Pistoia: istituito il registro delle unioni civili
Il Vescovo Scatizzi si indigna, Azione Gay e Lesbica ribatte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2005 13:10
Pistoia: istituito il registro delle unioni civili<BR>Il Vescovo Scatizzi si indigna, Azione Gay e Lesbica ribatte

A Pistoia un voto del Consiglio Comunale ha istituito il registro delle unioni civili. A seguire riportiamo la lettera del vescovo Simone Scatizzi al Consiglio Comunale, come pubblicata su vari siti internet, e il comunicato di Azione Gay e Lesbica spedito al Sindaco di Pistoia.


Il Vescovo di Pistoia

18 luglio 2005

Spettabile consiglio comunale di Pistoia

Ho letto sulla cronaca di Pistoia che il consiglio comunale, senza giungere all’approvazione delle nozze gay ha però dato vita al Registro delle Unioni civili, facendo un primo scalino verso forme negate dall’etica generale.

Prima di ogni altra considerazione mi piacerebbe molto che si evitassero certi eufemismi, sia scrivendo che parlando, perché sembrano nascondere la realtà quasi per un certo pudore ma, nella vita sociale sanno di stratagemma per far by passare un’idea dinnanzi all’opinione pubblica quindi, hanno il sapore di una ipocrisia.
Le unioni civili esistono già, costituite tra un uomo e una donna che riconoscono solo il legame consapevolmente e reciprocamente assunto dinnanzi allo Stato.
So che la maggioranza dei consiglieri è data da uomini: non se certi consiglieri si sono resi conto di dare un ulteriore colpo alla virilità maschile.

E’ risaputo, da diverso tempo, che è sempre più in calo non solo la fecondità maschile ma anche la stessa virilità. Si scrive e si vocifera in tutti gli spazi della comunicazione – quotidiani, settimanali e specialistiche, saggi, discussioni radio televisive…. – che la perdita della virilità maschile da indici sempre più alti.
E proprio partendo anche dai dati emersi in occasione del referendum sulla legge 40/2000, che indicano come nei prossimi anni si arriverà ad una percentuale davvero impressionante circa l’infertilità maschile, che ogni forma che incoraggia lo svilimento della mascolinità della confusione di genere è incomprensibile.
Al Congresso di Copenaghen sulla riproduzione umana e sull’embrionologia, il 20 giugno ultimo scorso, Bill Ledger, docente dell’Università di Shéffield ha ipotizzato, che entro un decennio l’infertilità colpirà non più una coppia su sette, come oggi avviene, ma una su tre.

Questa perdita della identità maschile, con tutte le sue conseguenze, è causata dalla mancanza di modelli autorevoli e credibili; da una educazione in gran parte nelle mani femminili, da contesti di assenza o di insignificanza psico-pedagogica della figura paterna.
Non si può ignorare che l’uso di droghe e d’alcolici sta aumentando fra gli adolescenti proprio a causa di una fragilità dell’identità e della inquietudine psico affettiva con le conseguenze facilmente prevedibili.
La cultura attuale, dunque, sta mettendo in crisi la virilità propria del maschio! Il grido di allarme partito dagli Stati Uniti, sta riecheggiando in tutta Europa e per ciò anche in Italia.

Non sono certo le leggi spagnole di Zapatero che potranno migliorare la situazione.
Se è vero, come è vero, che le persone omosessuali per motivi del DNA sono piccolissima minoranza, se deve arrivare ad ammettere, implicitamente o esplicitamente che la grande maggioranza di essi sono il prodotto di un contesto socio culturale: femminilazzazione della società – gli uomini, secondo quanto riferisce la stampa spendono più delle donne per cosmetici, depilazione, parrucchieri, trucchi di vario genere, chirurgia estetica….ecc.

ecc. – bisessualità conclamata; esperienze negative dell’infanzia, mancanza di formazione all’amore e alla sessualità; orgoglio gay…. e via dicendo.
Se così stanno le cose – e chi è informato dimostri il contrario – non solo le nozze gay sono un ulteriore elemento negativo, ma anche lo stesso Registro delle unioni omosessuali.
Avrei davvero piacere se i consiglieri comunali, che hanno votato la delibera del caso, hanno considerato certi aspetti del problema, e mi sarebbe gradita una risposta seria, del Consiglio, o almeno da qualcuno di essi.

