Arezzo: due mesi per la visita fisiatrica necessaria per la sedia a rotelle

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2005 23:47
Arezzo: due mesi per la visita fisiatrica necessaria per la sedia a rotelle

Firenze, 22 Settembre 2005- E fortuna che ha avuto un infarto. Sì perché sennò la carrozzina per ottenere la quale il medico gli aveva fatto regolare richiesta lui, affetto da Morbo di Parkinson e invalido al 100%, la vedeva col binocolo. Invece così, per lo meno, gliel’hanno data dall’ospedale con procedura interna. E’ successo ad Arezzo, a un paziente non deambulante che, rivoltosi al Cup il 29 luglio scorso per prenotare la visita dal fisiatra indispensabile per ricevere dalla sua Asl la carrozzina, si è visto fissare l’appuntamento a metà d’ottobre, il giorno 13.

Nel frattempo, però, è stato purtroppo colpito da infarto. Purtroppo per l’infarto, fortuna per la sedia a rotelle.
La paradossale vicenda, che ancora mette sotto accusa le liste d’attesa della Toscana, è adesso oggetto di una interrogazione a risposta scritta presentata in Regione dal Presidente di Alleanza Nazionale in Consiglio regionale Maurizio Bianconi e dal Consigliere di An Achille Totaro (membro della Commissione sanità): «Un cittadino affetto da Morbo di Parkinson, invalido al 100%, con deambulazione impedita causa diverse operazioni alle anche – raccontano i consiglieri nel documento indirizzato al presidente della giunta Martini – oltre all’accompagnamento che ha avuto, necessitava della carrozzina».

Al che: «I familiari dell’assistito hanno presentato all’Asl di Arezzo relativa documentazione completa di attestato di invalidità, certificato medico, libretto sanitario, richiesta della carrozzina da parte del medico. Mancava solo la visita dal fisiatra».
Così: «I familiari del paziente – si legge ancora nell’interrogazione – si sono rivolti al Cup il 29 Luglio per la richiesta della visita che è stata data il 13 Ottobre. In questo lasso di tempo, lunghissimo per chi soffre, il paziente è stato colpito da infarto, e solo dopo il ricovero ospedaliero ha ottenuto la carrozzina».


«E’ mai possibile?», chiedono ora i Bianconi e Totaro a Martini. «Come è possibile – è scritto proprio nell’interrogazione – attendere più di due mesi solo per passare una visita per ottenere una carrozzina che per il paziente era priorità assoluta»? E ancora: «Con quale criterio la Regione Toscana intende tutelare le fasce più deboli, considerato che l’iter burocratico non guarda in faccia alla realtà dei pazienti»? «Cosa si intende fare per snellire e facilitare i cittadini di fronte a situazioni così eclatanti»?

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