L'antica residenza dei Medici apre le porte al pubblico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2005 13:08
L'antica residenza dei Medici apre le porte al pubblico

Dal venerdì santo fino al lunedì dell'angelo, il castello di Cafaggiolo apre al pubblico. Eccezionalmente, solo in occasione delle festività pasquali, l'antica residenza medicea sarà aperta a turisti e amanti dell'arte, curiosi e "cultori" della famiglia de' Medici, rispettando i seguenti orari: venerdì, sabato e domenica apertura dalle 14,30 alle 18,30; sabato, domenica e lunedì entrata possibile anche la mattina, dalle 10 alle 12,30.
In attesa dell'estate e dei grandi eventi che riguarderanno il castello, un'occasione unica per immergersi nella bellezza (e nel mistero) della storia e dell'arte italiana.
Per ulteriori informazioni contattare i seguenti numeri: 0558479293; 3402538894 (sig.ra Milvia Labardi); 3471918130.

E' il museo più affascinante del Mugello; è imponente e maestoso e, dalla sua apertura (era il 10 maggio del 2003) è stato visitato da un vero e proprio esercito di visitatori(circa 12000 persone in tutto fino al dicembre 2004).

E il castello di Cafaggiolo si sta sempre più imponendo come centro culturale di riferimento per tutto il Mugello e l'intera provincia di Firenze.
Milvia Labardi della "Arti al Castello", la ditta che gestisce il settore "museale" della struttura che in realtà aveva riaperto nel 1999 solo per essere utilizzata per banchetti e matrimoni, fatica a frenare la soddisfazione e, dati alla mano, non si può che darle ragione. Si deve soprattutto a lei se oggi Cafaggiolo vive, dopo tanti secoli, di nuovo splendore: "L'idea - ci spiega - ci è stata quasi 'imposta' dal numero di persone che, ospiti in occasione di matrimoni e cerimonie, ci chiedeva della storia dell'antica corte medicea, se esisteva un percorso visitabile...

E in tanti, pure, si fermavano appositamente, facendo le stesse domande". Ma le risposte alla curiosità dei molti che continuavano il via-vai al castello era purtroppo sempre la solita: "Cafaggiolo era chiuso al pubblico: molte stanze erano completamente vuote. Serviva un'idea e un'occasione". L'occasione arriva nel 2002, sotto forma di bando della Camera di Commercio fiorentina, "Investiamo sulle idee migliori". Il titolo era senza dubbio bene augurante e soprattutto stimolante. E' a questo punto che la signora Labardi si mette a lavorare e a studiare: "Per ottenere il permesso della proprietà all'apertura al pubblico serviva un'idea forte e completa.

E il bando era lo stimolo giusto. Dovevamo pensare a ogni particolare e avere un progetto vincente". La proposta, che avrebbe puntato sul percorso visitabile dell'antica residenza medicea, su un bookshop e sulla storia della fabbrica di maioliche adiacente al castello, si dimostra realmente vincente, e viene scelta (insieme a un'altra ventina) tra oltre trecento. "Da quel momento - ci spiega Labardi - ho continuato a documentarmi, presso le biblioteche locali e fiorentine, presso l'Archivio di Stato...

Abbiamo creato una serie di copie di piatti in ceramica sul modello originale che veniva prodotto a Cafaggiolo. Abbiamo scoperto qualche storia interessante avvenuta nel castello. Abbiamo allestito il percorso, ornandolo con copie di dipinti originali che rappresentano gli antichi proprietari, partendo da Cosimo il Vecchio. Abbiamo pensato al bookshop e all'oggettistica da mettere in vendita, e ci siamo fatti fare a Scarperia degli abiti sul costume dell'epoca".
Fino a che, il 10 maggio del 2003, l'intera iniziativa viene presentata al pubblico, e il museo di Cafaggiolo ufficialmente inaugurato alla presenza dell'assessore fiorentino Giani, all'assessore Marchi della Comunità Montana mugellana e dell'allora presidente dell'Apt Bonomi.

Da quel giorno, sono oltre 12mila i visitatori del castello ("Spesso - ci conferma Milvia Labardi - sono veri e propri cultori e esperti dei Medici. Molte le famiglie e tanti gli stranieri: belgi, tedeschi e olandesi soprattutto").
Ma nell’anno passato al castello ci sono stati anche convegni e cene di gala (Lovable, le aziende farmaceutiche Bracco e Pierre Fabre, Nuovo Pignone, Galileo Avionica tra le ditte ospiti), concerti (Sergej Krylov e il suo Stradivari l’estate scorsa), mostre pittoriche (quella di Lorenzo Bonechi su tutte), eventi-spettacolo come quella di Lottomatica o la 2° Asta Internazionale del Tartufo (con tanto di “funerale” del re-tartufo lasciato andare a male dallo sbadato chef che se lo era aggiudicato), convegni internazionali come quello della Ferrari, il 90° Anniversario Maserati o la 45 giorni di Jaguar.
E l'estate del 2005 si preannuncia come una delle più importanti e vitali per la "nuova storia" del castello: due grandi eventi, infatti, sono previsti per la prossima stagione estiva, la tappa conclusiva della terza edizione del "Mese Mediceo" (con lo spettacolo "Rosso Mediceo" sull'assassinio di Cafaggiolo) e l'allestimento permanente, nel parco all'entrata del castello, delle sculture di Nicola Zamboni e Sara Bolzani che riprodurranno, a grandezza naturale, le famose tre "battaglie" di Paolo Uccello.