Domando:
1 – Hanno fatto questa scelta sull’onda di una cultura di tipo radicale che conduce ad una deriva moral nichilista, oppure pressati dalla realtà, perché nel Comune di Pistoia il fenomeno è vistoso?
2 – Il Registro delle unioni omosessuali è stato considerato un aiuto alla coppia sessualmente omologa senza considerarne le influenze sulle nuove generazioni, o si è inteso omologare il tutto?
3 – Da che mondo è mondo il matrimonio è sempre stato il fenomeno base della formazione della società, anche se in forme diverse: perché andare incontro ad una esclusione dell’impegno sociale della coppia non riconoscendo essa la funzione dello Stato, per chiedere poi allo Stato sostegno ed aiuto? Non parlo del matrimonio religioso ma di quello civile.
4 - I Consiglieri hanno preso coscienza e consapevolezza di quanto ho denunciato sopra, cioè della crisi della mascolinità anche in Italia oltre che nel mondo è reale?
5 – Hanno avuto consapevolezza che i sessuologi e gli andrologi hanno sempre più richieste di intervento proprio per una svirilizzazione del maschio?
6 - Credono davvero che queste soluzioni – norma o legge che sia – non incidano sul comportamento comune? Chi conosce la mentalità popolare – e i consiglieri dovrebbero conoscerla – sa che la gente comune ragiona in termini semplici: "se la legge lo permette, significa che non è male"! Bene! Hanno preso coscienza che questa deriva culturale porterà sofferenza psicologica a persone che si troveranno defraudate di tanti contenuti importanti di vita? Hanno parlato mai con serietà, con persone omosessuali per coglierne l’angoscia e la disperazione che spesso le intridono?
7 – La richiesta di "una possibile adozione" non dice proprio nulla circa la sofferenza che producono certe incompiutezze di genere? Credono davvero che tutto si risolva nella persona con una legge, o una forma pseudo giuridica, che sembra non solo accettare, ma convalidare certi comportamenti?
8 – Spetta proprio ai Consigli comunali, che hanno carattere amministrativo, deliberare o darne l’impressione su questi punti nodali dell’etica di una società?
9 – Si sono resi conto i Consiglieri che i pre adolescenti e gli adolescenti così poco seguiti nella educazione etica della vita e nella formazione alla sessualità, hanno un periodo di assestamento e di ricerca della propria identità e, di conseguenza, queste indicazioni che provengono dalla società civile possono non aiutarli ad uscire da quella ambiguità che l’amicizia stessa con il suo carico di affettività può ingenerare errore inconscio?
10 – Si sono resi conto che porteranno nella vita la responsabilità di avere incentivato la confusione di genere in momenti significativi della maturazione della personalità ed avranno il risentimento, se non l’odio, di tanti sofferenti ed angosciati della loro incompiutezza?
11 – I Consiglieri comunali si sono resi conto che la differenza di genere – maschile e femminile- è una ricchezza della vita psichica della coppia, e nello stesso tempo del singolo partner, per gli aspetti originali e acquisiti che il maschile porta al femminile e il femminile al maschile, mentre ciò non avviene nella coppia omosessuale?
12 – Mi si dica: incentivare la soppressione tra maschile e femminile è una conquista civile o non piuttosto un inquinamento della realtà naturale e, quindi, una forma da evitare assolutamente?
13 – La ricchezza della vita di coppia non sta solo nel legame ma anche nel completamento delle diversità con una maturazione permanente, anche se faticosa: si ritiene la maturazione di genere e quindi personale, un valore, oppure si ritiene un bene la fissazione della personalità ai primi stadi dello sviluppo? I Consiglieri si sono impegnati, prima, in una conoscenza della psicologia dinamica?
14 – Che cosa hanno proposto, nel caso abbiano voluto andare incontro a "molte" situazioni irregolari per aiutare pre adolescenti, adolescenti e giovani a non cadere nel tranello di "prove" o di cedimenti, in un momento in cui emergono le pulsioni sessuali, disorientando così la psicologia giovanile?
15 – Se il criterio dei Consiglieri è stato quello di regolarsi sulla domanda di una minoranza a quando il consenso civile per la pedofilia, le organizzazioni mafiose, il terrorismo come rivendicazione, la stessa aggressività e la violenza fisica del farsi valere, la guerra preventiva, ecc.

