grande rilievo (pensiamo al colpo di mano che si sta tentando sulla legge elettorale), ma che rischiano di essere più lontani rispetto ai bisogni dei cittadini di quanto invece siano gli effetti della manovra finanziaria. Siamo anche preoccupati della campagna che continuamente viene alimentata sugli sprechi nei Comuni italiani: sarebbe l'ora di dire chiaramente che il problema dello squilibrio dei conti pubblici non è certo provocato dalle spese comunali.

L'impegno dei Comuni per razionalizzare e contenere la spesa è stato importante, in questi anni, ed è attestato dai dati della Corte dei Conti e dello stesso Governo: non possiamo accettare che oggi il peso di politiche sbagliate sia scaricato su di noi e questo voi dovete aiutarci a dirlo forte e chiaro, non per un motivo di parte, ma nell'interesse delle istituzioni e dei cittadini italiani. Chiediamo quindi all'Unione di mostrare un maggiore livello di consapevolezza della gravità della manovra del Governo per i Comuni e di utilizzare anche la campagna delle 'elezioni primarie' per far emergere i problemi più gravi della fase attuale e offrire risposte all'altezza, non restando chiusi nei limiti di un confronto di ceto politico".

I firmatari (la lista è aperta ad ulteriori adesioni) per adesso sono: Massimo Cacciari (Venezia), Sergio Chiamparino (Torino), Sergio Cofferati (Bologna), Leonardo Domenici (Firenze), Michele Emiliano (Bari), Rosa Russo Iervolino (Napoli), Giuseppe Pericu (Genova), Walter Veltroni (Roma), Secondo Amalfitano (Ravello), Renzo Berti (Pistoia), Eva Catizone (Cosenza), Maurizio Cenni (Siena), Giordano Conti (Cesena), Paolo Corsini (Brescia), Luciano D'Alfonso (Pescara), Mario De Biase (Salerno), Graziano Delrio (Reggio Emilia), Paolo Fontanelli (Pisa), Orfeo Goracci (Gubbio), Massimo Marchignoli (Imola), Nadia Masini (Forlì), Vidmer Mercatali (Ravenna), Giorgio Pagano (La Spezia), Giorgio Pighi (Modena), Michele Porcari (Matera), Roberto Reggi (Piacenza), Marco Romagnoli (Prato), Gaetano Sateriale (Ferrara), Vito Santarsiero (Potenza), Fabio Sturani (Ancona), Paolo Zanotto (Verona).
"La nostra lettera ai leader dell'Unione rappresenta la preoccupazione e il disagio dei sindaci, affinché si prenda piena coscienza della gravità della situazione.

Personalmente sono comunque soddisfatto, visto che Romano Prodi ha già dato una prima risposta, annunciando la manifestazione che si terrà a Roma sabato prossimo contro la legge elettorale e contro la Finanziaria". Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici commenta l'iniziativa da lui presa insieme a circa 30 sindaci di centrosinistra, che hanno scritto una lettera aperta ai leader dell'Unione sulle conseguenze della manovra per i Comuni. "Fin dal primo momento, non ci è sembrato che la reazione fosse adeguata alla gravità della situazione - precisa Domenici, che a chi gli chiede se questa iniziativa preluda ad una riedizione del partito dei sindaci, risponde: "No, il partito dei sindaci non c'entra niente.

Si tratta piuttosto di una sollecitazione forte perché il centrosinistra, più che alle sue dinamiche interne, sia attento ai problemi concreti del paese e dei cittadini". "La campagna che auspichiamo - conclude - non è per è per dire che i sindaci non vogliono collaborare e cooperare al risanamento dei conti pubblici, ma perché il peso di politiche sbagliate non venga scaricato solo sui Comuni. E' in atto una indecente montatura su 'auto blu' e sprechi vari. Basta. E' bene che si sappia che la responsabilità non è certo dei Comuni, ma delle scelte economiche da parte di chi ha governato".



«Martini la smetta con i piagnistei sulla Finanziaria, perché i tagli agli enti locali operati dal governo sono più che opportuni. E se non sa dove metter le mani a tagliare, glielo suggeriamo noi da dove cominciare». Parola del Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi che, detto fatto, ha stilato una sorta di decalogo del tagliabile nelle spese regionali. Eccolo:
«1 – Cominciamo dalle consulenze. Nei primi sei mesi del 2005 la giunta ne ha richieste per un ammontare di 6.589.851,8 euro.