Un po’ di storia
Il castello di Cafaggiolo si trova a nord di Firenze, nel Mugello, antico luogo di provenienza della famiglia Medici.

E' uno dei grandi capolavori dell'architettura rinascimentale, opera di Michelozzo. L'impianto originale del castello risale al trecento, epoca in cui era fortilizio della Repubblica. Nel 1443 Cosimo il vecchio diede incarico a Michelozzo di trasformare l'antico fortilizio in un edificio residenziale.
Nella lunetta di Giusto Utens (1599) si riesce a cogliere l' aspetto severo della costruzione, ma anche l'atmosfera pacata e serena. Dentro le sue mura i Medici andavano a passare periodi più o meno lunghi, ospitando personaggi illustri e artisti.

Gli ampi saloni e il vasto parco sono stati luogo di incontri, simposi, feste, balli, ricevimenti per principi e papi. Lorenzo il Magnifico trascorse parte dell' infanzia a Cafaggiolo e da adulto vi soggiornò circondato da uomini di cultura. Nel 1515 le porte del castello si aprirono al Papa Leone X, cresciuto in quella dimora insieme ai fratelli e alla madre Clarice Orsini. Furono ricevute nella dimora mugellana anche alcune future spose della famiglia Medici. Si ricorda che qui Margherita d' Austria nel 1533 fu accolta da Caterina de' Medici e da dodici donzelle, e che nel 1565 giunse da Vienna Giovanna d'Austria per sposare il Granduca Francesco I.

Dopo l' estinzione della famiglia Medici, avvenuta con Giangastone nel 1737, il castello di Cafaggiolo ha continuato ad essere meta di famosi personaggi. Passò agli Asburgo Lorena, poi nel 1864 il governo italiano lo vendette ai principi Borghese, i quali fecero apportare sostanziali modifiche alla struttura. Attualmente è proprietà privata.

L’assassinio di Cafaggiolo
Pietro de’ Medici, ultimo dei dieci figli di Eleonora di Toledo e Cosimo I, viziato fin da ragazzo, definito dalle cronache come giovane gaudente, dissipato, spendaccione, non fu certo per la giovane Dianora di Toledo degno marito.
Dianora, che era figlia dello zio materno di Pietro, era bella e seducente.

Le cronache dell’epoca, che spesso si confondono con le dicerie popolari, narrano che fu data in sposa in tutta fretta a Pietro perché incinta del Granduca Cosimo I, il quale scelse uno dei suoi figli per il matrimonio riparatore, che avrebbe evitato lo scandalo. Dianora, durante i tristi giorni del suo infelice matrimonio, divenne molto amica della giovane Isabella, sua cugina e cognata, con la quale amava confidarsi e condividere l’umiliazione di un matrimonio imposto. Le due, così come erano state unite nella vita, avrebbero condiviso anche lo stesso destino funesto.
Dianora, o Leonora come veniva chiamata, pare avesse trovato conforto alle sue pene prima tra le braccia di un giovane fiorentino (che poi per timore di vendette si rinchiuse in un convento di Cappuccini), poi tra quelle del nobile Bernardo Antinori che presto, a seguito di una condanna per una lite in cui morì Francesco Ginori, venne imprigionato nel carcere dell’Isola d’Elba.
Dianora, disperata, cominciò una fitta corrispondenza con Bernardo: ardenti lettere d’amore che accidentalmente finirono tra le mani di Francesco I, il cognato e Granduca (ormai succeduto a Cosimo I): per i due amanti fu la fine.

Bernardo venne giustiziato, di Dianora si occupò lo stesso marito…
La sera dell’11 luglio 1576 proprio nel castello di Cafaggiolo, dove Pietro aveva invitato la consorte a trascorrere una breve vacanza, il delitto: Dianora venne soffocata con un “asciugatoio”, come riportano i documenti dell’epoca; Pietro vendicò il suo onore macchiandosi dell’ignobile delitto.
Pochi giorni dopo, il 16 luglio di quel 1576, stessa sorte per l’amica Isabella de’Medici: il vecchio e “ripugnante” marito seguì l’esempio di Pietro; Paolo Giordano Orsini invitò la moglie nella villa di Cerreto Guidi e qui, ferocemente, la strangolò con una corda.

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