ecc.? Mi vogliono spiegare perché alcune minoranze devono essere ascoltate ed altre no? E perché non debbano essere ascoltate maggioranze che propugnano comportamenti che ne i Consiglieri ne il sottoscritto condividono, a cui ho accennato sopra? Oppure si considerano i comportamenti sessuali anche i più anormali, come fattori che non hanno sulla società nessuna incidenza?
16- Posta la laicità dello Stato, esiste una etica naturale a cui fare riferimento, oppure no? E una cultura che ha difeso e difende la persona come valore su cui misurarsi, è un portato di arretratezza o di civiltà? Mi possono dire con chiarezza in quale civiltà si sono formati e, se non sono troppo indiscreto a quale civiltà appartengono?
17 – Se una comunità non condivide certe derive radicali e nichiliste, ha il diritto o no di difendersi con la stessa logica della ragione e non solo con la logica della fede? Avrà diritto una comunità anche nel momento politico ad opporsi a queste soluzioni che negano una storia una civiltà acquisita ad ogni etica naturale?
18 – E’ vero o no che i partiti che fanno certe scelte - vedi nazismo, comunismo, fascismo, liberalismo selvaggio… - finiscono col promuovere soluzioni opposte, anche se non condivisibili? Basta osservare quello che sta succedendo nella Russia!! Si è detto talvolta che per votare occorreva tapparsi il naso: la storia ci ha indicato come finiscono certe situazioni! Credono i Consiglieri che si possa continuare una politica a colpi di testa senza una linea precisa, dovendosi continuamente tappare il naso?
Attendo umilmente delle risposte e non mi si dica che questa è una invasione di campo.

Sono un cittadino come tutti, ho votato sempre alle elezioni politiche ed amministrative, pago le tasse, ho quindi diritto di sapere come gli amministratori la pensano e come intendono muoversi. Ho diritto di saperlo anche perché sono responsabile di una comunità ed ho il dovere di informarla e di illuminarla.
Non voglio e non posso credere che la democrazia consista nel seguire ciecamente quello che un gruppetto di persone che è al potere - politico o amministrativo – intende fare senza osservazioni, senza confronti.
Mi sembra che certe forme che si chiamavano "dittature" anche se con la specificazione "del proletariato" organizzate in nome del popolo, siano ormai desuete.
Mi si dirà: ma alle persone che convivono non ci dobbiamo pensare, soprattutto se si ritrovano in difficoltà di salute ed economiche? Rispondo: chi si assume l’onere di una persona - nel caso delle unioni civili è atto reciproco – ha il dovere di provvederle il necessario.

La condivisione di vita deve portare ad una reciproca responsabilità.
Nelle difficoltà deve, certo, essere aiutata la persona, sempre, ma senza confondere i termini e creare situazioni sociali dalle conseguenze imprevedibili.
Rimango in attesa di una risposta, non generica, ad ogni domanda posta, sia che si voglia rispondere pubblicamente o privatamente.
Mi preme capire il parere del Consiglio comunale e dei partiti che lo compongono.

Con i più cordiali saluti.

+ Simone Scatizzi vescovo


Azione Gay e Lesbica ONLUS ARCI - N.A.

Firenze
Via Pisana 32/34r 50143 Firenze
tel - fax 055/220250

Oggetto: commento alla lettera inviata da Simone Scatizzi Vescovo Cattolico di Pistoia al Consiglio Comunale di Pistoia.
Esprimiamo il nostro sconcerto per i contenuti della lettera inviata dal Vescovo al Consiglio Comunale in occasione del voto che ha istituito il registro delle unioni civili.
La lettera ci appare un'incredibile somma di luoghi comuni e di attacchi alla laicità delle istituzioni civili.

In particolare condanniamo l'avvicinamento offensivo dei gay e delle lesbiche ai pedofili, ai terroristi e ai mafiosi, in quanto minacce per la società civile.
Ci stupisce poi particolarmente la preoccupazione del presule nei confronti di un fantomatico calo della virilità negli anni a venire, causato dalla cosmetica, dalla chirurgia estetica, dall'orgoglio gay e in genere dalla "femminilizzazione" della società.
Ci auguriamo comunque che le istituzioni cittadine non tengano conto, se non a livello di curiosità documentaria, della lettera stessa.
Auspichiamo che nel nostro paese venga presto approvata una legge contro le discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale.

L'omofobia esiste purtroppo anche nella nostra Regione, che comunque si è dotata il 10 novembre 2004 di una legge regionale in materia (Norme contro le discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere). La lettera del vescovo Scatizzi ci pare un chiaro esempio di omofobia, misoginia e del rifiuto dell'idea stessa di un'etica laica basata sulla libertà e sul rispetto reciproco.

Distinti saluti

Azione Gay e Lesbica

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