Saranno tutte indispensabili?»
Forse no. E infatti: «2 – Martini inizi a tagliare i tutor per i suoi assessori. Per esempio uno degli ultimi beneficiati, ovvero l’interprete di swahili affiancato all’assessore all’ambiente Artusa per i rapporti internazionali per la poco modica cifra 53mila euro l’anno. Ma non è mica l’unico».
Per nulla. Anzi: anche gli assessorati, quasi quasi… «3 – L’assessorato alla pace, con tutta la sua struttura di dipendenti e funzionari, non è che una operazione di immagine promozionale per Martini, priva di funzionalità per i toscani.

In realtà, è suppergiù una maxiconsulenza. Tagliabile».
Capitolo Grandi Eventi. «4 – Nel maggio scorso la manifestazione Nuovo & Utile è costata 900.000 euro, circa 900 a visitatore visto che in 5 giorni sono stati staccati solo 950 biglietti, meno di 200 al giorno di media».
E gli enti? «5 – Secondo una stima approssimativa e per difetto gli enti regionali sono già ben 420. Una giungla. E in tutto questo, però, anziché pensare a tagli Martini pensa ad istituire nuovi carrozzoni, tipo Agenzia per la Pace e quella per i Disabili visivi».
«6 – Martini potrebbe poi evitare di truffare la gente con la pubblicità ingannevole sulla sanità per la quale paga pagine intere sul Sole 24 Ore.

L’ultimo di questi giochini è costato ai contribuenti 514mila euro. Un bel risparmio».
«7 – Così come un bel recupero di risorse si avrebbe dallo scioglimento delle Agenzie regionali. An ha già presentato in merito tre proposte di legge. L’Apet, per esempio, ha a disposizione 12 milioni e 600 mila euro l’anno. Il direttore Ginanneschi, nel 2003, ha percepito 102.763 euro, mentre per i sindaci revisori sono stati spesi 55.931 euro. Ma il direttore, poi, in più ha rimesso spese a piè di lista di 34.306 euro».
«8 – Un’altra sforbiciata da dare è all’Arsia.

Guardiamo solo al direttore: riceve un’indennità di 45.921,77 euro che un paio d’anni fa è lievitata a 126.000 a suon di rimborsi spese. Una cuccagna. Tagliare».
«9 – L’ufficio a Shangai e New York, con tanto di segreterie, dirigenti, funzionari e chi più ne ha più ne paghi, a che serve? A promuovere la Toscana o l’immagine del suo Presidente?»
«10 – La sede a Brussel, invece? Che è? L’ambasciata europea? Ma per piacere!»
Eccolo qui, il decalogo-tagli di Bianconi: «Siccome chi ben comincia è a metà dell’opera – incalza il Presidente di An – Martini inizi da qui e vedrà che si troverà con tutte le risorse necessarie a garantire il buon governo della Toscana».

Questo il testo dell'intervento del consigliere comunale della Margherita Marco Carrai:
Tutte le forze politiche dovrebbero essere impegnate nel sostegno al sindaco Leonardo Domenici nella battaglia contro questa legge finanziaria che finirà con l'indebolire ancora di più i servizi alla persona e quindi le fasce più deboli della popolazione.

E questo non solo per il suo ruolo di sindaco ma in quanto presidente dell'Anci. Appare sempre più chiaro ormai che in questa maggioranza di governo manca una linea progettuale, se mai ha immaginato di averla. E' inutile che si escluda gli investimenti dal tetto delle spese: forse il governo dimentica che gli investimenti in Italia si finanziano per la maggior parte con mutui che vanno a gravare sulla parte corrente. Ridicola è poi la tassa sulle telecomunicazioni. Forse è per questo che nelle sue promesse elettorali il presidente del consiglio reclamava internet e un computer per tutti: immaginava che si sarebbe allargata la base impositiva.

Da una parte si inneggia all'innovazione e dall'altra si tassano gli investimenti in questo settore. Invece di dare i contributi per la televisione digitale, il governo avrebbe fatto meglio a dare risposte alle aspettative della povera gente: per fortuna ancora la TV non è l'oppio dei popoli e dei poveri. Anche se qualcuno immagina che lo diventerà e si preoccupa di impedire agli enti locali di possederne: ci sarebbe troppa concorrenza altrimenti».

In evidenza